La riforma del Vaticano partirà dalle finanze vaticane. Il cardinale George Pell, prefetto della nuova Segreteria per l’Economia, non ha alcun dubbio: il nuovo organismo creato da papa Francesco, che unirà tutti gli affari economici e amministrativi della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, sarà a servizio dei poveri.
“Se facciamo un uso migliore delle risorse a noi affidate, possiamo migliorare la nostra capacità di sostenere le buone opere della Chiesa, in modo particolare le nostre opere per i poveri e gli svantaggiati”, ha detto il porporato australiano secondo quanto riferito dal sito internet dell’arcidiocesi di Sydney.
“La review ha evidenziato che molto può essere raggiunto attraverso una migliore pianificazione finanziaria e reporting, nonché miglioramenti nella governance, controlli interni e le varie funzioni amministrative di sostegno”, continua l’arcivescovo uscente di Sydney, che fa anche parte della commissione di otto cardinali incaricata dal Pontefice per le riforme.
Parlando del nuovo Consiglio per l’Economia, che sarà composto da 8 cardinali e 7 laici, il cardinale ha sottolineato l’importanza della presenza di esperti. “Ho sempre riconosciuto il bisogno per la Chiesa di essere guidati da esperti in questo settore”, ha detto Pell.
“Dobbiamo essere aperti alla consulenza di esperti e consapevoli di qualsiasi possibilità per migliorare il modo in cui gestiamo la nostra amministrazione finanziaria”, ha proseguito il porporato, il quale ha aggiunto di non vedere l’ora di attuare le raccomandazioni emerse dalla review, come richiesto dal Papa. “E’ importante che abbracciamo e implementiamo il più presto possibile i cambiamenti consigliati”, ha concluso Pell, che ha parlato di un compito “enorme”.
Intervistato dal Sole 24 ore, il porporato ha fornito anche alcune informazioni sul futuro modus operandi della nuova Segreteria per l’Economia. Ci saranno ad esempio controlli trimestrali sulle entrate e uscite, e cambierà il modo di programmare i bilanci dei vari dicasteri vaticani. Secondo Pell, il criterio del bilancio è oggi “troppo dispersivo e, talvolta pecca di trasparenza”.
“L’idea è – ha spiegato il cardinale – l’innesto a tutti i livelli di checks and balances, ridando quindi unità al bilancio ma al contempo prevedendo maggiore autonomia di spesa dei singoli dicasteri, che oggi per comprare un blocco di carta devono compilare diversi moduli. È necessario sburocratizzare”.