Udienza ai partecipanti al Capitolo Generale della Società delle Missioni Africane - Foto © Servizio Fotografico - Vatican Media

"Essere servitori di una cultura del dialogo e dell’incontro"

Udienza ai partecipanti al Capitolo Generale della Società delle Missioni Africane

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Alle ore 11.00 di questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco riceve in Udienza i partecipanti al Capitolo Generale della Società delle Missioni Africane (SMA), che si tiene a Roma dal 30 aprile al 24 maggio, sul tema: “Una famiglia fedele al suo carisma missionario nel contesto complesso e mutevole di oggi”. Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti nel corso dell’Udienza:
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle,
do il mio benvenuto a voi, membri della Società delle Missioni Africane, in occasione della vostra Assemblea Generale che si tiene a Roma. Questo incontro mi permette di ringraziare il Signore per il grande lavoro di evangelizzazione che voi portate avanti in Africa, specialmente tra le popolazioni rurali più lontane, là dove la comunità cristiana è ancora fragile, oppure inesistente. Mi rallegro anche della vostra volontà di sviluppare nuove forme di presenza presso popolazioni di origine africana in altre parti del mondo, con un’attenzione particolare ai migranti. Questi nuovi orizzonti pastorali sono il segno della vitalità dello Spirito Santo che abita in voi e che vi spinge a rispondere alle «sfide sempre nuove della missione evangelizzatrice della Chiesa» per «raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 20).
Vi ringrazio per lo zelo missionario, impregnato di coraggio, che vi porta ad uscire per offrire a tutti la vita di Gesù Cristo, a volte mettendo a rischio la vostra, sulle orme dei vostri padri fondatori, il Servo di Dio Melchior de Marion Brésillac e il padre Augustin Planque. Vorrei, a tale proposito, associarmi alla vostra preghiera per il vostro confratello padre Pierluigi Maccalli, rapito da parecchi mesi in Niger, e assicurare la sollecitudine e l’attenzione della Santa Sede riguardo a questa preoccupante situazione.
Quest’anno avete voluto porre in risalto il fatto che la vostra comunità apostolica forma una famiglia, con le Suore Missionarie e i laici associati. Una famiglia gioiosa, in crescita grazie alle numerose vocazioni in Africa e in Asia. Questo carattere familiare è certamente una ricchezza che fate bene a sottolineare e a sviluppare. L’evangelizzazione, in effetti, è sempre fatta da una comunità che agisce «mediante opere e gesti nella vita quotidiana degli altri, accorcia le distanze, si abbassa fino all’umiliazione se è necessario, e assume la vita umana, toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo» (ibid., 24).
Vi incoraggio anche a perseverare nel vostro impegno, in stretta collaborazione con i membri di altre religioni e istituzioni, al servizio dei bambini e delle persone più fragili, vittime delle guerre, delle malattie, del traffico di esseri umani. Perché la scelta per gli ultimi, per quelli che la società rifiuta e mette da parte è un segno che manifesta concretamente la presenza e la sollecitudine di Cristo misericordioso. Così, spinti dallo Spirito, potete essere servitori di una cultura del dialogo e dell’incontro, che si prende cura dei piccoli e dei poveri, per contribuire all’avvento di una vera fraternità umana. Fedeli alle vostre radici, siete chiamati, come famiglia e in quanto famiglia, a testimoniare Cristo risorto mediante l’amore che vi unisce gli uni agli altri, e con la gioia irradiante di un’autentica vita fraterna. Vi invito dunque a ricercare costantemente, nell’ascolto della Parola di Dio, nella vita sacramentale e nel servizio dei fratelli, i mezzi per rinnovare, in ciascuno di voi, l’incontro personale con Cristo. Infatti, «la prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto, l’esperienza di essere salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più. […] Perciò è urgente recuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova» (ibid., 264).
Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio ancora una volta per questa vostra visita, come pure per la testimonianza che date. Vi incoraggio a perseverare, con entusiasmo e dinamismo sempre rinnovati, sulla strada percorsa dalla Società delle Missioni Africane e che ha prodotto tanti frutti di conversione a Cristo. In ascolto dello Spirito, non abbiate paura di aprire strade nuove, per manifestare che «Dio è sempre novità, che ci spinge continuamente a ripartire e a cambiare posto per andare oltre il conosciuto, verso le periferie e le frontiere» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 135). Con questa speranza, affido la vostra famiglia missionaria all’intercessione della Vergine Maria chiedendole di sostenere i vostri sforzi. Vi benedico e prego per voi. E voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me.

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ZENIT Staff

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