“I dispensari cattolici sono chiamati a contribuire e collaborare attivamente nella cura dei malati, rispettando tutte le misure precauzionali richieste.” Lo sottolinea il presidente della Commissione Episcopale per la Pastorale della Salute del Madagascar, mons. Marie Fabien Raharilamboniaina, in una lettera, nella quale affronta l’allarme peste nel Paese africano.
Una nuova epidemia della temuta malattia infettiva — si tratta della forma più grave, quella polmonare, trasmissibile anche per via aerea — ha causato secondo gli ultimi dati già una settantina di vittime nella grande isola.
“In questo periodo di inquietudini e di afflizioni in Madagascar, la Commissione Episcopale per la Pastorale della Sanità esprime la preoccupazione della Chiesa per le famiglie di defunti, persone contagiate dalla peste e tutta la comunità”, continua il presule, le cui parole sono state riprese dall’agenzia Fides (17 ottobre).
“La Chiesa desidera essere vicina al personale sanitario e incoraggiarlo a continuare questa lotta con perseveranza e fiducia” ed “esorta tutti ad intensificare la pulizia e l’igiene degli ambienti […] e a mettere in pratica le raccomandazioni del ministero della Sanità pubblica e dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità, ndr) in caso di malattia e decessi”, così scrive il vescovo di Morondava.
Il presule invita inoltre tutti “a non respingere i casi sospetti e gli ammalati di peste, ad assumersi tempestivamente la responsabilità di evidenziare qualsiasi minimo sintomo perché la peste è curabile, a vigilare su qualsiasi tentativo di corruzione e manipolazione politica di fronte alla debolezza della popolazione, ed essere pronti a comunicare i casi sospetti.”
Dal 1980, così ricorda Fides, la peste riappare ogni anno nel Paese, generalmente da ottobre a marzo. Secondo l’Istituto Pasteur, la malattia ha colpito 40mila persone in Africa e Asia negli ultimi 15 anni. (pdm)
Madagascar: la Chiesa affronta l’allarme peste
La malattia altamente infettiva ha provocato già una settantina di vittime