“Abbiamo approfondito la nostra conoscenza reciproca e intensificato i nostri vincoli di amicizia.” Lo ha sottolineato papa Francesco ricevendo oggi in udienza in Vaticano i rappresentanti della Conferenza dei Rabbini Europei, del Consiglio Rabbinico d’America e della Commissione del Gran Rabbinato d’Israele, che sono in dialogo con la Pontificia Commissione per i Rapporti religiosi con l’Ebraismo.
La delegazione guidata dal rabbino capo di Mosca (Russia), Pinchas Goldschmidt, ha consegnato al Pontefice il documento “Fra Gerusalemme e Roma”. “È un testo che tributa particolari riconoscimenti alla Dichiarazione Conciliare ‘Nostra aetate’, che nel suo quarto capitolo costituisce per noi la ‘magna charta’ del dialogo col mondo ebraico”, ha osservato il Papa, aggiungendo che “la sua progressiva attuazione ha permesso ai nostri rapporti di diventare sempre più amichevoli e fraterni”.
La dichiarazione del Concilio Vaticano II, pubblicata il 28 ottobre 1965, “ha messo in luce che gli inizi della fede cristiana si trovano già, secondo il mistero divino della salvezza, nei patriarchi, in Mosè e nei profeti” e che quindi “va promossa fra noi la mutua conoscenza e stima, soprattutto attraverso studi biblici e colloqui fraterni”, ha proseguito Francesco, il quale ha tratto un bilancio positivo del dialogo, spiegando che le due religioni stanno “attraversando un fecondo momento di dialogo”. “Nel corso degli ultimi decenni ci siamo così potuti avvicinare, dialogando in modo efficace e fruttuoso”, ha sottolineato.
Anche se il documento “Fra Gerusalemme e Roma” menziona l’esistenza di “profonde differenze teologiche” — ha osservato il Papa — definisce i cattolici “partner, stretti alleati, amici e fratelli nella ricerca comune di un mondo migliore” e sottolinea che “cattolici ed ebrei condividono credenze comuni”.
Papa Francesco ha formulato anche un auspicio. “Possa l’Eterno benedire e illuminare la nostra collaborazione perché insieme possiamo accogliere e attuare sempre meglio i suoi progetti, ‘progetti di pace e non di sventura’, per ‘un futuro pieno di speranza’”, ha detto, citando il profeta Geremia (29,11).
Il Pontefice, che seguendo le orme di Giovanni Paolo II (1986) e di Benedetto XVI (2010) ha visitato il 17 gennaio 2016 il Tempio maggiore o sinagoga di Roma sul Lungotevere de’ Cenci, ha concluso il suo intervento facendo i “migliori auguri per il nuovo anno ebraico, che inizierà tra poche settimane: ‘Shanah towah’! (buon anno!)” ed invocando “la benedizione dell’Altissimo sul comune cammino di amicizia e di fiducia che ci attende”.
Una profonda amicizia unisce da anni papa Francesco al rabbino argentino Abraham Skorka, il quale ha scritto la prefazione al libro-intervista “El Jesuita. Conversaciones con el cardenal Jorge Bergoglio” (2010) di Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti (pubblicato in italiano nel 2013 sotto il titolo “Papa Francesco. Il nuovo papa si racconta”) e ha firmato inoltre proprio la voce “amicizia” per il libro “Il vocabolario di papa Francesco. Parole profetiche per il nostro tempo: 1” (2015).
Il testo integrale è disponibile qui.
Papa & Conferenza rabbini, 31 agosto 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO
Papa incontra rabbini: “Abbiamo approfondito la nostra conoscenza reciproca”
Udienza ai rappresentanti della Conferenza dei Rabbini