«Ricordo il fucile di precisione, quel cannocchiale attraverso cui Sergio, uno dei tre emissari di mio padre, mi lasciò per mirare, di notte […] un primo assaggio del mondo reale della malavita. Avevo dodici anni, forse tredici». Lo scrive Salvatore Torre in una delle pagine che introducono ogni capitolo di Atonement. Storia di un prigioniero e degli altri e che della pubblicazione rappresentano il vero fulcro.
Torre, cinquantenne, ergastolano fine pena mai, in carcere da quando aveva vent’anni, oggi è un appassionato della letteratura, e in particolare di quella russa, che ha conosciuto e amato da quando è detenuto. Da anni si è avvicinato alla lettura e successivamente alla scrittura, raccontando la sua storia e quelle degli altri, ricevendo numerosi riconoscimenti letterari. “In questi brani – scrive – emergono in larga parte le ragioni di queste vite, come la mia: rovinate e rovinose”.
In Atonement. Storia di un prigioniero e degli altri Torre consegna ai lettori risvolti inediti della sua vita criminale, lo fa anche attraverso le parole di altri, che come lui vivono l’esperienza del carcere: esistenze drammatiche, storie di devianza, anche spietate, spesso nate in ambienti malavitosi, in cui un destino segnato sembra prevalere sul libero arbitrio dell’individuo. È un’operazione letteraria di valore, che mette in luce l’importanza di questa pubblicazione anche per lo stesso Torre: il racconto degli altri, diviene il racconto di sé e viceversa.
“Salvatore – scrive Antonella Bolelli Ferrera, curatrice del libro – si è calato nelle storie degli altri, compiendo, forse per la prima volta e a sua insaputa, un’opera di revisione di se stesso, che finisce per diventare la vera storia del suo percorso criminale”.
“Queste pagine – scrive nell’introduzione al volume Mons. Dario Edoardo Viganò, Vice Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali – toccano non solo per i contenuti che veicolano, ma per le parole, per le espressioni, spesso forti, a volte anche volgari, che dicono proprio quel mondo fangoso e martoriato da cui difficilmente si intravvede l’orizzonte di un’alba non solo rinnovata ma anche capace di essere, a propria volta, olio profumato sulle ferite profonde e spesso sanguinanti dell’umanità”.
Il progetto è sostenuto da SIAE. Salvatore Torre, siciliano, nel 2018 ha vinto il Premio Vatican News. Hanno scritto di lui gli scrittori-Tutor che lo hanno affiancato al Premio Goliarda Sapienza: “Possiede una scrittura di forte impatto emozionale”, “Sa creare storie avvincenti ed evocative”, “Dimostra grande capacità di analizzare i sentimenti e farli vivere al lettore”.
Antonella Bolelli Ferrera, bolognese, vive a Roma da molti anni. Giornalista, scrittrice, conduttrice, autrice radiofonica e televisiva. Curatrice della collana Racconti dal carcere e autrice di saggi. Fra i titoli: Mala Vita, Avrei voluto un’altra vita, Malafollia. Ha fondato, insieme al poeta Elio Pecora, inVerso Onlus per la diffusione della cultura presso le categorie socialmente svantaggiate.
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Atonement. Storia di un prigioniero e degli altri di Salvatore Torre a cura di Antonella Bolelli Ferrera. Introduzione di Mons. Dario Edoardo Viganò. Pagine 176 – Collana Volti – Euro 10,00.