Papa Francesco, Agnes Abuom, Olav Fykse Tveit & Card. Kurt Koch / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Papa riceve i responsabili del Consiglio Mondiale delle Chiese

In visita a Roma il 23 e il 24 di agosto 2017

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Papa Francesco ha ricevuto in udienza in Vaticano la moderatrice del Comitato Centrale del Consiglio Mondiale delle Chiese (CMC), Agnes Abuom, e il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale dell’organismo. Lo ha reso noto giovedì 24 agosto 2017 il sito Internet del CMC. La delegazione è stata ospitata a Roma dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.
Durante l’udienza hanno discusso, così riferisce il comunicato stampa, “di come l’unità cristiana sia vitale nell’apportare un vero senso di giustizia ai problemi che il mondo sta affrontando oggi”.
“Siamo molto grati per l’incontro molto costruttivo e fruttuoso che abbiamo avuto oggi con Papa Francesco”, ha detto Tveit. “Viviamo un momento in cui lo scopo e gli obiettivi del movimento ecumenico sono diventati rilevanti”, ha aggiunto.
“Attraverso le molteplici dimensioni delle sue attività, il CMC contribuisce all’unità della Chiesa e, a sua volta, l’unità che il CMC è in grado di esprimere contribuisce all’unità del genere umano”, ha proseguito il teologo luterano, classe 1960, il quale ha sottolineato il bisogno “di una nuova ricerca di unità”.
“C’è la volontà negli affiliati del CMC ed in altri enti, nella Chiesa Cattolica Romana, di perseguire una testimonianza unita e un servizio comune per coloro che hanno bisogno di noi, di unire le nostre agende e risorse per coloro che hanno più bisogno della nostra attenzione”, ha aggiunto il pastore norvegese. “Abbiamo una visione comune del ruolo del movimento ecumenico e dei bisogni della chiesa in un mondo sempre più diviso e fragile”.
Da parte sua, la moderatrice del Comitato Centrale del CMC, Agnes Abuom, ha sottolineato che “l’unità della Chiesa e l’unità dell’umanità sono interconnesse” e che “gli sforzi ecumenici non possono avere successo senza una profonda comprensione di ciò che significa vivere insieme nel corpo di Cristo, nell’amore di Cristo. Stiamo lavorando, camminando e pregando insieme”.
Abuom e Tveit hanno anche ribadito il ruolo importante dei leader religiosi nel ricercare soluzioni ai conflitti del mondo ed affrontato le  questioni relative al cambiamento climatico e alla giustizia economica come principali preoccupazioni nel pellegrinaggio della giustizia e della pace.
“Il futuro dell’umanità è minacciato. I poveri sono sempre più poveri e su di loro ricadono le peggiori conseguenze di quanto sta accadendo nel mondo”, ha detto Tveit, il quale ha chiesto al Pontefice e alla Chiesa cattolica di unirsi al CMC “nel mobilitare un vero cambiamento di mente, di cuore e di priorità”.
Oltre all’udienza con il Pontefice, che ha incluso anche una preghiera comune per l’unità, la pace e la riconciliazione, stava sul programma della delegazione una riunione con il cardinale Kurt Koch, presidente del dicastero ospitante.
Nell’occasione, il pastore Tveit ha consegnato al porporato il documento del CMC “Growth in Agreement IV: International Dialogue Texts and Agreed Statements, 2005 – 2013” (Crescita nell’Accordo IV: Testi Internazionali di Dialogo e Dichiarazioni Concordate, 2005 – 2013), il quale riassume la storia ecumenica dell’ultimo decennio.
La delegazione ha incontrato inoltre Flaminia Giovanelli, nominata nel luglio scorso sotto-segretario al Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. Sono stati discussi temi quali “la giustizia climatica e la conferenza sul clima Cop23 che si terrà a Bonn, le armi nucleari, una imminente riunione sulla migrazione e la xenofobia a dicembre, e delle iniziative per la costruzione della pace”.
Abuom e Tveit hanno visitato mercoledì 23 agosto anche la sede romana della comunità di Sant’Egidio, dove hanno incontrato quattro giovani rifugiati. “Molti in Europa oggi vedono persone come loro come se fossero quattro problemi, persino rischi”, ha detto il segretario generale del CMC, ma “sono quattro esseri umani. Quattro adorabili, forti giovani che contribuiscono all’Europa svolgendo il lavoro di cui c’è bisogno”. (pdm)

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ZENIT Staff

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