Appello Caritas per la popolazione sofferente della Corea del Nord

CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 16 giugno 2009 (ZENIT.org).- Secondo la Caritas, per porre fine alla drammatica situazione che si vive in Corea del Nord è necessario alleviare l’acuta sofferenza dei poveri più che agire a livello militare.

I membri di Caritas Internationalis di Asia, Nord America ed Europa si sono incontrati la scorsa settimana a Pechino (Cina) per discutere la situazione nella penisola coreana tra le crescenti tensioni che la affliggono.

Un comunicato Caritas ricevuto da ZENIT ricorda che le Nazioni Unite hanno imposto delle sanzioni alla Corea del Nord dopo che il Governo di Pyongyang ha condotto dei test di armi nucleari e ha affermato che intende rafforzare il suo programma di armamenti.

In questo contesto, la Caritas chiede la denuclearizzazione della regione per poter sostenere uno sviluppo pacifico.

Per questo, esorta a colloqui di pace che propongano soluzioni pratiche per i nordcoreani, dichiarando che rappresentano il modo migliore per evitare ogni escalation che possa portare a un’azione militare. Allo stesso modo, aggiunge che il ricorso al conflitto armato avrà conseguenze devastanti per i poveri della Corea del Nord e destabilizzerà la regione.

La crisi umanitaria in Corea del Nord è sempre più grave. Almeno 8,7 milioni di persone (su una popolazione totale di 23 milioni) hanno bisogno di assistenza alimentare, ma pochi la stanno ricevendo e gli aiuti subiranno ulteriori tagli per mancanza di finanziamenti. In molte zone, le infrastrutture sanitarie ed educative sono vicine al collasso.

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Il segretario generale di Caritas Internationalis Lesley-Anne Knight ha partecipato all’incontro di Pechino affermando che “un intervento armato in risposta alle azioni belligeranti della Corea del Nord provocherà solo una maggiore tragedia umana e aggraverà la sofferenza della popolazione”.

“Per alleviare la sofferenza e impegnare la Corea del Nord a trovare una soluzione a questa crisi sono fondamentali dei negoziati autentici con risultati concreti per migliorare le condizioni di vita quotidiane della gente”.

“La situazione disperata di molti nordcoreani deve essere affrontata dalla comunità internazionale – ha proseguito la Knight –. La maggior parte della popolazione è altamente vulnerabile e vive in uno stato precario in cui non sono garantite le necessità fondamentali. Queste persone non dovrebbero essere vittime delle provocazioni del loro Governo”.

Nei suoi programmi, la Caritas sta dando priorità a bambini, donne e anziani, che rappresentano le fasce della popolazione più deboli e colpite.

Per molti anni l’organizzazione ha fornito assistenza umanitaria ai più poveri in Corea del Nord, e continuerà a mobilitarsi nei settori della distribuzione di aiuti alimentari, della sanità e dell’istruzione, coadiuvata dai suoi partner locali e regionali. La rete Caritas globale lavora attraverso il suo membro Caritas Corea per coordinare tutte le attività.

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ZENIT Staff

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