È giunta a Roma Floribeth Mora Diaz, la 51enne donna del Costa Rica guarita inspiegabilmente da un aneurisma cerebrale per intercessione di Giovanni Paolo II. È grazie al suo miracolo che domenica il Papa polacco verrà elevato agli onori degli altari. E Floribeth è venuta di persona dall’altra parte del mondo per dire ancora grazie a Wojtyla per averla salvata. Incontrata da ZENIT, la donna ha raccontato molti particolari della sua vita, da quando i medici le dissero che a causa della sua malattia non c’era più nulla da fare fino alla sorpresa degli stessi dottori nel vedere gli esami “dopo il miracolo”.
Ieri pomeriggio, inoltre, Floribeth ha raccontato ai giornalisti la sua commossa testimonianza in un briefing nell’atrio dell’Aula Paolo VI, a cui ha preso parte anche suor Adele Labianca che assistette la consorella Caterina Capitani, guarita per intercessione di Giovanni XXIII. Di seguito l’intervista alla “miracolata” di Giovanni Paolo II.
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Come reagì quando i medici le dissero che aveva un aneurisma alla base del cervello che la avrebbe portata alla morte in meno di un mese?
Floribeth Mora: Quando mi dissero la diagnosi rimasi sorpresa perché non me lo aspettavo per nulla, mi sono sempre considerata una persona sana. In ospedale sono andato migliaia di volte giusto per partorire i miei quattro figli. Il peggio però è stato nei giorni dopo, quando mi dissero che avevo un mese di vita. Quello fu il momento più drammatico…
Addirittura i medici le dissero di tornare a casa perché non c’era più nulla da fare…
Floribeth Mora: Si, fu incredibile, mai mi sarei aspettata una notizia così forte. Tuttavia sono rimasta aggrappata alla mando di Dio. Chiedevo al Signore che mi desse la forza, perché avevo tanta tanta paura, ma Gli dicevo anche che ero disposta a fare la Sua volontà e non la mia.
E ha poi chiesto l’intercessione di Giovanni Paolo II…
Floribeth Mora: Nonostante non fosse stato ancora beatificato, ho sempre pensato che Giovanni Paolo II fosse un santo, già da quando era in vita lo consideravo una persona speciale, non solo adesso che viene canonizzato.
Perché si rivolse a Giovanni Paolo II e non ad un altro Santo?
Floribeth Mora: Io ho sempre ammirato Padre Pio da Pietrelcina e creduto nella sua intercessione, però con Wojtyla era diverso… Fu il primo Papa che venne in Costa Rica e colpì tutti noi. All’epoca avevo 19 anni. Lo vidi passare per strada ed ebbi poi la possibilità di partecipare alla Messa che celebrò a La Sabana, dove c’erano parecchi giovani. E anche se l’ho visto solo da lontano l’ho sempre sentito vicino.
Quando ha capito di aver ricevuto il miracolo?
Floribeth Mora: Quando sentii una voce nella mia stanza che mi disse: “Alzati!”, e poi ancora: “Alzati, non avere paura!”. Avevo lì vicino una rivista con in copertina una foto di Giovanni Paolo II con le mani alzate come se mi sollevassero; allora mi alzai con calma, senza paura, senza dolore, con una pace incredibile e la consapevolezza che ero guarita. Da quel giorno sto in piedi per gloria di Dio.
In che lingua le parlò questa “voce”?
Floribeth Mora: In spagnolo, era la sua voce forte, non ebbi il minimo dubbio, e tuttora non ho mai dubitato di quello che ho ascoltato, sono sicurissima: era Giovanni Paolo II che mi parlava.
Quanti esami medici affrontò prima? Consultò anche medici di altri paesi?
Floribeth Mora: In altri paesi no, perché non avevamo i mezzi economici sufficienti. Fui comunque visitata da vari neurologi del Costa Rica. Per prima cosa mi fecero una TAC, poi una risonanza magnetica e la artereografía.
L’aneurisma è stato riscontrato nell’artereografia o in altri esami?
Floribeth Mora: In tutti gli esami si vedeva l’aneurisma. Da parte mia ero sicura di una cura immediata, nonostante non avessimo tanti soldi che lo garantissero. La cura, però, la vidi soltanto sei mesi dopo quando mi fecero la risonanza magnetica. Ho chiaramente impressa nella mia mente l’espressione del medico che correva da una parte all’altra per controllare se gli esami fossero corretti. Non riusciva a credere a questi ultimi esami, consultava ogni angolo dell’archivio, perché diceva che una donna con un problema cerebrale come il mio non poteva stare così bene. Io gli rispondevo: “Sì, sono sana, sono guarita per intercessione di Giovanni Paolo II”. E gli esami medici perché provavano quello che io dicevo.
Poi cosa successe?
Floribeth Mora: Dopo mi visitarono diversi neurologi del Costa Rica ed esperti del settore. Rimanevano sempre tutti sbalorditi. Risi molto quando alcuni mi dissero addirittura: “Signora, ma a lei chi ha detto che aveva un aneurisma?”. In seguito, fui ricoverata qui a Roma, nel Policlinico Gemelli, nell’ottobre 2012. Anche lì mi visitarono tanti medici, neurologi, e mi fecero sempre gli stessi esami: risonanza magnetica, artereografia e via dicendo.
E ora non ha nessuna traccia, nessuna cicatrice?
Floribeth Mora: Questa è la cosa più importante, non c’era traccia in nessun esame che indicava che in qualche momento avevo avuto un aneurisma. Tantomeno ho avuto conseguenze sul mio fisico, né subii danni o una paraplegia al lato sinistro come avevano predetto i dottori.