ROMA, venerdì 23 aprile 2004 (ZENIT.org).- Gemma Galgani (1878-1903) è un antidoto contro la solitudine della vita affermano Bruno Moriconi e Armida Pezzini in un volume prossimamente in uscita nelle librerie italiane. <br>
In una intervista concessa a ZENIT, Bruno Moriconi spiega ciò che si nasconde dietro il famoso sorriso di Gemma Galgani, la santa che durante tutta la sua vita sopportò le incomprensioni e i patimenti, soffrendo di profonda solitudine e povertà a causa della precoce scomparsa dei genitori e di gravi dissesti finanziari, fino a ricevere le stigmate.
Bruno Moriconi, ocd, originario di Camaiore (Lucca), è docente di Esegesi e di Cristologia presso la Pontificia Facoltà Teologica del “Teresianum”, di cui è stato anche Preside, e presso l’Istituto Internazionale di Teologia Pastorale Sanitaria “Camillianum” della stessa città.
E’ coautore del libro: “Oltre la Solitudine. Il messaggio di Gemma Galgani”, edito da “Città Nuova”.
Cosa c’è dietro il sorriso di santa Gemma Galgani, la santa della Passione?
Bruno Moriconi: Santa Gemma era veramente anche una bella ragazza, ma dietro il “sorriso” di cui si parla al primo capitolo del libro, c’è molto di più. Il suo atteggiamento, cioè, accogliente e amorevole e quella serenità che le veniva dalla fede.
Nonostante le vicende tristi della sua vita, infatti, Gemma offriva tutto ciò che le capitava per il bene degli altri. Dietro il sorriso di Gemma, infatti, c’è l’amore di Gesù per tutta l’umanità. “Io vorrei, o Gesù, che la mia voce arrivasse ai confini di tutto il mondo”, Gli dice, infatti, nella preghiera.“Chiamerei tutti e direi loro di entrare nel tuo cuore”.
Nonostante sia giustamente identificata come “santa della Passione”, Gemma non si appassiona per la sofferenza come tale, ma per l’amore che ha spinto il nostro Signore a dare tutto, lasciandosi perfino crocifiggere, pur di portare a tutti l’amore del Padre.
In che modo Gemma “arricchisce il mondo con la forza dell’amore”, come Lei afferma?
Bruno Moriconi: Perchè, una volta scoperto ciò che veramente la muove e la sostiene, Gemma è una di quelle figure di cui abbiamo più bisogno. Benché, infatti, si parli tanto di amore, l’amore praticato nel nostro mondo è spesso solo un risvolto dell’egoismo e un voler ottenere a tutti i costi.
Al contrario, quello dei santi come Gemma è veramente più forte della morte, perché è quell’amore trasparente e disinteressato di cui abbiamo tutti tanto bisogno ad ogni dimensione, qualunque sia la nostra scelta di vita.
Come si impara da Gemma la fiducia che vince la solitudine?
Bruno Moriconi: Abbiamo scelto questo titolo (“Oltre la solitudine”), poiché ci è sembrato che, fondamentalmente, sia questo il messaggio di Gemma per il nostro tempo. Intanto, poiché – essendo rimasta sola e non potendo realizzare neppure il suo desiderio di entrare in un monastero – ha sperimentato al massimo, lei stessa, l’emarginazione della solitudine.
In secondo luogo, poi, poiché, nonostante ci fossero le premesse perché Gemma si disperasse o cadesse in depressione, ha avuto la grazia di trovare la forza per vivere serena. Per merito soprattutto di sua madre che l’aveva educata alla fiducia nel Signore e nella Madonna, si è infatti guardata dentro e vi ha trovato quella presenza che nessuno avrebbe mai potuto toglierle.
Ha imboccato, cioè, la via semplice della preghiera che ciascuno di noi, oltre che in chiesa, può fare nel segreto del proprio cuore, a casa, per strada, a scuola, al lavoro ed in ogni altra occasione. È il poter avere sempre un Tu a cui rivolgerci, infatti, la sola arma contro la solitudine.
Si sentiva Gemma, in qualche modo, fuori posto, per il fatto di voler essere suora e di non poterlo essere a causa della sua salute?
Bruno Moriconi: Entrare in monastero fu l’unica cosa che veramente desiderò per sé. Benché richiesta più volte in sposa, infatti, Gemma si sentiva chiamata ad una vita di consacrazione in un monastero.
Respinta per l’ennesima volta anche dal monastero di Tarquinia dove si sarebbe contentata anche di svolgere solo i servizi più umili, Gemma non poté evitare di esprimere la propria delusione. “Viva non mi ci vogliono – disse ad una sua zia – ma da morta mi cercheranno”.
Parole che si sono rivelate profetiche, dato che, non solo il monastero delle Passioniste di Lucca è costruito attorno al Santuario di Santa Gemma, ma anche perché la santa – insieme a Madre Gemma Giannini – è anche la loro gloria più grande.
Anche se non si trovava nel luogo che avrebbe desiderato, Gemma non si sottrasse, tuttavia, alla vita e all’impegno di ogni giorno. Invece di domandarsi perché fosse accaduto proprio a lei, tutto ciò che le era successo, compresa la non accettazione in monastero, visse la sua vita dove si trovava.
Del resto, anche suo fratello Tonino, un giorno che l’aveva vista un po’ delusa dai rifiuti delle monache, le aveva detto: “Non ti sgomentare, se vuoi farti santa, ti puoi far santa anche fuori dal convento”.
Un saggio consiglio che vale per tutti, dato che le condizioni ideali per vivere al meglio non esistono, ma si può vivere al meglio in qualsiasi condizione, come insegna San Giovani della croce con questa massima di una efficacia assoluta: “Dove vedi che non c’è amore, metticelo e ce lo troverai”.
Il suo messaggio oggi è accattivante per i giovani?
Bruno Moriconi: Potrebbe sembrare di no, dato un certo modo unilaterale di presentare la figura di Gemma, tutta avviluppata negli straordinari fenomeni che punteggiano la sua breve esistenza. Se, tuttavia – come si è cercato di fare anche in questo piccolo libro – ci si sofferma di più sulla sua vita reale, i suoi ideali e le sue paure, anche il giovane di oggi può riscoprirla come compagna di viaggio, oltre che come protettrice.