Sabato 26 ottobre nell’Aula della Conciliazione la consegna del riconoscimento intitolato al sacerdote fidei donum assassinato in Turchia nel 2006 mentre pregava. Saranno premiati i coniugi LUIGI e ISABELLA BENCETTI; suor MARZIA FEURRA e suor ANNA BACCHION delle Missionarie della Consolata; padre SEBASTIANO D’AMBRA del Pime; la Comunità Missionaria Intercongregazionale. Consegnerà i premi il vescovo ausiliare GIANPIERO PALMIERI
Si terrà sabato 26 ottobre, alle ore 10.30, nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Apostolico Lateranense, la prima edizione del Premio Don ANDREA SANTORO: un riconoscimento a chi si è speso per il dialogo interreligioso e la missione, come il prete della diocesi di Roma alla cui memoria è dedicato.
I premiati saranno LUIGI e ISABELLA BENCETTI, a lungo impegnati in Perú; suor ANNA BACCHION e suor MARZIA FEURRA, missionarie della Consolata a Djibuti; padre SEBASTIANO D’AMBRA, missionario del Pime nelle Filippine; la Comunità Missionaria Intercongregazionale di Haiti.
A consegnare il riconoscimento intitolato al sacerdote fidei donum assassinato a Trabzon in Turchia il 5 febbraio del 2006, mentre pregava con la Bibbia tra le mani, sarà il vescovo ausiliare GIANPIERO PALMIERI, incaricato per la cooperazione missionaria tra le Chiese nella diocesi di Roma.
LUIGI e ISABELLA BENCETTI sono due coniugi romani. LUIGI, ordinato diacono permanente della diocesi di Roma nella parrocchia dei Santi Protomartiri, ha chiesto di poter prestare servizio a Carabayllo, in Perú, dove dal 2001 al 2007 ha vissuto con la moglie. «Ai due è assegnata una piccola casa con annessa cappellina dedicata alla Vergine di Loreto – racconta don MICHELE CAIAFA, addetto del Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese della diocesi – per servire circa 40mila persone residenti in modo stabile nella più assoluta precarietà, non solo economica ma anche di ogni genere di servizi essenziali». Gli anni nel Paese latinoamericano vedono la costante presenza di altri membri della comunità diaconale della diocesi di Roma con le loro mogli, che aiutano la missione insieme a tanti giovani provenienti soprattutto dalla parrocchia di origine di LUIGI. Il servizio dei coniugi BENCETTI si interrompe però nel 2007, quando sono costretti a rientrare in Italia a causa di problemi di salute di LUIGI, che morirà l’anno successivo.
Suor MARZIA FEURRA e suor ANNA BACCHION sono due religiose appartenenti alla congregazione delle Missionarie della Consolata, che da anni risiedono ad Ali Sabieh, impegnate nel campo sanitario, nella scuola, nel servizio ai disabili e nella promozione della donna. Suor MARZIA, classe 1938, per quarant’anni ha vissuto in Somalia, fino al 2007. «Nel 1998 venne rapita – ricorda ancora don CAIAFA – e, a testimonianza dell’amore del popolo verso di lei e le altre sorelle, furono le donne di Mogadiscio, circondando la casa in cui era trattenuta, a costringere i rapitori a rilasciarla con un sit-in pacifico».
Suor ANNA invece prestava servizio in Libia, e fu destinata a Djibouti nel 2004.
Padre SEBASTIANO D’AMBRA si trova nelle Filippine dal 1977, nell’isola di Mindanao, «caratterizzata da una forte presenza musulmana – rimarcano dal Centro missionario diocesano –. La zona da lungo tempo è lacerata da tensioni con il governo centrale, da attentati terroristici, rappresaglie e forme di guerriglia». Padre D’AMBRA, fin dal suo arrivo, si è occupato non solo della comunità cristiana locale, ma ha anche cercato di inserirsi nell’ambiente musulmano. Nel maggio 1984 ha dato vita al movimento di dialogo islamico-cristiano Silsilah (catena), da cui è scaturita la Comunità Emmaus, un piccolo gruppo di “laiche consacrate”, riconosciuto dalla diocesi nel 1997, con il carisma specifico del dialogo con l’Islam. Padre D’AMBRA, già segretario della Commissione episcopale per il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale filippina, è stato recentemente riconfermato nell’incarico, sia per la sua esperienza che per la sua autorevolezza in materia. Dalle Filippine ad Haiti: è qui che dal 2010 opera la Comunità Missionaria Intercongregazionale (Cim), nata per rispondere alle sofferenze della popolazione dopo il terremoto del 12 gennaio di quell’anno. Attualmente la comunità è formata da una sorella missionaria comboniana, una mercedaria e una sorella della congregazione messicana Maestre cattoliche.