Nel pomeriggio, il Papa ha lasciato il Convento delle Suore Brigidine in Pirita e si è recato in auto alla Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo di Tallinn per l’incontro con gli assistiti delle Opere di Carità della Chiesa. Prima di congedarsi, il Santo Padre ha posato per una foto di gruppo con le Suore del Convento, ha consegnato un dono per la casa e infine, insieme alle religiose, si è recato all’ingresso del Convento e ha piantato un albero.
Alle ore 15.10 locali (14.10 ora di Roma), Papa Francesco è arrivato alla Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo ed ha incontrato gli assistiti delle Opere di Carità della Chiesa. Al Suo arrivo, il Papa è stato accolto all’ingresso principale dall’Amministratore Apostolico di Tallinn, dal Parroco, dalla Madre Superiora delle Suore Missionarie della Carità e da una famiglia con 9 bambini assistita dalle Suore. Quattro bambini hanno offerto al Papa un omaggio floreale. Erano presenti all’incontro circa 100 assistiti delle Opere di Carità della Chiesa Cattolica, tra i quali persone con problematiche di alcool, persone disagiate e ragazze madri ed il personale della Caritas. Dopo i saluti di un assistito e di una madre di famiglia assistita, il Santo Padre ha rivolto ai presenti le sue parole di saluto. Al termine, dopo la consegna di un dono e il saluto ad alcune persone assistite dalle opere caritative cattoliche, il Papa si è trasferito in auto in Piazza della Libertà.
Pubblichiamo di seguito le parole di saluto che il Santo Padre ha pronunciato nel corso dell’incontro:
Saluto del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle!
Grazie per avermi accolto questo pomeriggio nella vostra casa. Per me è importante fare questa visita e poter stare qui in mezzo a voi. Grazie a voi per la vostra testimonianza e per aver condiviso con noi tutto ciò che portate nel cuore. Prima di tutto, vorrei congratularmi con te, Marina, e con tuo marito, per la bellissima testimonianza che ci avete donato. Siete stati benedetti con nove figli, con tutto il sacrificio che questo significa, come ci hai fatto notare. Dove ci sono bambini e giovani, c’è molto sacrificio, ma soprattutto c’è futuro, gioia, e speranza. Ecco perché è confortante sentirti dire: “Rendiamo grazie al Signore per la comunione e l’amore che regna in casa nostra”.
In questa terra, dove gli inverni sono duri, a voi non manca il calore più importante, quello della casa, quello che nasce dallo stare in famiglia. Con discussioni e problemi? Sì, è normale, ma con la voglia di andare avanti insieme. Non sono belle parole, ma un esempio chiaro. E grazie per aver condiviso anche la testimonianza di queste suore che non avevano paura di uscire e andare dove voi stavate per essere segno della vicinanza e della mano tesa del nostro Dio. Tu hai detto che erano come degli angeli che venivano a visitarvi. È così: sono degli angeli. Quando la fede non ha paura di lasciare le comodità, di mettersi in gioco e ha il coraggio di uscire, riesce a manifestare le parole più belle del Maestro: «Che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato» (Gv 13,34).
Amore che rompe le catene che ci isolano e ci separano, gettando ponti; amore che ci permette di costruire una grande famiglia in cui tutti possiamo sentirci a casa, come in questa casa. Amore che sa di compassione e di dignità. E questo è bello. [Guarda i nove figli di Marina seduti su un’unica panca e li conta] Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove. Bella famiglia! Bella famiglia!
La fede missionaria va come queste sorelle per le strade delle nostre città, dei nostri quartieri, delle nostre comunità, dicendo con gesti molto concreti: fai parte della nostra famiglia, della grande famiglia di Dio nella quale tutti abbiamo un posto. Non rimanere fuori. E voi, sorelle, fate questo! Grazie. Penso che questo sia il miracolo che ci hai raccontato tu, Vladimir. Hai trovato sorelle e fratelli che ti hanno offerto la possibilità di risvegliare il cuore e vedere che, in ogni momento, il Signore ti cercava instancabilmente per vestirti a festa (cfr Lc 15,22) e per celebrare il fatto che ognuno di noi è il suo figlio prediletto.
La più grande gioia del Signore è vederci rinascere, per questo non si stanca mai di donarci una nuova opportunità. Per questo motivo, sono importanti i legami, sentire che apparteniamo gli uni agli altri, che ogni vita vale, e che siamo disposti a spenderla per questo. Vorrei invitarvi a continuare a creare legami. Ad uscire nei quartieri per dire a tanti: anche tu fai parte della nostra famiglia. Gesù ha chiamato i discepoli, e ancora oggi chiama ciascuno di voi, cari fratelli, per continuare a seminare e trasmettere il suo Regno. Lui conta sulla vostra storia, sulla vostra vita, sulle vostre mani per percorrere la città e condividere la stessa realtà che voi avete vissuto.
Oggi, Gesù può contare su di voi? Ognuno di voi risponda. Grazie per il tempo che mi avete regalato. E ora vorrei darvi la benedizione, perché il Signore possa continuare a fare miracoli attraverso le vostre mani. E, per favore, anch’io ho bisogno di aiuto; per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie!
Incontro con gli Assistiti delle Opere di Carità della Chiesa - Foto © Vatican Media
Papa Francesco: "Oggi, Gesù può contare su di voi?"
Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco in Lituania, Lettonia ed Estonia (22-25 settembre 2018) – Incontro con gli Assistiti delle Opere di Carità della Chiesa