“Spesso i migranti sono vittime del traffico e della tratta di persone. Tra i vari motivi, ciò avviene a causa della corruzione di coloro che sono disposti a tutto per arricchirsi. Il denaro dei loro affari, sono affari sporchi, subdoli, è denaro macchiato di sangue”, così Papa Francesco nell’intenzione di preghiera pubblicata nel febbraio 2020. “Non esagero: è denaro macchiato di sangue. Preghiamo affinché il grido dei fratelli migranti, caduti nelle mani di trafficanti senza scrupoli e vittime della tratta di persone, sia ascoltato e considerato.”
Papa Francesco è stato molto chiaro e duro parlando del traffico di persone e dell’atteggiamento della nostra società: “Sicuramente sul tema della tratta c’è molta ignoranza. Ma a volte pare ci sia anche poca volontà di comprendere la portata del problema. Perché? Perché tocca da vicino le nostre coscienze, perché è scabroso, perché ci fa vergognare. C’è poi chi, pur conoscendolo, non ne vuole parlare perché si trova alla fine della “filiera del consumo”, quale utilizzatore dei “servizi” che vengono offerti sulla strada o su internet. C’è, infine, chi non vuole che se ne parli, in quanto coinvolto direttamente nelle organizzazioni criminali che dalla tratta traggono lauti profitti. Sì, ci vuole coraggio ed onestà, «quando, nella quotidianità, incontriamo o abbiamo a che fare con persone che potrebbero essere vittime del traffico di esseri umani, o quando dobbiamo scegliere se acquistare prodotti che potrebbero essere stati realizzati attraverso lo sfruttamento di altre persone».[1] […]”
Papa Francesco dà voce alle persone più vulnerabili: “Da parte mia, come avrete notato, non ho mai perso occasione per denunciare apertamente la tratta come un crimine contro l’umanità. E’ «una vera forma di schiavitù, purtroppo sempre più diffusa, che riguarda ogni Paese, anche i più sviluppati, e che tocca le persone più vulnerabili della società: le donne e le ragazze, i bambini e le bambine, i disabili, i più poveri, chi proviene da situazioni di disgregazione familiare e sociale».[2] […] Ho anche detto che «occorre una presa di responsabilità comune e una più decisa volontà politica per riuscire a vincere su questo fronte. Responsabilità verso quanti sono caduti vittime della tratta, per tutelarne i diritti, per assicurare l’incolumità loro e dei familiari, per impedire che i corrotti e i criminali si sottraggono alla giustizia ed abbiano l’ultima parola sulle persone».[3] […]
“
Basti pensare quante donne africane giovanissime arrivano sulle nostre coste sperando di iniziare una vita migliore, pensando di guadagnarsi da vivere onestamente, e vengono invece rese schiave, obbligate a prostituirsi. [… ] Lasciatemelo dire, se ci sono tante ragazze vittime della tratta che finiscono sulle strade delle nostre città, è perché molti uomini qui – giovani, di mezza età, anziani – richiedono questi servizi e sono disposti a pagare per il loro piacere. Mi chiedo allora, sono davvero i trafficanti la causa principale della tratta? Io credo che la causa principale sia l’egoismo senza scrupoli di tante persone ipocrite del nostro mondo. Certo, arrestare i trafficanti è un dovere di giustizia. Ma la vera soluzione è la conversione dei cuori, il taglio della domanda per prosciugare il mercato.”
“Santa Giuseppina Bakhita, da bambina sei stata venduta come schiava
e hai dovuto affrontare difficoltà e sofferenze indicibili.
Una volta liberata dalla tua schiavitù fisica,
hai trovato la vera redenzione nell’incontro con Cristo e la sua Chiesa.
Santa Giuseppina Bakhita, aiuta tutti quelli
che sono intrappolati nella schiavitù.
A nome loro, intercedi presso il Dio della Misericordia,
in modo che le catene della loro prigionia possano essere spezzate.
Possa Dio stesso liberare tutti coloro che sono stati minacciati,
feriti o maltrattati dalla tratta e dal traffico di esseri umani.
Porta sollievo a coloro che sopravvivono a questa schiavitù
e insegna loro a vedere Gesù come modello di fede e speranza,
così che possano guarire le proprie ferite.
Ti supplichiamo di pregare e intercedere per tutti noi:
affinché non cadiamo nell’indifferenza,
affinché apriamo gli occhi e possiamo guardare
le miserie e le ferite di tanti fratelli e sorelle
privati della loro dignità e della loro libertà
e ascoltare il loro grido di aiuto.
Amen.”
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[1] Messaggio per la XLVIII Giornata Mondiale della Pace 2015, “Non più schiavi, ma fratelli”, n. 6.
[2] Discorso ad un gruppo di nuovi ambasciatori in occasione della presentazione delle lettere credenziali, 12 dicembre 2013.