Syrian refugees at the border of Hungary and Austria on their way to Germany. Hungary

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"Regno Unito accolga almeno 50mila profughi siriani". L'appello di 84 vescovi anglicani

In una lettera al premier Cameron, la Church of England chiede un “maggiore sforzo” a governo e popolazione per fronteggiare l’emergenza rifugiati nel paese

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Una maggiore accoglienza per dare una risposta “significativa e sostanziale” e “un approccio più ampio” all’emergenza rifugiati. È quanto chiedono 84 vescovi anglicani della Church of England in una lettera inviata lo scorso 10 settembre – ma resa nota solo sabato scorso – al primo ministro britannico David Cameron. Più nel concreto, i presuli chiedono che nel Regno Unito vengano ospitati almeno 50mila profughi dalla Siria nei prossimi cinque anni, invece dei 20mila promessi dal Governo che non sono “sufficienti”. 

Inoltre essi, pur esprimendo perplessità sulla politica britannica in tema di immigrazione, sottolineano positivamente la pronta risposta del leader conservatore di fronte alle richieste dell’Unione Europea e della comunità internazionale.​ Londra – come informa infatti L’Osservatore Romano – ha già fornito un miliardo di sterline  (circa 1,35 miliardi di euro) alla Siria, oltre a cento milioni di sterline (135 milioni di euro), donati alle associazioni umanitarie che operano in quel Paese.

Tuttavia, secondo i vescovi della Church of England, da parte del Regno Unito servirebbe uno sforzo in più, anche per evitare “ulteriori sofferenze”. Da parte loro, i pastori dicono di essere “pronti a svolgere la nostra parte” e  incoraggiano le comunità anglicane a lavorare insieme per offrire accoglienza, orientamento,  integrazione, informazioni e sostegno ai rifugiati in arrivo.

Un appello anche a congregazioni e singoli individui affinché, dove possibile, possano adoperarsi per mettere a disposizione proprietà in affitto e seconde case, nonché a fare da tutori ai minori non accompagnati. “Preghiamo, agiamo e siamo a fianco del Governo — si legge nelle ultime righe della lettera — per raccogliere la sfida che questa crisi pone alla nostra comune umanità”.

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ZENIT Staff

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