Udienza ai partecipanti all’Euromoot dell’Unione Internazionale delle Guide e degli Scouts d'Europa (UIGSE) (03/08/2019) - Foto © Servizio Fotografico - Vatican Media

"È questa la vera gioia: sentirti amato e amare"

Udienza ai partecipanti all’Euromoot dell’Unione Internazionale delle Guide e degli Scouts d’Europa (UIGSE)

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Udienza ai partecipanti all’Euromoot dell’Unione Internazionale delle Guide e degli Scouts d’Europa (UIGSE) Alle ore 10.45 di questa mattina [3 agosto 2019], nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti all’Euromoot, un raduno internazionale a cui partecipano ragazzi e ragazze dai 16 ai 21 anni provenienti da 20 Nazioni, appartenenti all’Unione Internazionale delle Guide e degli Scouts d’Europa (UISGE). L’Euromoot, svoltosi dal 27 luglio al 3 agosto, ha percorso itinerari storici di alcune regioni d’Italia. Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti:
Discorso del Santo Padre
Cari amici, buongiorno e benvenuti!
Ringrazio il Cardinale Angelo Bagnasco per le sue parole e ringrazio anche tutti voi perché siete qui, e perché avete compiuto un lungo cammino per arrivare! Avete fatto tanta strada. Siete un po’ stanchi, sicuramente. Di una cosa sono sicuro: che dentro vi sentite più liberi di prima. Sono sicuro di questo. E che cosa ci dice questo? Che la libertà si conquista in cammino, non si compra al supermercato. Si conquista in cammino. La libertà non arriva stando chiusi in stanza col telefonino e nemmeno sballandosi un po’ per evadere dalla realtà. No, la libertà arriva in cammino, passo dopo passo, insieme agli altri, mai soli.
Nel vostro cammino avete avuto cinque tappe, cinque incontri con grandi santi che in epoche diverse hanno percorso l’Europa: Paolo di Tarso, Benedetto da Norcia, Cirillo e Metodio, Francesco di Assisi, Caterina da Siena. Questa gente, questi santi, che cosa hanno avuto in comune? Non hanno atteso qualcosa dalla vita o dagli altri, ma si sono fidati di Dio e hanno rischiato, si sono messi in gioco, in cammino per realizzare dei sogni così grandi che dopo secoli hanno fatto bene anche a noi, a voi, a tutti. Hanno dato la vita, non l’hanno tenuta per sé. Allora, dopo questi cinque incontri, vorrei lasciarvi cinque parole. Voi avete avuto cinque incontri, io vorrei lasciarvi cinque parole. Non mie, ma del Vangelo che vi ha accompagnato nel tragitto e che vi invito a tenere sempre con voi, come vostro navigatore – il Vangelo è il vero navigatore per la strada della vita – e ad aprirlo ogni giorno, perché il Vangelo è la mappa della vita. Ecco le cinque parole di Gesù, sono cinque parole, facili da ricordare: «Date e vi sarà dato» (Lc 6,38). Cinque parole, ma tutto un messaggio, un programma di vita. Parole semplici, che tracciano una rotta chiara. Date e vi sarà dato.
Prima di tutto date. Oggi si pensa subito ad avere. Tanti vivono col solo scopo di possedere quel che piace. Ma non sono mai soddisfatti, perché quando hai una cosa ne vuoi un’altra e poi un’altra ancora e avanti così, senza fine. Non c’è la sazietà dell’avere. L’avere di più provoca più fame, più voglia di avere, senza trovare quello che fa bene al cuore. Il cuore si allena non con l’avere, ma col dono. L’avere ingrossa il cuore, lo fa pesante, lo fa mondano. Il dono lo fa leggero. È un allenamento di tutti i giorni. Per questo Gesù fissa come punto di partenza non l’avere, ma il dare: date, cioè iniziate a mettere in gioco la vita! Dare vuol dire alzarsi dalla poltrona, dalle comodità che fanno ripiegare su se stessi, e mettersi in cammino. Dare vuol dire smettere di subire la vita e scendere in campo per regalare al mondo un po’ di bene. Per favore, non lasciate la vita sul comodino, non accontentatevi di vederla scorrere in televisione, non credete che sarà la prossima app da scaricare a farvi felici. «I sogni più belli si conquistano con speranza, pazienza e impegno, rinunciando alla fretta» (Esort. ap. postsin. Christus vivit, 142). Dio vi accompagna in questo cammino e tifa per voi, perché diate il meglio. C’è anche un’altra cosa nella voglia di avere: l’alienazione. Tu perdi la tua originalità e diventerai una fotocopia. Ma Dio ha creato ognuno originale, con il nome proprio. Non facciamo della nostra originalità – come diceva quel ragazzo sedicenne Carlo Acutis – una fotocopia. Quanti giovani oggi, è triste, sono una fotocopia, hanno perso l’originalità e copiano l’identità di qualsiasi altra originalità. Tu dici: “Va bene, do il meglio di me, ma in giro c’è tanto menefreghismo, tanti pensano solo a se stessi. Non è che faccio la figura dell’ingenuo e ci perdo e con il dare divento un ingenuo del quale tutti rideranno?”. Vorrei dirti: fidati di Gesù. Fidati di Gesù. Egli, dopo aver detto date, aggiunge: e vi sarà dato. Dio è Padre e vi darà più di quello che immaginate. Dio non lascia a mani vuote. Quando sembra che ti tolga qualcosa, è solo per fare spazio e darti di più e meglio, per farti avanzare nel cammino. Ti libera delle false promesse dei consumi per farti libero dentro. Gesù ti rende felice dentro, non fuori. Gesù non ti fa il maquillage, no: ti fa la realtà dentro, ti fa bello da dentro, ti fa bella da dentro! Non da fuori. Ti dà quello che nessuna cosa ti può dare; perché l’ultimo smartphone, la macchina più veloce o il vestito alla moda, oltre a non bastare mai, non ti daranno mai la gioia di sentirti amato e anche la gioia di amare. È questa la vera gioia: sentirti amato e amare.
Dunque, la prima cosa, dare. È il segreto della vita. Sapete perché? Perché la vita è una realtà speciale: “Io voglio possedere la vita, possedere la mia vita. Come devo fare?” La vita si possiede solo donandola, dandola. Così tu possederai la tua vita! Ma tu puoi dire: “Anche se do il meglio di me, la realtà non cambierà in meglio”. Non è vero. Sai perché? Perché tu sei unico. Perché nessuno al mondo può dare al mondo quello che sei chiamato a dare tu. La stessa cosa qualcuno diceva a Madre Teresa di Calcutta: “Ma lei suora, fa queste cose con i poveri, con i moribondi … Fa tante cose belle … Ma cosa fa questo in un mondo così pagano, così ateo, così malvagio, con tante guerre?”. E lei diceva: “Una goccia in più nel mare. Se non la darò io non la darà nessuno”. Nessuno può dare quello che io, unico, posso dare. Nessuno al mondo può dare quello sei chiamato a dare tu! Ciascuno di voi è unico e – per favore non dimenticatelo mai – è prezioso agli occhi di Dio. Per la Chiesa siete preziosi, per me siete preziosi. Vorrei dirlo a ciascuno di voi: per me tu sei prezioso. Per Dio tu sei prezioso. Sarebbe bello che dal cuore lo diceste ogni volta che vi trovate insieme, a ognuno, dal cuore: “Tu sei prezioso, tu sei prezioso … ”. Questo è il dono. Anche nei riguardi degli altri vale l’invito di Gesù date e vi sarà dato. Mi piace pensare a quella che in gergo scout chiamate Partenza, cioè al momento in cui scegliete di fare del servizio il vostro stile di vita. Aprirsi all’altro, vivere per fare bene all’altro, vivere – per usare le vostre parole – la fratellanza scout: se vivete così, vi sarà dato. Sì, perché se costruite ponti verso gli altri vedrete gli altri percorrere quei ponti verso di voi. Quando invece si sta da soli a guardare per aria, perdendosi nelle proprie fantasie, si vive in bolle di sapone. Ma una vita che vaga per aria evapora anziché andare avanti. Guardate le vostre mani, fatte per costruire, per servire, donare e per dare agli altri e dite a voi stessi: “I care, l’altro mi riguarda”.
Date e vi sarà dato vale anche nei confronti del creato. Se continuiamo a sfruttarlo, ci darà una lezione terribile. La stiamo già vedendo. Se ce ne prendiamo cura, avremo una casa anche domani. Nel vostro cammino vi siete immersi nella natura. Bello! Avete notato che il creato non ha frontiere? Il creato non ha frontiere: è di tutti e per tutti. Le piante, i boschi, gli animali crescono senza confini, senza dogane. Il creato è un libro aperto che ci dà un insegnamento prezioso: siamo al mondo per incontrare gli altri, per creare comunione, perché siamo tutti collegati. Il creato è fatto per collegarci con Dio e tra di noi, è il social di Dio. Ma se partiamo dai preconcetti sugli altri, da idee prestabilite, vedremo sempre limiti e barriere. Se invece incominciamo a incontrare l’altro, con la sua storia, con la sua realtà, scopriremo un fratello col quale abitare la casa comune, abitare il creato che non ha frontiere.
Cari amici, avete camminato fin qui seguendo il motto Parate viam Domini. Vi incoraggio a preparare la via del Signore ovunque vi troviate. La via del Signore è facile da riconoscere: è quella che come senso di marcia ha il dono, che fa andare avanti il mondo; non il possesso, che fa tornare indietro. Non dimenticare: il possesso è così. Il dare è così. Il possesso ti fa tornare indietro. Il dare ti fa andare avanti. Scegliendo la strada del dono si diventa cittadini attivi, come diceva il vostro fondatore Baden Powell. È tanto importante, oggi: il Signore non cerca solo gente per bene – non solo questo -, ma il Signore cerca gente che fa il bene! Anche l’amore per l’Europa, che vi accomuna, non richiede solo osservatori attenti, ma costruttori attivi: costruttori di società riconciliate e integrate, che diano vita a un’Europa rinnovata; non protettrice di spazi, ma generatrice di incontri. L’Europa ha bisogno di incontrarsi. Voi, rover e scolte di tutta Europa avete questo compito storico. Con il vostro cammino e i vostri sogni state già forgiando lo spirito europeo. Il distintivo di tutti gli scouts è un giglio. È il simbolo che indica il nord sulle bussole e sulle antiche carte nautiche. Ricorda che lo scoutismo vuole formare uomini e donne che aprono strade verso l’Alto e mantengono la rotta giusta, quella del bene. Non dimenticatevi: date, sempre così, in avanti; non con la voglia di possedere che porta sempre indietro. “Date e vi sarà dato”. Sarà il dono a riempirvi la voglia. Vi auguro, cari scolte e rover d’Europa, di essere degli apri-strada sulla via del dono, apri-strada su questa via del dono, del dare. Date e vi sarà dato. Vi ringrazio, vi chiedo di pregare per me e vi auguro una buona strada!

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ZENIT Staff

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