Conferenza Stampa di presentazione delle iniziative della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI - Foto (Screenshot) Vatican Media

P. Federico Lombardi, S.I: Simposio internazionale nel 2021, sede prevista un’Università cattolica negli Stati Uniti

Conferenza Stampa di presentazione delle iniziative della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI

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Alle ore 11.30 di questa mattina, presso la Sala Marconi di Palazzo Pio, in Piazza Pia 3, ha luogo una Conferenza Stampa di presentazione dei vincitori del Premio Ratzinger 2020 e delle iniziative della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI. Intervengono alla Conferenza Stampa l’Em.mo Card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e Membro del Comitato scientifico della Fondazione; Padre Federico Lombardi, S.I., Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione. Riportiamo di seguito l’intervento che P. Federico Lombardi pronuncia nel corso della conferenza stampa:

Intervento di P. Federico Lombardi, S.I.

Lo scopo di questa Conferenza Stampa è di presentare le principali attività della Fondazione vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI nel corso di quest’anno 2020 e in particolare annunciare e presentare i due “vincitori” del Premio Ratzinger 2020. Ringrazio il Card. Ravasi, che presiede questa conferenza nella duplice qualità di Presidente del Consiglio della Cultura e di membro del Comitato scientifico della Fondazione Ratzinger.

Ricordo che la Fondazione è stata istituita nel 2010 con la finalità di promuovere studi e pubblicazioni sull’opera e sul pensiero di J. Ratzinger – Benedetto XVI, e più in generale di promuovere studi teologici e nelle discipline connesse. Le iniziative concrete indicate dallo Statuto vanno principalmente in tre direzioni:
1. premi per studiosi e lavori meritevoli;
2. convegni e incontri di studio e pubblicazioni;
3. borse di studio per dottorandi.

L’iniziativa più importante e nota di cui dobbiamo parlare è naturalmente il Premio Ratzinger, che giunge alla sua X edizione. I premiati vengono proposti al Papa Francesco dal Comitato scientifico (costituito da 5 membri: i Cardd. A. Amato, K. Koch, G. Ravasi, L. Ladaria e dal Vescovo di Regensburg, mons. Rudolf Voderholzer) e da lui approvati.

Come perlopiù era avvenuto nelle edizioni precedenti, quest’anno i premiati sono due.

Il Prof. Jean-Luc Marion
Il Prof. Jean-Luc Marion (n. Parigi 1946), è filosofo e teologo. Ha studiato all’École Normale Supérieure, allievo di Althusser, di Derrida e assistente di F. Alquié. Prof. di metafisica nel 1981 dapprima a Nanterre (Paris X) e poi dal 1995 alla Sorbona (Paris IV). La riflessione di Marion si è sviluppata intorno a due direttrici fondamentali, quella della storia della filosofia, e quella della fenomenologia. Nella storia della filosofia sono fondamentali i suoi contributi su Descartes e la storia della metafisica, con i quali si fece conoscere in ambito accademico. Tuttavia, è nella fenomenologia che si colloca il contributo fondamentale di Marion, in quella corrente della fenomenologia francese dove si trovano anche Lévinas, Ricoeur, M. Henry e Derrida, di cui è stato pure discepolo.

Sulla scia di Lévinas, Marion cerca di mostrare che la questione dell’essere, per quanto centrale alla storia della metafisica, non sia quella fondamentale, e che va superata in un doppio movimento, da una parte in senso orizzontale dall’etica intesa come amore e donazione, e dall’altra, in senso verticale, come trascendenza teologica. Marion si avvicina alla fenomenologia a partire dall’atto della donazione e del dono, e sviluppa il concetto di «fenomeno saturo»: la saturazione del concetto, una sovrabbondanza di significato presente nel fenomeno, che poi ha anche applicato alla filosofia e alla storia dell’arte. Su queste basi, Marion ha sviluppato una fenomenologia dell’amore e dell’essere come dono, che ha la sua espressione più completa nell’opera Étant donné. Essai d’une phénoménologie de la donation.

Marion è Accademico di Francia (2008), autore di numerose pubblicazioni e direttore di alcune collane prestigiose. È stato membro del Pontificio Consiglio della Cultura. Collabora abitualmente con la Rivista internazionale Communio.

La Prof.ssa Tracey Rowland
Nata il 7 luglio 1963, australiana, ha compiuto studi di diritto e poi di filosofia e filosofia politica nelle Università del Queensland e di Melbourne. Ha conseguito il dottorato all’Università di Cambridge sul tema dei rapporti fra la teologia del ventesimo secolo e l’idea di cultura, con riferimento in particolare alla filosofia di Alasdair MacIntyre e alla teologia di Henri De Lubac e Joseph Ratzinger. Dal 2001 al 2017 è stata Decano dell’Istituto Giovanni Paolo II per il Matrimonio e la Famiglia di Melbourne. Nello stesso periodo ha conseguito la licenza e il dottorato in teologia all’Università del Laterano, di Roma. Attualmente è titolare della St. John Paul II Research Chair in Theology dell’Università Notre Dame dell’Australia.

Fra le sue opere principali due sono dedicate al pensiero di J.Ratzinger e tradotte in diverse lingue: La fede di Ratzinger. La teologia di Benedetto XVI (2008) e Benedetto XVI. Una guida per i perplessi (2017). Ha pubblicato oltre 150 articoli. È membro del Consiglio editoriale della rivista internazionale Communio.

La sua attività di insegnamento e di ricerca spazia in diversi campi della teologia, in particolare la teologia fondamentale, l’antropologia teologica e l’ecumenismo. È membro della Commissione Teologica Internazionale dal 2014.

Con i nuovi premiati, i Premi Ratzinger assegnati diventano in tutto 22, di 15 Paesi e 5 Continenti diversi. Con la prof.ssa Rowland abbiamo infatti raggiunto anche l’Oceania. Il conferimento del Premio è previsto per il 14 novembre nel Palazzo Apostolico, come nelle edizioni precedenti, da parte del Papa Francesco. Speriamo che la cerimonia si possa svolgere nonostante la pandemia. Qualora dovesse essere annullata per forza maggiore, cioè l’impossibilità dei due vincitori di partecipare, il Premio viene assegnato lo stesso per il 2020, ma i vincitori saranno invitati a partecipare e a ricevere il Diploma insieme ai vincitori del prossimo anno 2021.

Per quanto riguarda l’anno passato, ricordo che prima dell’inizio della pandemia avevamo potuto realizzare il IX Simposio internazionale di studio promosso dalla Fondazione. Ha avuto luogo a Budapest, nei giorni 8-9 ottobre, in collaborazione con la Università cattolica ungherese “Pázmány Péter”, ed è stato dedicato al tema: “La situazione economica, sociale e spirituale dei Paesi dell’Europa Centrale alla luce della Dottrina sociale della Chiesa”. Il luogo e il tema – di evidente attualità nel contesto europeo odierno – erano stati scelti in occasione del 30° anniversario della Caduta del Muro di Berlino. I Relatori hanno rappresentato diversi Paesi dell’area centroeuropea (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Ucraina…), ma sono intervenuti anche studiosi dall’Europa occidentale.

La prima Relazione è stata tenuta dal Card. Péter Erdö (Arcivescovo di Esztergom-Budapest), la seconda da S.E. Roland Minnerath (Arcivescovo di Digione e Accademico pontificio), la terza dalla Prof.sa Hanna Suchocka (già Primo Ministro della Polonia e Accademica pontificia). Fra gli altri Relatori si segnalano il Presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze Sociali, Prof. Stefano Zamagni, e il prof. Hans Joas (dell’Università Humboldt di Berlino). Gli Atti sono in corso di preparazione.

Nel corso della primavera sono usciti gli Atti del precedente Simposio, pubblicati integralmente in inglese con la Franciscan University Press: Fundamental Rights and Conflicts among Rights. Il tema è importantissimo. Purtroppo la pandemia ha impedito le iniziative di presentazione che erano previste.

Ha raggiunto quest’anno la quarta edizione il Premio “Ragione aperta”, in collaborazione con l’Università Francisco de Vitoria di Madrid, che viene attribuito ogni anno ad alcune opere che realizzano l’idea ratzingeriana della “ragione aperta”, cioè del dialogo in atto fra diverse discipline, in particolare scienze (matematiche, naturali, umane) e filosofia e teologia. La giuria internazionale ha premiato quest’anno, nella “sezione ricerca”, una grande opera collettiva sulla visione dell’uomo (dal punto di vista psicologico, filosofico, teologico…): A Catholic Christian Meta-Model of the Person: Integration of Psychology and Mental Health Practice (curatori: D. Paul C. Vitz, D. William J. Nordling, D. Craig Steven Titus, della Divine Mercy University); l’opera Human Embryos Human Beeings. A Scientific and Philosophical Approach, di Samuel e Maureen Condic (Università dello Utah) e l’Opera What’s the matter? Toward a neo-Aristotelian ontology of nature, di William M. R. Simpson (Università di Cambridge). Nella “sezione insegnamento” è stata premiata invece l’opera (con i programmi didattici connessi) Teaching Character Virtues. A Neo-Aristotelian Approach, di James A. Arthur (Università di Birmingham).

Purtroppo la cerimonia di premiazione, accompagnata da un seminario di studio con la partecipazione dei vincitori del premio, quest’anno non ha potuto essere organizzata – almeno finora –, e ci si è limitati a un seminario via internet promosso dalla Università Francisco de Vitoria. In ogni caso, l’iniziativa si manifesta molto vitale, come dimostra il numero delle opere candidate al premio (122), come ogni anno assai superiore al centinaio, il numero delle università rappresentate (96) e la internazionalità degli autori (da 15 Paesi diversi), prevalentemente, anche se non esclusivamente, dell’area iberica e delle due Americhe. Le opere presentate sono quasi tutte in inglese o in spagnolo.

Nell’area dell’Europa centro-orientale si è sviluppata un’altra iniziativa di collaborazione, questa volta con l’Università statale polacca Nicolò Copernico di Torun, la città appunto di Copernico. Anche qui si è scelta la forma del Premio – denominato in questo caso Ratio et spes, “Ragione e speranza” – scegliendo ogni anno un tema specifico e selezionando, con la collaborazione di un gruppo internazionale di esperti nella materia, un articolo scientifico o due di particolare valore. La premiazione avviene in occasione della Giornata nazionale della scienza in Polonia, che cade il 19 febbraio, perciò in questo 2020 si è riusciti a fare la prima premiazione poco prima dello scoppio della pandemia. Il tema era “L’intelligenza artificiale e le sue applicazioni, le possibilità e gli interrogativi che pone per l’umanità odierna”.

È stato premiato il lavoro di un ricercatore del famoso MIT di Boston con il suo gruppo di ricerca (T. Poggio, A. Bańburski, Q. Liao). Il tema della seconda edizione attualmente in corso riguarda invece le problematiche dell’ambiente. Il gruppo degli esperti ha già compiuto la selezione dei lavori e si attende ora la decisione del Comitato scientifico, che sarà designato, secondo lo Statuto, appena sarà eletto il nuovo Rettore dell’Università di Torun. Il fatto che la nostra Fondazione abbia avviato un’esperienza di collaborazione culturale qualificata con una prestigiosa Università dello Stato è molto apprezzato dalla Chiesa in Polonia.

Negli ultimi mesi dello scorso anno la Fondazione aveva anche promosso, in collaborazione con l’Osservatore della Santa Sede presso le Organizzazioni delle Nazioni Unite a Roma (FAO, IFAD, PAM), una serie di seminari sul tema della “leadership etica” di fronte agli attuali problemi internazionali. Il primo aveva coinvolto i partecipanti al Sinodo dell’Amazzonia nell’Atrio dell’Aula Paolo VI, altri due si erano svolti rispettivamente presso la FAO e l’IFAD. Un quarto aveva dovuto essere cancellato per il sopraggiungere della pandemia. In ogni caso gli interventi dei relatori nei tre seminari effettivamente realizzati erano stati di alto livello (si trattava di professori universitari, funzionari di organismi internazionali, diplomatici, ecc.), cosicché è in corso la loro pubblicazione in un volume collettaneo, che si aggiungerà a quelli degli Atti dei Simposi internazionali.

È in atto una serie di contatti con Università pontificie e con la Francisco de Vitoria di Madrid in vista di nuove iniziative future in questo campo. Mentre le iniziative dei Premi e delle pubblicazioni, come pure la assegnazione di Borse di studio annuali per dottorandi, hanno potuto continuare nonostante la pandemia, quello che ha dovuto purtroppo essere cancellato è il Simposio internazionale di quest’anno, che era stato previsto a Beirut, e che si era cominciato a preparare, fra la fine dell’anno scorso e l’inizio di questo, a dieci anni dal Sinodo speciale sul Medio Oriente indetto da Benedetto XVI, per riflettere sulla situazione della Chiesa e dei cristiani nella regione, sul dialogo con l’islam e sull’impegno per la pace, alla luce dell’insegnamento e delle iniziative degli ultimi papi – Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco. La scelta di Beirut aveva anche un evidente significato di solidarietà con popoli e comunità religiose in situazioni difficilissime. Purtroppo lo scoppio della pandemia ha reso impossibile proseguire nella preparazione. A ciò si sono aggiunti la situazione veramente critica del Libano e il disastro della esplosione nel porto di Beirut. Ne siamo veramente molto addolorati. Speriamo in futuro di poter riprendere questa iniziativa, non solo per il suo significato culturale, ma anche per quello di solidarietà che ci proponevamo.

Intanto abbiamo cominciato a lavorare seriamente nella speranza di poter realizzare di nuovo un Simposio internazionale nel 2021. La sede prevista è un’Università cattolica negli Stati Uniti. Sarebbe la prima volta che la Fondazione promuove un Simposio negli Stati Uniti e perciò in questa occasione il tema ruoterebbe intorno al pensiero teologico di Ratzinger-Benedetto XVI. Speriamo che la pandemia o altre difficoltà non ci impediscano di realizzare questo bel progetto. Grazie per l’attenzione.

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ZENIT Staff

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