Alle ore 12.30 di oggi, nella Sala Clementina, Papa Francesco ha ricevuto in Udienza le partecipanti al Capitolo Generale dell’Unione Romana dell’Ordine di Sant’Orsola e ha rivolto loro il discorso che pubblichiamo di seguito:
Discorso del Santo Padre
Care sorelle!
Rivolgo un cordiale saluto ad ognuna di voi e ringrazio la Priora Generale. Il Capitolo Generale è un evento di Grazia, un avvenimento ecclesiale: anche quando è celebrato nella più stretta riservatezza, appartiene alla vita della Chiesa. Tutto ciò appare particolarmente evidente in riferimento a questo vostro Capitolo Generale, che ha per tema: «Comunità globale, andiamo verso una nuova vita». Impegnativo!
L’accostamento di queste due parole: comunità e globale, porta subito a interrogarsi, perché sembra contraddittorio. Generalmente il termine comunità si usa per indicare un insieme di persone che condividono uno stesso ambiente abbastanza ristretto: come la comunità religiosa, la comunità parrocchiale, insomma, una forma circoscritta di popolo di Dio; l’aggettivo globale, invece, si usa per attribuire alla realtà a cui ci si riferisce una estensione universale, che arriva fino agli estremi confini della terra.
Sembra che questi due termini non siano fatti per stare insieme, eppure, questa è la realtà in cui viviamo e con la quale dobbiamo fare i conti. Ci ritroviamo in un tempo sempre più interconnesso e abitato da popoli ormai giunti ad essere parte di una “comunità globale”. Ci ritroviamo tutti più vicini di fronte alle grandi sfide con cui dobbiamo confrontarci. Oggi nessuno può più dire: “Questo non mi riguarda”.
La tutela dei diritti dell’uomo, la conquista della libertà di pensiero e religiosa, l’evangelizzazione dei lontani e dei vicini – cominciando da sé stessi –, la giustizia sociale, la tutela dell’ambiente e la comune ricerca di uno sviluppo sostenibile, l’avvento di una economia umanistica, di una politica che sia veramente al servizio dell’uomo non sono “problemi degli altri”, ma sono i nostri problemi, sono i miei problemi; non interessano più soltanto un popolo o una nazione, ma tutto il mondo.
Per esempio, l’Amazzonia che brucia non è un problema solo di quella regione, è un problema mondiale; il fenomeno migratorio non riguarda solo alcuni Stati, ma la comunità internazionale; e così via.
Ecco allora l’invito speranzoso espresso dalla seconda parte del vostro tema: «Andiamo verso una nuova vita». Queste parole riprendono ciò che diceva spesso Sant’Angela Merici: «Fate vita nuova». Ma come è possibile andare verso una nuova vita? È possibile aprendo le porte a Cristo e imitandolo nella carità, ossia nel suo farsi prossimo di ogni uomo e donna di ogni lingua, popolo e nazione con grande rispetto per la diversità dell’altro, sia culturale sia religiosa. Allo stesso modo anche voi, care sorelle, nel rispetto delle vostre identità personali e dell’originalità carismatica che vi caratterizza, siete chiamate a “fare vita nuova”, a portare una ventata di vita nuova fino agli estremi confini della terra, sapendo stare con responsabilità in mezzo ai popoli, alle nazioni e alle culture diverse, affinché il messaggio di fede, speranza e carità che portate possa attirare le persone a Cristo.
Quello in cui viviamo è un contesto internazionale e interculturale, pertanto vi invito a cercare, in un clima di preghiera, gli strumenti adeguati affinché nel perseguire i vostri obiettivi individuali e comunitari non perdiate di vista l’orizzonte vasto dell’umanità per la quale Gesù ha dato la vita. A tale proposito, auspico per tutta l’Unione Romana dell’Ordine di Sant’Orsola una scelta missionaria coraggiosa, capace di trasformare ogni cosa, affinché le consuetudini, gli stili, gli orari, i linguaggi e le strutture di governo e di apostolato diventino canali adeguati per l’evangelizzazione del mondo attuale.
Per fare questo è necessaria una conversione pastorale delle strutture, in modo che esse siano sempre più orientate alla missione, siano “in uscita” – perché se non è in uscita non è Chiesa –, per favorire la risposta di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia. Più che mai abbiamo bisogno di testimonianze coerenti. Testimonianze coerenti, per favore, mi raccomando. La Chiesa ha bisogno di uomini e donne che, incominciando dalla propria conversione personale, siano in grado di offrire al prossimo ascolto e comprensione insieme alla gioia del Vangelo.
Voi, care sorelle, siete chiamate a dare questa testimonianza come figlie fedeli di Sant’Angela Merici, trovando rinnovata ispirazione nel suo carisma, per rispondere alla sete di questo mondo, che in ultima istanza è sete di Cristo e sete della sua Misericordia. In questo contesto vorrei incoraggiarvi a proseguire con entusiasmo il vostro compito educativo, soprattutto in un tempo in cui i giovani sono oberati da un’enorme quantità di informazioni e disorientati dalla velocità con cui esse vengono trasmesse.
Di conseguenza è necessaria una proposta educativa che insegni a pensare criticamente, a discernere i pro e i contro dei mezzi che usiamo e che sappia indicare ai giovani un percorso di maturazione nei valori. Voi sapete bene che una seria crescita umana nella consapevolezza dei valori è possibile solo coniugando l’educazione con l’annuncio del Vangelo. Questo avviene principalmente attraverso la testimonianza personale, perciò vi invito a curare attentamente la vita spirituale. L’amore per la gente è una forza che favorisce l’incontro con Dio e la stessa vita spirituale, perché chi ama il prossimo ama Dio, mentre chi non ama il fratello «cammina nelle tenebre», «rimane nella morte» e «non ha conosciuto Dio» (1Gv 2,11; 3,14; 4,8).
Quando viviamo lo spirito dell’incontro, quando ci avviciniamo agli altri con l’intento di cercare il loro bene, allarghiamo la nostra interiorità per ricevere i più bei regali del Signore. Ogni volta che ci incontriamo con un fratello e una sorella nell’amore, viene maggiormente illuminata la fede per riconoscere Dio. Per questo, se volete crescere nella vita spirituale, non potete rinunciare ad essere missionarie.
Care sorelle, chiedo a Dio, per intercessione della Vergine Santissima, di Sant’Orsola e di Sant’Angela Merici, di illuminarvi nel discernimento e nelle decisioni, di darvi la forza di metterle in opera, sempre memori che il fine ultimo della vita è dare gloria a Dio. La grazia del Signore vi accompagni sempre e vi sostenga nel vostro cammino. Di cuore benedico voi e tutte le vostre comunità. Tutte! E voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie!