Monsignor DI TORA celebrerà a San Lorenzo fuori le Mura; monsignor RUZZA al cimitero Laurentino e a Ostia Antica; monsignor RICCIARDI a Prima Porta. Nei prossimi giorni dei volontari distribuiranno all’ingresso dei cimiteri romani un sussidio per la preghiera curato dall’Ufficio liturgico diocesano
In occasione della solennità di Tutti i Santi, venerdì primo novembre, e della commemorazione dei fedeli defunti, sabato 2 novembre, i vescovi ausiliari della diocesi di Roma celebreranno le Messe nei diversi cimiteri capitolini.
In particolare, il 2 novembre alle ore 16 monsignor GUERINO DI TORA, ausiliare per il settore Nord, presiederà la Messa nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura (piazzale del Verano, 3), alla quale seguirà poi la benedizione all’interno del cimitero del Verano. Sempre il 2 novembre, alla stessa ora, monsignor GIANRICO RUZZA, ausiliare per il settore Sud, celebrerà la Messa al Cimitero Laurentino (via Laurentina km 13.500). Il giorno prima, 1 novembre, monsignor RUZZA sarà alle ore 15.30 al cimitero di Ostia Antica (via Piana Bella). Sempre venerdì, alle ore 16, monsignor PAOLO RICCIARDI, delegato per la pastorale sanitaria, celebrerà al cimitero Flaminio (Prima Porta, via Flaminia km. 14.400).
Nei prossimi giorni, in particolare nelle giornate dell’1 e del 2 novembre, giovani volontari distribuiranno all’ingresso dei cimiteri romani un sussidio per la preghiera curato dall’Ufficio liturgico diocesano. Il piccolo depliant comprende la preghiera del Padre Nostro, l’Ave Maria e l’Eterno riposo. «Un’opportunità per favorire la preghiera delle tante persone che in questo periodo si recano nei cimiteri per un omaggio alla tomba dei propri cari», spiegano dall’Ufficio, che già da alcuni anni ha promosso l’iniziativa. «Portare un fiore su una tomba – si legge nel sussidio – è un segno di speranza e di fede: ponendolo sulla terra o sulla pietra diciamo che nel nostro cuore c’è la certezza, la fiducia o almeno il desiderio che quella pietra o quella nuda terra tornino a fiorire, restituendo la vita a chi ci è caro».