Udienza Generale (21/11/2018) - Foto © Vatican Media

Papa Francesco: “Nella Bibbia la longevità è una benedizione”

“Un gesto di tenerezza verso gli anziani”

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Durante l‘Angelus del 26 luglio, Papa Francesco ha invitato i giovani „a compiere un gesto di tenerezza verso gli anziani“.

Anche in passato Papa Francesco ha ricordato il valore della vecchiaia e illustrato il rapporto fra giovani e anziani.
“Come vivere questi anni? Che senso dare a questa fase della vita, che per molti può essere lunga?”; queste le domande poste dal Santo Padre.

Nella Bibbia la longevità è una benedizione. Essa ci mette a confronto con la nostra fragilità, con la dipendenza reciproca, con i nostri legami familiari e comunitari, e soprattutto con la nostra figliolanza divina. Concedendo la vecchiaia, Dio Padre dona tempo per approfondire la conoscenza di Lui, l’intimità con Lui, per entrare sempre più nel suo cuore e abbandonarsi a Lui. È il tempo per prepararsi a consegnare nelle sue mani il nostro spirito, definitivamente, con fiducia di figli. Ma è anche un tempo di rinnovata fecondità. […]

Quando pensiamo agli anziani e parliamo di loro, tanto più nella dimensione pastorale, dobbiamo imparare a modificare un po’ i tempi dei verbi. Non c’è solo il passato, come se, per gli anziani, esistessero solo una vita alle spalle e un archivio ammuffito. No. Il Signore può e vuole scrivere con loro anche pagine nuove, pagine di santità, di servizio, di preghiera… Oggi vorrei dirvi che anche gli anziani sono il presente e il domani della Chiesa. Sì, sono anche il futuro di una Chiesa che, insieme ai giovani, profetizza e sogna! Per questo è tanto importante che gli anziani e i giovani parlino fra loro, è tanto importante.

La profezia degli anziani si realizza quando la luce del Vangelo entra pienamente nella loro vita; quando, come Simeone ed Anna, prendono tra le braccia Gesù e annunciano la rivoluzione della tenerezza, la Buona Notizia di Colui che è venuto nel mondo a portare la luce del Padre. […] Uscite per le strade delle vostre parrocchie e andate a cercare gli anziani che vivono soli. La vecchiaia non è una malattia, è un privilegio! La solitudine può essere una malattia, ma con la carità, la vicinanza e il conforto spirituale possiamo guarirla.

Dio ha un popolo numeroso di nonni ovunque nel mondo. Al giorno d’oggi, nelle società secolarizzate di molti Paesi, le attuali generazioni di genitori non hanno, per lo più, quella formazione cristiana e quella fede viva, che invece i nonni possono trasmettere ai loro nipoti. Sono loro l’anello indispensabile per educare alla fede i piccoli e i giovani. Dobbiamo abituarci a includerli nei nostri orizzonti pastorali e a considerarli, in maniera non episodica, come una delle componenti vitali delle nostre comunità. Essi non sono solo persone che siamo chiamati ad assistere e proteggere per custodire la loro vita, ma possono essere attori di una pastorale evangelizzatrice, testimoni privilegiati dell’amore fedele di Dio.”

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ZENIT Staff

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