Festa di Deepavali - Foto © Gulrez Khan on Pixabay

“Credenti: costruttori di fraternità e di coesistenza pacifica”

Messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso agli Indù in occasione della festa di Deepavali 2019

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La festa di Diwali è celebrata da tutti gli Indù ed è conosciuta come Deepavali ossia “fila di lampade ad olio”. Simbolicamente fondata su un’antica mitologia, essa rappresenta la vittoria della verità sulla menzogna, della luce sulle tenebre, della vita sulla morte, del bene sul male. La celebrazione vera e propria dura tre giorni segnando l’inizio di un nuovo anno, la riconciliazione familiare, specialmente tra fratelli e sorelle, e l’adorazione a Dio. Quest’anno la festa sarà celebrata da molti indù il 27 ottobre. Per l’occasione il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso ha inviato loro un Messaggio dal tema: Credenti: costruttori di fraternità e di coesistenza pacifica. Il Messaggio, a firma del Presidente, Card. Miguel Ángel Ayuso Guixot, M.C.C.J., e del Segretario, Rev.do Mons. Indunil Kodithuwakku Janakaratne Kankanamalage, è stato inviato anche in lingua hindi.

Credenti: costruttori di fraternità e di coesistenza pacifica

Cari amici induisti,
Il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso vi invia cordiali saluti e sinceri auguri in occasione del Deepavali che celebrate quest’anno il 27 ottobre. Possa questa festa delle luci illuminare i vostri cuori e le vostre case e portare alle vostre famiglie e alle vostre comunità gioia e felicità, pace e prosperità. Allo stesso tempo, possa essa rafforzare il vostro spirito di fraternità l’uno con l’altro.

Accanto ad uno sviluppo senza precedenti in molti campi, viviamo in un’epoca in cui, da un lato, vengono compiuti sforzi verso il dialogo interreligioso e interculturale, la cooperazione e la solidarietà fraterna. Dall’altro lato, è presente apatia, indifferenza e persino odio tra alcune persone religiose nei confronti di altre. Questo accade spesso per il mancato riconoscimento dell’“altro” come fratello o sorella. Un simile atteggiamento può sorgere da sentimenti fuorvianti, ingenerosi, di antipatia che sconvolgono e destabilizzano il tessuto stesso della convivenza armoniosa della società. Preoccupati per questa situazione, riteniamo opportuno e utile condividere con voi alcune riflessioni sulla necessità per ogni persona, in particolare cristiani e induisti, di essere costruttori di fraternità e coesistenza pacifica ovunque si trovino. La religione fondamentalmente ci ispira a “vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare” (Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune, firmato congiuntamente da Papa Francesco e lo Sceicco Ahmaed el-Tayeb, Grande Imam di Al-Azhar ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019).

La religione, inoltre, ci insegna, a rispettare la dignità inviolabile e i diritti inalienabili degli altri senza alcun pregiudizio ingiustificato nei confronti del loro credo o cultura. Solo quando i seguaci delle religioni esigono da se stessi una vita coerente con la loro etica religiosa, essi potranno essere visti come persone che veramente svolgono il loro ruolo di costruttori di pace e di testimoni della nostra umanità condivisa. Per questo motivo, le religioni devono sostenere gli sforzi compiuti dai loro fedeli nel condurre una vita autentica in modo da “produrre frutti di pace e di fraternità, perché è nella natura della religione favorire […] un rapporto sempre più solidale tra gli uomini” (Papa Giovanni Paolo II, Messaggio per la celebrazione della XXV Giornata Mondiale della Pace, 1992).

Pertanto, vivere in uno spirito di fratellanza e di amicizia attraverso un dialogo costante è un corollario naturale dell’essere una persona religiosa induista o cristiana. Sebbene le notizie negative dominino i titoli dei giornali, questo non deve diminuire la nostra determinazione a spargere semi di fraternità, poiché vi è un mare nascosto di bene che sta crescendo e ci porta a sperare nella possibilità di costruire, insieme ai seguaci di altre religioni, e con tutti gli uomini e le donne di buona volontà, un mondo di solidarietà e di pace. La convinzione che la costruzione di un mondo di fraternità sia possibile è per noi una ragione sufficiente per impegnarci ancora di più negli sforzi per costruire l’edificio della fraternità e la convivenza pacifica, avendo “a cuore il bene di tutti” (Papa Francesco, Messaggio in occasione dell’apertura dell’Incontro interreligioso di Preghiera per la pace “Ponti di pace”, Bologna, 14-16 ottobre 2018).

È una felice coincidenza che l’inizio di questo mese sia stato segnato dal 150° anniversario della nascita del Mahatma Gandhi, “uno straordinario e coraggioso testimone di verità, amore e non violenza” (Papa Giovanni Paolo II, Preghiera per la pace al termine della visita al Raj Ghat, Delhi, 1 febbraio 1986) e valoroso protagonista della fratellanza umana e della coesistenza pacifica. Faremmo bene a trarre ispirazione dal Suo esempio nel vivere una convivenza pacifica. Come credenti radicati nelle nostre convinzioni religiose e con una preoccupazione condivisa per il benessere della famiglia umana, possiamo unire le nostre mani con quelle di diverse tradizioni religiose e tutte le persone di buona volontà e sforzarci di fare tutto il possibile – con un senso di responsabilità condivisa – per costruire una società più fraterna e pacifica! Vi auguriamo una gioiosa celebrazione del Deepavali!

Miguel Ángel Cardinale Ayuso Guixot, MCCJ
Presidente

Mons. Indunil Kodithuwakku Janakaratne Kankanamalage
Segretario

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ZENIT Staff

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