Udienza generale, 30 agosto 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Udienza generale: “Ricordarsi di Gesù”

Catechesi di papa Francesco di mercoledì 30 agosto 2017

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“Ricordarsi di Gesù.” Con queste tre parole si può riassumere la catechesi tenuta oggi, mercoledì 30 agosto 2017, da papa Francesco durante l’Udienza generale, svoltasi di nuovo all’aperto, cioè in piazza San Pietro.
Il “ricordarsi di Gesù”, ha spiegato il Pontefice continuando la sua serie di riflessioni sulla speranza cristiana, costituisce “una dinamica fondamentale della vita cristiana”.
“Certo”, così ha osservato, anche nella vita del battezzato ci sono le prove, quei “momenti in cui bisogna andare avanti nonostante il freddo e i venti contrari, nonostante tante amarezze”, ma “i cristiani conoscono la strada che conduce a quel sacro fuoco”, che è proprio questo evento basilare del primo incontro con Gesù, descritto dal Papa come un “innamoramento”. Cristiani, ha suggerito, sono “innamorati di Gesù”.
Quest’incontro, questo innamoramento si nota subito, ha proseguito il Papa. Il cristiano custodisce — o dovrebbe custodire — nei suoi occhi “il luccichio della vera felicità” e trasmette “con gli occhi” la gioia della fede.
Perciò Francesco ha raccomandato i fedeli a non dare retta alle “persone deluse e infelici”, a non ascoltare “chi raccomanda cinicamente di non coltivare speranze nella vita”, a non fidarci “di chi spegne sul nascere ogni entusiasmo dicendo che nessuna impresa vale il sacrificio di tutta una vita”.
“Non ascoltiamo i ‘vecchi’ di cuore che soffocano l’euforia giovanile”, ma “andiamo dai vecchi che hanno gli occhi brillanti di speranza!”, ha esortato il Pontefice, che anche oggi ha invitato i pellegrini a fare un piccolo esame di coscienza.
“Voi, che siete in piazza, vi domando — ognuno risponda a se stesso — voi avete nel cuore il vento della letizia?”, ha chiesto, ricordando che Gesù “non vuole uomini e donne che camminano dietro a Lui di malavoglia”. Ciò che vuole Gesù sono persone che hanno sperimentato che stare con Lui dona una felicità immensa, che si può rinnovare ogni giorno della vita, ha ricordato Francesco. 
Al centro dell’odierna catechesi il Pontefice ha posto proprio la chiamata dei primi discepoli Giovanni e Andrea nel racconto dello stesso Giovanni (1,35-42). L’impatto dell’incontro con Gesù è stato talmente determinante, anzi “toccante”, che da anziano l’evangelista si ricorda ancora l’ora, “circa le quattro del pomeriggio”, così ha osservato il Papa.
Colpisce poi la domanda “Che cosa cercate?” che Gesù rivolge a Giovanni e Andrea — “due giovani in ricerca, sanamente inquieti” –, e con la quale vuole “far emergere il desiderio di vita e di felicità che ogni giovane si porta dentro”.
“Anche io vorrei oggi domandare ai giovani che sono qui in piazza e a quelli che ascoltano per i media: ‘Tu, che sei giovane, che cosa cerchi? Che cosa cerchi nel tuo cuore?’”, ha chiesto il Papa.
“I giovani che non cercano nulla non sono giovani, sono in pensione, sono invecchiati prima del tempo. E’ triste vedere giovani in pensione”, ha aggiunto.
Infine colpisce che i discepoli non tacciono l’incontro con Gesù ma “si trasformano in missionari”, cioè coinvolgono i loro rispettivi fratelli Giacomo e Simone, raccontando loro di aver trovato “il Messia”, “un grande profeta“.
Questo vale per ogni “vocazione vera“, matrimonio incluso, ha spiegato Francesco, che ha definito il Signore “un ‘incendiario’ dei cuori”: “inizia con un incontro con Gesù che ci dona una gioia e una speranza nuova; e ci conduce, anche attraverso prove e difficoltà, a un incontro sempre più pieno”.
Quindi, così ha concluso il Pontefice la sua catechesi, occorre “ricordarsi di Gesù, del fuoco d’amore con cui un giorno abbiamo concepito la nostra vita come un progetto di bene, e ravvivare con questa fiamma la nostra speranza”.
Cliccare qui per leggere il testo completo della catechesi.

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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