Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Bulgaria e nella Macedonia del Nord – Macedonia del Nord: Cerimonia di benvenuto, Visita al Presidente - Foto © Servizio Fotografico - Vatican Media

"Fare del vostro Paese un faro di pace, di accoglienza e di integrazione"

Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Bulgaria e nella Macedonia del Nord – Accoglienza Ufficiale nella Macedonia del Nord, Cerimonia di benvenuto, Visita al Presidente, Incontro con il Primo Ministro e Incontro con le Autorità

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Accoglienza Ufficiale all’Aeroporto di Skopje
All’arrivo all’Aeroporto di Skopje, alle ore 8.05, il Santo Padre Francesco è stato accolto dal Presidente della Macedonia del Nord, Sig. Gjorge Ivanov. Quindi due bambini in abito tradizionale gli hanno offerto simbolicamente in dono pane, sale e acqua. Dopo gli onori militari, il Presidente della Repubblica della Macedonia del Nord e il Primo Ministro, Sig. Zoran Zaev, hanno accompagnato alla macchina il Papa che si è trasferito al Palazzo Presidenziale.
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Cerimonia di benvenuto in Macedonia del Nord nel cortile del Palazzo Presidenziale, Visita di cortesia al Presidente, Incontro con il Primo Ministro nel Palazzo Presidenziale
Al Suo arrivo al Palazzo Presidenziale di Skopje, alle ore 9.00 di questa mattina, il Santo Padre Francesco è stato accolto dal Presidente della Repubblica della Macedonia del Nord, Sig. Gjorge Ivanov. Dopo l’esecuzione degli inni, gli onori militari e la presentazione delle Delegazioni, il Presidente ha accompagnato il Papa all’interno del Palazzo dove hanno posato per la foto ufficiale. Quindi si sono recati insieme al secondo piano, nella sala dove si è svolto l’incontro privato. Concluso l’incontro, dopo la presentazione della famiglia e lo scambio dei doni, il Santo Padre si è recato nella sala adiacente per l’incontro privato con il Primo Ministro, Sig. Zoran Zaev. Dopo la presentazione della famiglia del Primo Ministro, il Presidente ha accompagnato Papa Francesco al primo piano del Palazzo per l’incontro con le Autorità.
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Incontro con le Autorità, con la Società Civile e con il Corpo Diplomatico, nel Palazzo Presidenziale di Skopje
Alle ore 9.35 di questa mattina, il Santo Padre Francesco ha incontrato le Autorità, i rappresentanti della Società Civile e i Membri del Corpo Diplomatico nel Palazzo Presidenziale di Skopje. Dopo il saluto del Presidente, il Papa ha pronunciato il Suo discorso. Al termine, Papa Francesco, dopo essersi congedato dal Presidente, si è trasferito in auto al Memoriale Madre Teresa. Pubblichiamo di seguito il discorso che il Santo Padre ha rivolto alle Autorità, ai rappresentanti della Società Civile e ai Membri del Corpo Diplomatico:
Discorso del Santo Padre
Signor Presidente,
Signor Primo Ministro,
Illustri Membri del Corpo Diplomatico,
Distinte Autorità civili e religiose,
Cari fratelli e sorelle,
Ringrazio cordialmente il Signor Presidente per le sue cortesi parole di benvenuto e per il gradito invito a visitare la Macedonia del Nord, che egli, unitamente al Signor Primo Ministro, mi ha rivolto. Ringrazio parimenti i rappresentanti delle altre Comunità religiose qui presenti. Saluto con viva cordialità la comunità cattolica qui rappresentata dal Vescovo di Skopje ed Eparca dell’Eparchia della Beata Maria Vergine Assunta in Strumica-Skopje, che è parte attiva e integrante della vostra società e partecipa a pieno titolo alle gioie, alle preoccupazioni e alla vita quotidiana del vostro popolo.
È la prima volta che il Successore dell’Apostolo Pietro si reca nella Repubblica della Macedonia, e sono lieto di poterlo fare nel 25° anniversario dell’allacciamento delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede, che furono stabilite pochi anni dopo l’indipendenza, avvenuta nel settembre del 1991. La vostra terra, ponte tra oriente e occidente e punto di confluenza di numerose correnti culturali, condensa molte caratteristiche peculiari di questa regione. Con le raffinate testimonianze del suo passato bizantino e ottomano, con le ardite fortezze tra i monti e le splendide iconostasi delle sue antiche chiese, che rivelano una presenza cristiana fin dai tempi apostolici, manifesta la densità e la ricchezza della millenaria cultura che la abita. Ma permettetemi di dire che questa ricchezza culturale è solo lo specchio del vostro più prezioso e valido patrimonio: la composizione multietnica e multireligiosa del volto del vostro popolo, frutto di una storia ricca e, perché no, anche complessa di relazioni intessute nel corso dei secoli.
Questo crogiuolo di culture e di appartenenze etniche e religiose ha dato luogo a una pacifica e duratura convivenza, nella quale le singole identità hanno saputo e potuto esprimersi e svilupparsi senza negare, opprimere o discriminare le altre. Hanno avuto un atteggiamento più grande della tolleranza: hanno saputo aver rispetto. Esse hanno così dato forma a una tessitura di rapporti e di situazioni che, sotto questo profilo, possono rendervi un esempio a cui fare riferimento per una convivenza serena e fraterna, nella distinzione e nel rispetto reciproco.
Queste speciali caratteristiche sono nel medesimo tempo di rilevante significato sulla via di una più stretta integrazione con i Paesi europei. Auspico che tale integrazione si sviluppi positivamente per l’intera regione dei Balcani occidentali, come pure che essa avvenga sempre nel rispetto delle diversità e dei diritti fondamentali. Qui, infatti, tanto la differente appartenenza religiosa di Ortodossi, Musulmani, Cattolici, Ebrei e Protestanti, quanto la distinzione etnica tra Macedoni, Albanesi, Serbi, Croati e persone di altra origine, ha creato un mosaico in cui ogni tessera è necessaria all’originalità e bellezza del quadro d’insieme. Bellezza che raggiungerà il suo maggior splendore nella misura in cui saprete trasmetterla e seminarla nel cuore delle nuove generazioni. Tutti gli sforzi che si compiono, affinché le diverse espressioni religiose e le differenti etnie trovino un terreno d’intesa comune nel rispetto della dignità di ogni persona umana e nella conseguente garanzia delle libertà fondamentali, non saranno mai vani, anzi, costituiranno la necessaria semina per un futuro di pace e di fecondità.
Vorrei segnalare, inoltre, il generoso sforzo compiuto dalla vostra Repubblica – sia dalle sue Autorità statali sia col valido contributo di diverse Organizzazioni internazionali, della Croce Rossa, della Caritas e di alcune ONG – nell’accogliere e prestare soccorso al gran numero di migranti e profughi provenienti da diversi Paesi medio-orientali. Essi fuggivano dalla guerra o da condizioni di estrema povertà, spesso indotte proprio da gravi episodi bellici, e negli anni 2015 e ‘16 hanno varcato i vostri confini, diretti in massima parte verso il nord e l’ovest dell’Europa, trovando in voi un valido riparo. La pronta solidarietà offerta a coloro che si trovavano allora nel più acuto bisogno per aver perso tante persone care oltre alla casa, al lavoro e alla patria vi fa onore e parla dell’anima di questo popolo che, conoscendo anche le privazioni, riconosce nella solidarietà e nella condivisione dei beni le vie di ogni autentico sviluppo.
Auspico che si faccia tesoro della catena solidale che ha contraddistinto quell’emergenza, a vantaggio di ogni opera di volontariato a servizio di molte forme di disagio e di bisogno. Vorrei anche rendere omaggio in modo del tutto speciale a una vostra illustre concittadina che, mossa dall’amore di Dio, ha fatto della carità verso il prossimo la suprema legge della sua esistenza, suscitando ammirazione in tutto il mondo e inaugurando uno specifico e radicale modo di porsi al servizio degli abbandonati, degli scartati, dei più poveri.
Mi riferisco chiaramente a colei che è universalmente conosciuta come Madre Teresa di Calcutta. Ella nacque in un sobborgo di Skopje nel 1910 col nome di Anjezë Gonxha Bojaxhiu e svolse il suo apostolato, fatto di umile e totale donazione di sé, in India, e per mezzo delle sue sorelle ha raggiunto i più diversi confini geografici ed esistenziali. Sono lieto di potermi recare tra poco a sostare in preghiera nel Memoriale a lei dedicato, costruito nel luogo dove sorgeva la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, in cui lei fu battezzata. Siete giustamente fieri di questa grande donna. Vi esorto a continuare a lavorare con impegno, dedizione e speranza affinché i figli e le figlie di questa terra possano, sul suo esempio, scoprire, raggiungere e maturare la vocazione che Dio ha sognato per loro.
Signor Presidente, La Santa Sede, a partire dal momento in cui la Macedonia del Nord ottenne l’indipendenza, ha accompagnato con viva attenzione i passi che il Paese ha compiuto nel far progredire il dialogo e la comprensione tra le Autorità civili e le confessioni religiose. Oggi la Provvidenza mi offre la possibilità di manifestare di persona questa mia vicinanza; e così anche di esprimere gratitudine per la visita che ogni anno una vostra delegazione ufficiale compie in Vaticano in occasione della festa dei Santi Cirillo e Metodio. Vi incoraggio a proseguire fiduciosi nel cammino iniziato per fare del vostro Paese un faro di pace, di accoglienza e di integrazione feconda tra culture, religioni e popoli. A partire dalle rispettive identità e dal dinamismo della loro vita culturale e civile, essi potranno in tal modo costruire un destino comune, aprendosi alle ricchezze di cui ciascuno è portatore. Che Dio protegga e benedica la Macedonia del Nord, la conservi nella concordia e le conceda prosperità e gioia!

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ZENIT Staff

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