Conferenza Stampa di presentazione della Giornata Missionaria Mondiale (18 ottobre 2020) - Intervento di S.E. Mons. Protase Rugambwa e di S.E. Mons. Giampietro Dal Toso - Foto (Screenshot) Copyright Vatican Media

Mons. Protase Rugambwa: “Ognuno di noi è inviato a portare l’amore di Dio a tutti”

Conferenza Stampa di presentazione della Giornata Missionaria Mondiale (18 ottobre 2020) – Intervento di S.E. Mons. Protase Rugambwa e di S.E. Mons. Giampietro Dal Toso

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Alle ore 11.30, presso l’Aula “Giovanni Paolo II” della Sala Stampa della Santa Sede, in Via della Conciliazione 54, ha luogo la Conferenza Stampa di presentazione della Giornata Missionaria Mondiale che si celebra domenica 18 ottobre 2020 sul tema “Eccomi, manda me”. Intervengono S.E. Mons. Protase Rugambwa, Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; S.E. Mons. Giampietro Dal Toso, Presidente delle Pontificie Opere Missionarie (POM); Padre Tadeusz J. Nowak, O.M.I., Segretario Generale della Pontificia Opera della Propagazione della Fede (POPF). Sono presenti in sala per testimoniare e raccontare la loro esperienza di vita in missione Suor Ana Cambongo António (Angola); Don Vignandas Gangula (India); Marco Gibelli e Lucia Truttero (Italia). Ne riportiamo di seguito gli interventi:

Intervento di S.E. Mons. Protase Rugambwa

Quest’oggi presentiamo il Messaggio del Santo Padre Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale di domenica 18 ottobre 2020 dal titolo «Eccomi, manda me». Il cuore di questo messaggio si riferisce a come la missione interpella ciascuno di noi, personalmente, nella nostra vocazione e nella nostra appartenenza alla Chiesa nel mondo di oggi. La celebrazione di questa giornata è fonte di gioia per la Chiesa universale, anche se nelle Chiese locali verrà celebrata in modo diverso, quest’anno, per via delle particolari circostanze che stiamo vivendo a causa della pandemia di COVID-19.

Dice Papa Francesco: Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. […] In questo contesto, la chiamata alla missione, l’invito ad uscire da sé stessi per amore di Dio e del prossimo si presenta come opportunità di condivisione, di servizio, di intercessione (Messaggio del Santo Padre Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2020). La Missione da Gesù affidata alla Chiesa non si ferma mai. Noi, come ci aveva ricordato il Santo Padre nell’ottobre Missionario Straordinario dell’anno scorso “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel Mondo”, siamo quest’anno chiamati a dare una risposta concreta «Eccomi, manda me», così come rispose il profeta Isaia, per poter portare avanti questa “missione”. Dio che ha “inviato” e sostenuto Gesù è lo stesso che ci manda per il tramite del Suo Figlio e ci sostiene con la forza dello Spirito Santo: «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (Gv 20, 21). «A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli […] insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt. 28,18-20).

Ognuno di noi è inviato a portare l’amore di Dio a tutti e soprattutto ai più bisognosi. Questo significa fare la volontà di Dio ed agire secondo il piano divino di salvezza. Non dobbiamo avere paura! La missione va avanti grazie alla forza dello Spirito Santo. Senza di Lui non possiamo fare nulla. «La missione che Dio affida a ciascuno fa passare dall’io pauroso e chiuso all’io ritrovato e rinnovato dal dono di sé». (Messaggio del Santo Padre Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2020). Ognuno di noi dovrebbe ascoltare la voce dello Spirito Santo e lasciarsi guidare da questa forza sicura e capace. Tutti noi battezzati abbiamo ricevuto in dono la forza dello Spirito Santo con il battesimo e pertanto siamo chiamati ad essere protagonisti di questa missione, dobbiamo rispondere con fermezza a Dio: «Eccomi, manda me» (Is 6, 8). Il Santo Padre, nel suo messaggio per questa Giornata Missionaria Mondiale ci interpella: Siamo disposti ad essere inviati ovunque per testimoniare la nostra fede in Dio Padre misericordioso, per proclamare il Vangelo della salvezza di Gesù Cristo, per condividere la vita divina dello Spirito Santo edificando la Chiesa? Come Maria, la madre di Gesù, siamo pronti ad essere senza riserve al servizio della volontà di Dio? (cfr. Lc 1, 38).

La missione va a toccare e trasformare tutti i settori e le aree della vita al fine di salvare l’umanità e il creato: le famiglie, posti di lavoro, fabbriche, scuole, la politica, l’ambiente ecc. Siamo invitati a rispondere alla chiamata di Dio, in maniera libera e consapevole e ad essere disponibili perché il Signore ci mandi. Questa è la missione: Chi manderò? Eccomi manda me! Accogliendo con gioia questo Messaggio del Santo Padre e ringraziandolo per l’esortazione missionaria che ci offre. Vogliamo, ancora oggi con lui, invitare tutti i fedeli a riconfermare la loro disponibilità e la loro partecipazione attiva alla missione evangelizzatrice della Chiesa, sempre più necessaria e urgente. In che modo? Tramite la preghiera, il sacrificio, la riflessione, l’aiuto materiale delle nostre offerte allo scopo importante di aiutare e sostenere il lavoro missionario che viene svolto, a nome del Papa, dalle Pontificie Opere Missionarie.

Che la Vergine Maria Madre della Chiesa e Regina degli Apostoli ci accompagni nelle nostre attività missionarie per la salvezza di tutta l’umanità.

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Intervento di S.E. Mons. Giampietro Dal Toso

Nel mio breve intervento dirò alcune parole sulle Pontificie Opere Missionarie e sul Fondo istituito a nome del Santo Padre per sostenere le Chiese locali in questo periodo di pandemia.

Nel suo messaggio per la Giornata Mondiale delle Missioni il Papa evoca l’importanza delle POM e ricorda che, per lunga tradizione, la colletta di questa domenica è destinata alle Pontificie Opere Missionarie. Queste, come sapete, supportano l’azione missionaria della Chiesa da quasi due secoli con la preghiera, la carità e la formazione.

Desidero sottolineare che al fondo universale collaborano le Chiese di tutto il mondo. Non è solo un aiuto da nord a sud, ma un criterio di comunione e di circolarità, dove tutti contribuiscono al bene di tutti. È un esempio più unico che raro che realizza questa forma di condivisione, anche economica, tra Chiese. È compito delle POM finanziare progetti pastorali, e dunque inerenti alla vita della Chiesa che lentamente stabilisce le sue strutture nelle diverse parti del globo. Anche questo è un elemento di specificità. Sebbene la questione finanziaria non sia la prima, né la prioritaria per le POM, tuttavia anche il denaro è una necessità, come ogni anima ha bisogno di un corpo.

A questo proposito vorrei spendere una parola sul fondo istituito a nome del Santo Padre per aiutare le Chiese locali nell’affrontare questo periodo di pandemia. Fino ad oggi sono stati approvati e finanziati 250 progetti per un totale di 1.299.700 US $ e 473.410 euro. I fondi provengono da collette svolte in diversi paesi grazie alle nostre Direzioni nazionali, in tutto circa 120, e vorrei menzionare con particolare gratitudine le Chiese in Spagna, Francia e Corea del Sud, che più hanno contribuito, ma anche a paesi come il Rwanda e il Bangladesh che hanno svolto collette ad hoc per dimostrare la loro partecipazione. Il lavoro non è terminato, anche perché, grazie a Dio, abbiamo altri fondi disponibili, ma viene attuato ora in forma diversa, per non confondere i sussidi che normalmente giungono alle Chiese locali in questo periodo con l’aiuto a motivo del Covid19.

Il problema maggiore che molte Chiese dei territori di missione si sono trovate ad affrontare è stata la chiusura delle chiese e dunque la mancata celebrazione, con la conseguente mancata colletta. Come potete pensare facilmente, moltissime di queste realtà ecclesiali vivono semplicemente della colletta domenicale e non hanno un sistema centrale di sostentamento. Perciò i sussidi sono andati fortemente a favore delle diocesi per la sopravvivenza dei sacerdoti e il pagamento dei costi correnti, ma anche di comunità religiose, o di scuole cattoliche, così come per famiglie particolarmente provate.

Vorrei menzionare tre esempi concreti:
– l’aiuto ad un convento di religiose di clausura in Marocco – queste religiose notoriamente vivono di provvidenza, e in ragione della loro vocazione vivono sostanzialmente nel loro convento;
– il sostegno a famiglie cristiane nel Bangladesh, una minoranza minuscola ed estremamente povera in un paese provato spesso da cataclismi naturali;
– il supporto a diverse stazioni radio e tv in Africa per la trasmissione di catechesi e celebrazioni liturgiche.

Sono esempi molto semplici, che però vi lasciano intendere come il nostro lavoro vada a favore di tante piccole realtà nascoste, che spesso sfuggono ai grandi flussi degli aiuti. Tutto ciò rende ancor più necessaria la nostra presenza. Certo, mi rendo conto che si tratta spesso di una goccia nell’oceano delle necessità. Ma è un modo concreto per indicare una comunione nella Chiesa, che ci fa partecipi delle gioie e dei dolori degli altri battezzati. Per tale motivo, le nostre Direzioni nazionali stanno svolgendo un grande lavoro di sensibilizzazione per la prossima Giornata Mondiale, un lavoro di cui potete avere qualche elemento visitando il nostro sito.

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ZENIT Staff

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