Udienza ai Soci del Circolo San Pietro in occasione del 150° anniversario di fondazione - Foto © Servizio Fotografico - Vatican Media

Il Circolo San Pietro: "La 'longa manus' del Papa verso le fasce più indigenti della popolazione"

Udienza ai Soci del Circolo San Pietro in occasione del 150° anniversario di fondazione

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Alle ore 11 di oggi, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco riceve in Udienza i Soci del Circolo San Pietro, in occasione del 150° anniversario di fondazione, e rivolge loro il discorso che riportiamo di seguito:
Discorso del Santo Padre
Cari Soci del Circolo S. Pietro!
Sono lieto di accogliervi e di cuore vi saluto. Estendo il mio pensiero ai vostri familiari e a quanti cooperano con voi nelle diverse vostre attività caritative. Ringrazio il vostro Presidente, Duca Leopoldo Torlonia, per le sue cortesi parole.
Questo incontro riveste un carattere speciale, poiché si colloca nel 150° anniversario di fondazione del vostro sodalizio, che ebbe il suo inizio nel 1869 per iniziativa di alcuni giovani romani. Essi erano animati dal desiderio di testimoniare sostegno concreto e fedeltà incondizionata al Pontefice Pio IX, in un tempo di incomprensioni tra Chiesa e Stato. Tale fedeltà si manifestò mediante gesti di solidarietà da svolgere in favore dei poveri di Roma; il Circolo divenne così la longa manus del Papa verso le fasce più indigenti della popolazione. Insieme con voi, lodo il Signore per il bene compiuto in questi 150 anni, con un pensiero di gratitudine per i Soci di ieri e per quelli di oggi.
In questo lungo periodo della sua esistenza, non sono mai venute meno nel vostro Circolo le linee programmatiche originarie, sintetizzate nei tre cardini: preghiera, azione, sacrificio. Esse sono state alla base della stupenda fioritura di attività nell’ambito della carità e dell’accoglienza agli ultimi. Da queste caratteristiche distintive dipenderanno la vitalità apostolica e il futuro della vostra associazione: vi incoraggio a seguirle con rinnovato entusiasmo. In particolare, vorrei richiamare la vostra riflessione su uno di questi tre punti fondamentali: la preghiera.
Se nel fratello che incontriamo è presente Gesù, allora l’attività di volontariato può diventare un’esperienza di Dio e di preghiera. Non dimenticate la forza e l’importanza della preghiera per voi e per tutti coloro che sono impegnati nel lavoro caritativo: esso richiede di essere alimentato con opportune soste oranti e di ascolto della Parola di Dio. Il segreto dell’efficacia di ogni vostro progetto è la fedeltà a Cristo e il rapporto personale con lui nella preghiera. Sarete così pronti a soccorrere quanti oggi vivono in condizioni di disagio o di abbandono. La nostra vita di ogni giorno va infatti permeata dalla presenza di Gesù, sotto il cui sguardo dobbiamo porre anche le sofferenze degli ammalati, la solitudine degli anziani, le paure dei poveri, le fragilità degli esclusi. Anche ai nostri giorni il vostro prezioso servizio, articolato in varie Commissioni, vuole essere espressione efficace e testimonianza viva dell’amore che la Chiesa e in particolare la Santa Sede riservano ai poveri e ai sofferenti.
Voi vi rivolgete prevalentemente ai settori della povertà umana di Roma, partecipando generosamente alle situazioni ed alle necessità di tanti fratelli e sorelle. Continuate a porre grande attenzione alle nuove povertà, cercando in ogni frangente di dare conforto e aiuto ai più poveri, senza alcuna distinzione. Ogni povero è degno della nostra sollecitudine, a prescindere dalla religione, dalla etnia, o da qualsiasi altra condizione. Andando incontro ai poveri, recando sollievo ai malati e ai sofferenti, voi servite Gesù, il quale ha assicurato: «Tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatto a me!» (Mt 25, 40). La vostra benemerita istituzione, pur essendo presente da molto tempo nel tessuto sociale romano, porta in sé ideali evangelici e una vitalità che la rendono ancora oggi idonea ad offrire un valido contributo anche nel campo dell’accoglienza e dell’apostolato della carità. In un tempo di grandi cambiamenti e di persistente precarietà economica, in cui la comunità ecclesiale si sente chiamata ad annunciare nuovamente il messaggio cristiano e la sua forza di umanizzazione, dovete essere consapevoli che la vostra opera ha ancora un ruolo importante da svolgere.
Vi ringrazio per tutto quello che fate e per l’obolo di San Pietro, che come ogni anno siete venuti a consegnarmi: esso costituisce un ulteriore segno di apertura alle persone in difficoltà. Al tempo stesso, è una concreta partecipazione alla sollecitudine della Sede Apostolica a rispondere alle crescenti urgenze della Chiesa specialmente nei Paesi più poveri. Desidero, ancora una volta, manifestare il mio vivo apprezzamento per il vostro impegno, animato da convinta fedeltà e adesione al Successore di Pietro. La Vergine Santa accompagni e sostenga con la sua materna protezione i vostri propositi e i vostri progetti di bene. Vi chiedo di pregare per me e per il mio servizio alla Chiesa, e di cuore imparto a voi qui presenti, come pure a quanti vi affiancano nelle varie vostre attività, la Benedizione Apostolica, che estendo volentieri alle vostre famiglie.

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ZENIT Staff

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