Pancrazio è un confratello seriamente ammalato. Passa la maggior parte della giornata steso a letto, incapace anche di muoversi.
Vado a salutarlo per informarlo che con altri andiamo a Trento a partecipare e “solidarizzare” con i due giovani amici religiosi che emettono i voti. Mi guarda ed esprime il suo rammarico per non potersi spostare con noi fino al santuario delle Laste ed essere presente alla solenne e suggestiva cerimonia.
Mi sembra, Pancrazio, che se a noi è chiesto di fare un atto d’amore spostandoci da Verona a Trento, a te è chiesto e concesso di fare altrettanto, ma da fermo.
E’ strano vedere un cannone correre o spostarsi mentre spara. Ma entra in azione da fermo, ben piazzato, posto nell’esatta direzione che gli consenta di puntare e centrare l’obbiettivo anche da lunghe distanze. Ad un ammalato, come te, Pancrazio, è chiesto di fare altrettanto.
Fermo a letto, ben piazzato in Dio perché la preghiera possa avere una adeguata ed efficace direzione puntando dritta al Suo Volere. Questa condizione è indispensabile e atta a centrare efficacemente l’obiettivo. E’ stato scritto che “la preghiera del dolore penetra il Cielo e raggiunge ogni angolo della terra”.
Non ti pare che Gesù abbia “tutto compiuto” e raggiunto tutti e singoli gli uomini proprio quando si è fermato sulla Croce?! Guadagnata questa postazione, si è piazzato con tutta la fiducia nelle mani del Padre, puntando dritto, ha centrato anche me e te!
Ciao da p. Andrea
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