Al termine della Santa Messa, alle ore 12 (ore 11 a Roma), il Santo Padre Francesco guida la recita dell’Angelus con i fedeli presenti nel parco Sàntakos di Kaunas. Quindi si reca in auto al Palazzo della Curia dove pranza con i Vescovi della Conferenza episcopale della Lituania.
Pubblichiamo di seguito le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
Angelus
Cari fratelli e sorelle,
Il Libro della Sapienza, che abbiamo ascoltato nella prima Lettura, ci parla del giusto perseguitato, di colui la cui sola presenza dà fastidio agli empi. L’empio viene descritto come quello che opprime il povero, non ha compassione della vedova né rispetta l’anziano (cfr 2,17-20). L’empio ha la pretesa di pensare che la sua forza è la norma della giustizia. Sottomettere i più fragili, usare la forza in una qualsiasi forma, imporre un modo di pensare, un’ideologia, un discorso dominante, usare la violenza o la repressione per piegare quanti semplicemente, con il loro quotidiano agire onesto, semplice, operoso e solidale, manifestano che un altro mondo, un’altra società è possibile.
All’empio non basta fare quello che gli pare, lasciarsi guidare dai suoi capricci; non vuole che gli altri, facendo il bene, mettano in risalto questo suo modo di fare. Nell’empio, il male cerca sempre di annientare il bene. Settantacinque anni fa, questa Nazione assisteva alla definitiva distruzione del Ghetto di Vilnius; così culminava l’annientamento di migliaia di ebrei che era già iniziato due anni prima. Come si legge nel Libro della Sapienza, il popolo ebreo passò attraverso oltraggi e tormenti.
Facciamo memoria di quei tempi, e chiediamo al Signore che ci faccia dono del discernimento per scoprire in tempo qualsiasi nuovo germe di quell’atteggiamento pernicioso, di qualsiasi aria che atrofizza il cuore delle generazioni che non l’hanno sperimentato e che potrebbero correre dietro quei canti di sirena. Gesù nel Vangelo ci ricorda una tentazione sulla quale dovremo vigilare con attenzione: l’ansia di essere i primi, di primeggiare sugli altri, che può annidarsi in ogni cuore umano.
Quante volte è accaduto che un popolo si creda superiore, con più diritti acquisiti, con maggiori privilegi da preservare o conquistare. Qual è il rimedio che propone Gesù quando appare tale pulsione nel nostro cuore e nella mentalità di una società o di un Paese? Farsi l’ultimo di tutti e il servo di tutti; stare là dove nessuno vuole andare, dove non arriva nulla, nella periferia più distante; e servire, creando spazi di incontro con gli ultimi, con gli scartati. Se il potere si decidesse per questo, se permettessimo al Vangelo di Cristo di giungere nel profondo della nostra vita, allora la globalizzazione della solidarietà sarebbe davvero una realtà. «Mentre nel mondo, specialmente in alcuni Paesi, riappaiono diverse forme di guerre e scontri, noi cristiani insistiamo nella proposta di riconoscere l’altro, di sanare le ferite, di costruire ponti, stringere relazioni e aiutarci “a portare i pesi gli uni degli altri” (Gal 6,2)» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 67).
Qui in Lituania c’è una collina delle croci, dove migliaia di persone, lungo i secoli, hanno piantato il segno della croce. Vi invito, mentre preghiamo l’Angelus, a chiedere a Maria che ci aiuti a piantare la croce del nostro servizio, della nostra dedizione lì dove hanno bisogno di noi, sulla collina dove abitano gli ultimi, dove si richiede la delicata attenzione agli esclusi, alle minoranze, per allontanare dai nostri ambienti e dalle nostre culture la possibilità di annientare l’altro, di emarginare, di continuare a scartare chi ci dà fastidio e disturba le nostre comodità. Gesù mette al centro un piccolo, lo mette alla medesima distanza da tutti, perché tutti ci sentiamo provocati a dare una risposta. Facendo memoria del “sì” di Maria, chiediamole che renda il nostro “sì” generoso e fecondo come il suo.
[Angelus Domini…]
Buona domenica! Buon pranzo! — Gražaus sekmadienio! Skaniu pietu!
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Dopo l’Angelus
Cari fratelli e sorelle,
desidero cogliere questa occasione per ringraziare la Signora Presidente della Repubblica e le altre Autorità della Lituania, come pure i Vescovi e i loro collaboratori, per la preparazione di questa mia visita; ed estendo la mia gratitudine a tutti coloro che in molti modi hanno dato il loro contributo, anche con la preghiera. Un pensiero speciale riservo in questi giorni alla comunità ebraica. Questo pomeriggio pregherò davanti al Monumento delle Vittime del Ghetto a Vilnius, nel 75° anniversario della sua distruzione. L’Altissimo benedica il dialogo e il comune impegno per la giustizia e la pace.
Messa nel parco Santakos di Kaunas - Foto © Vatican Media
Papa Francesco: "Farsi l’ultimo di tutti e il servo di tutti"
Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco in Lituania, Lettonia ed Estonia (22-25 settembre 2018) – Le parole del Papa alla recita dell’Angelus nel parco Sàntakos