Udienza agli Officiali dell'Archivio Segreto Vaticano - Foto © Servizio Fotografico - Vatican Media

Documenti del pontificato di Pio XII (1939-1958): Apertura dell‘Archivio Apostolico Vaticano

Da lunedì 2 marzo 2020

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Da lunedì 2 marzo 2020 l’Archivio Apostolico Vaticano e altri archivi della Santa Sede apriranno alla consultazione degli studiosi i documenti del pontificato di Pio XII (1939-1958). Annunciata da Papa Francesco il 4 marzo 2019, l’apertura è stata preparata da un lavoro di oltre quattordici anni e coinvolge, oltre all’Archivio Vaticano, l’Archivio Storico della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, l’Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’Archivio Storico della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (de Propaganda Fide), l’Archivio Storico della Congregazione per le Chiese Orientali, l’Archivio della Penitenzieria Apostolica e l’Archivio Storico Generale della Fabbrica di S. Pietro.

Tutti gli archivi impegnati nell’apertura hanno presentato alla stampa il significato dell’evento il 20 febbraio e hanno illustrato al pubblico degli studiosi il lavoro di preparazione, le risorse archivistiche e le opportunità di ricerca in una Giornata di studio svoltasi il 21 febbraio presso l’Istituto Patristico Augustinianum. Il 27 febbraio un certo numero di televisioni ha potuto riprendere gli spazi del deposito dell’Archivio Vaticano e alcuni documenti selezionati.

Per dare un’idea della vastità della documentazione resa disponibile, in Archivio Vaticano saranno consultabili, per quanto riguarda il pontificato di Pacelli, 73 archivi di rappresentanze pontificie, 15 serie della Segreteria di Stato, 21 fondi di Congregazioni romane e di uffici curiali e palatini, 3 dello Stato della Città del Vaticano e altri 8 fondi. Nel complesso, dunque, 120 tra fondi e serie, per un complesso di circa 20.000 unità archivistiche. Una sola di queste serie, sicuramente la più vasta, quello degli Affari Generali della Segreteria di Stato, comprende quasi 5.000 scatole che sono state riordinate, numerate e descritte da un gruppo di 15 archivisti che hanno prodotto un inventario di circa 15.000 pagine, consultabili in forma digitale, nelle quali si riflette un ventennio di vita della Chiesa e della società. Accanto agli archivisti, hanno operato i tecnici dei laboratori di legatoria e restauro, di fotoriproduzione, di allestimento di scatole in materiale conservativo e del Centro Elaborazione Dati.

Secondo la consueta prassi, è il papa che decide l’apertura dei documenti di un pontificato di un suo predecessore. Quando, nel 1881, Leone XIII aprì progressivamente l’Archivio Vaticano alle ricerche degli studiosi, i documenti erano consultabili sino al 1815. Nel 1921 Benedetto XV estese la consultabilità al 1830, mentre poco dopo (1924) Pio XI spostò il termine al 1846 (fine del pontificato di Gregorio XVI). Paolo VI, nel 1966, aprì la consultazione dei documenti del pontificato di Pio IX (1846-1878). Giovanni Paolo II, nel 1978, prorogò il termine alla fine del pontificato di Leone XIII (1878-1903) e, nel 1984, estese la consultazione dei documenti fino al 1922, comprendendo i pontificati di Pio X (1903-1914) e di Benedetto XV (1914-1922). Ancora Papa Wojtyła nel 2002 rese disponibili per i ricercatori, dall’inizio del 2003, i documenti relativi alla Germania per il pontificato di Pio XI (1922-1939) conservati nell’Archivio Vaticano e 2 nell’Archivio Storico della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato. Contemporaneamente il Papa decise la pubblicazione anticipata dei dati relativi ai prigionieri dell’ultima guerra (1939-1945) conservati nei documenti del fondo «Ufficio Informazioni Vaticano» (l’inventario vide la luce nel 2004). Nel 2006, infine, Benedetto XVI rese accessibili tutti i documenti del pontificato di Pio XI consentendo però l’inventariazione e la consultabilità anticipata per quanto riguarda i fondi del censimento degli archivi ecclesiastici italiani del 1942 e della Pontificia Commissione Centrale per l’Arte Sacra in Italia (gli inventari videro la luce rispettivamente nel 2010-2011 e nel 2013).

I diversi archivi della Santa Sede potranno ospitare nel loro complesso circa 120 ricercatori che in alcuni casi potranno fruire della digitalizzazione dei documenti e spesso potranno interrogare in formato digitale i nuovi inventari. In Archivio Vaticano (che può ospitare quotidianamente 60 ricercatori) le prenotazioni per la consultazione dei documenti del pontificato di Pio XII sono incominciate dai primi di ottobre; quelle sinora pervenute sono state distribuite nell’arco di diversi mesi (sino a maggio-giugno), cercando di garantire nella concessione dei posti un certo equilibrio fra gli studiosi del pontificato di Papa Pacelli e quelli di altri periodi.

I quasi vent’anni del pontificato di Eugenio Pacelli, complessi e drammatici, abbracciano la seconda Guerra mondiale, la ricostruzione, la contrapposizione dei blocchi occidentale e orientale ma anche istanze e fermenti nati in questo periodo nella Chiesa e nella società e sviluppatisi negli anni successivi. L’importanza dell’apertura consiste nella possibilità offerta agli studiosi di accedere a tutte le fonti studiando questi e altri problemi da un punto di vista che sinora non era possibile. Gli anni del pontificato pacelliano sono caratterizzati anche da una marcata globalizzazione della società e dall’apertura della Chiesa a una dimensione meno eurocentrica e più universale. Pio XII incontrò una quantità e una varietà enorme di persone, non solo nell’Anno Santo del 1950. Nel 1952 le persone ricevute in udienze furono quasi mezzo milione: orfani e mutilati di guerra, contadini, minatori, sportivi, giornalisti e psicologi sportivi, medici, artisti, astronomi… Per offrire a tutti un messaggio di comprensione e di stimolo il Papa preparava minuziosamente i suoi discorsi che ancora oggi colpiscono per l’altissimo livello deontologico, tecnico e scientifico. Anche questo aspetto della sua versatilità intellettuale e della sua sensibilità pastorale potrà essere studiato nel dettaglio nei fondi archivistici ora resi disponibili alla consultazione degli studiosi.

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ZENIT Staff

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