La politica nella "Evangelii Gaudium" di Papa Francesco

Mons. Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste, spiega che l’Esortazione apostolica è ricca di indicazioni che appartengono all’ambito del magistero sociale

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La Evangelii Gaudium di papa Francesco: formalmente non è un’enciclica sociale, eppure vi si riscontrano – soprattutto nel capitolo quattro, dal titolo La dimensione sociale dell’evangelizzazione – tracce evidenti del magistero sociale della Chiesa. Lo ha spiegato mons. Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste, durante la relazione che ha tenuto ieri, 10 aprile, presso la Basilica di San Giovanni in Laterano.

Significativo, secondo il vescovo della città giuliana, che i testi maggiormente citati da papa Francesco nella Evangelii Gaudium siano l’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi (8 dicembre 1975) di Paolo VI e il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, redatto dal Pontificio Consiglio della Giustizia e Pace per volontà di Giovanni Paolo II.

Richiami che dimostrano la consapevolezza del Santo Padre per cui non è possibile parlare di evangelizzazione “senza parlare anche di edificazione della convivenza umana fondata sulla trascendente dignità della persona umana”.

Ne deriva pertanto, sulla stessa linea di principio, l’attenzione nei confronti della politica. Papa Francesco, afferma mons. Crepaldi, ritiene che la politica “riesce a compiere il proprio compito umanizzante se si lascia interpellare da qualcosa di più grande di sé”.

Per spiegare questa sua considerazione, il presule si sofferma su un richiamo testuale dell’Evangelii Gaudium: “Prego il Signore – scrive il Pontefice – che ci regali più politici che abbiano davvero a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri! È indispensabile che i governanti e il potere finanziario alzino lo sguardo e amplino le loro prospettive, che facciano in modo che ci sia un lavoro degno, istruzione e assistenza sanitaria per tutti i cittadini. E perché non ricorrere a Dio affinché ispiri i loro piani? Sono convinto che a partire da un’apertura alla trascendenza potrebbe formarsi una nuova mentalità politica ed economica che aiuterebbe a superare la dicotomia assoluta tra l’economia e il bene comune sociale” (n. 205).

Mons. Crepaldi fa notare come il prodigarsi per l’economia e per il bene comune “riacquista in pienezza il proprio significato e diventa possibile” solo in virtù di “quel di più” che viene donato da Dio.

Impegno sociale e trascendenza risultando quindi inscindibilmente legati. Le parole del Santo Padre, afferma mons. Crepaldi, spiegano come la politica è una “vocazione”. Si legge nella Evangelii Gaudium: “La politica è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità”.

Il vescovo di Trieste, che ritiene che la frase evoca altre simili definizioni date da Pontefici precedenti, commenta: “Se è una vocazione, la politica non si costituisce da sé, ma nasce da una risposta a un ‘di più’ che le viene partecipato. La politica vera vive di altro da sé, e solo a questa condizione riesce ad essere se stessa”. Mons. Crepaldi considera questa “la chiave” per comprendere “due ambiti di particolare responsabilità per il politico”.

Il primo è la povertà. La Evangelii Gaudium, “intrisa di preoccupazione per i poveri”, invita a lasciarsi evangelizzare da loro ed esprime il desiderio di “una Chiesa povera per i poveri”. Un invito rivolto anche alla politica, poiché – prosegue mons. Crepaldi – i poveri ricordano ai politici che “l’amore di Dio dà loro una dignità di cui nessuno può impadronirsi”. Dunque chi ha “di meno”, ossia gli indigenti, svolgono un compito che consiste nel “prospettare di più”, rappresentando così la “vocazione della politica”.

Il secondo ambito riguarda il tema dell’accoglienza della vita. Tra i poveri “di cui la Chiesa vuole prendersi cura con predilezione – afferma il paragrafo 213 della Evangelii gaudium -, ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo”.

Commentando questo paragrafo dell’Esortazione apostolica di papa Francesco, mons. Crepaldi afferma che vi è riassunto “tutto il magistero sociale della Chiesa sul diritto alla vita”. È qui, prosegue, che si esprime in modo limpido la vocazione della politica. Se, infatti, “ogni debolezza che chiede alla politica una risposta di cura è per essa questa vocazione”, lo è soprattutto “la debolezza delle debolezze, quella del concepito completamente indifeso”.

Con queste parole, riflette mons. Crepaldi, papa Francesco prosegue “pienamente” la strada dei predecessori per quanto riguarda “l’inserimento del Vangelo della vita dentro il Vangelo sociale: vita, famiglia, procreazione sono a pieno titolo tematiche della Dottrina sociale della Chiesa e come tali rappresentano una responsabilità primaria dei politici e dei legislatori”.

Rileva infine il vescovo di Trieste che la Evangelii Gaudium è pervasa dal “desiderio missionario della Chiesa”, la quale uscendo per evangelizzare si approccia anche al luogo della politica. Tuttavia – precisa – non si tratta di un “uscire pastoralistico o sociologistico o all’insegna del nuovismo”.

Lo si capisce bene – conclude mons. Crepaldi – nel passo nel quale papa Francesco ci invita a “valorizzare la storia della Chiesa come storia di salvezza, a fare memoria dei nostri santi che hanno inculturato il Vangelo nella vita dei nostri popoli, a raccogliere la ricca tradizione bimillenaria della Chiesa, senza pretendere di elaborare un pensiero disgiunto da questo tesoro, come se volessimo inventare il Vangelo” (n. 176).

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Federico Cenci

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