Papa Francesco e rifugiati siriani (11 agosto 2016) - Foto © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Migranti: le indicazioni “molto pratiche” del Papa

Riflessione di padre Fabio Baggio

Share this Entry

Papa Francesco offre delle indicazioni “molto pratiche” per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti. Lo afferma il sotto-segretario della Sezione Migranti & Rifugiati del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, padre Fabio Baggio, commentando il messaggio del Pontefice per la 104.ma Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato.
Il messaggio — così spiega il “numero 3” del dicastero vaticano in un’intervista rilasciata a Patrizia Caiffa dell’agenzia SIR — è molto specifico, in particolare per quanto riguarda “i canali legali e sicuri” per tutti i migranti. Inoltre costituisce “un appello molto chiaro, perché la Chiesa si impegni a proporre queste buone pratiche in tutto il mondo”.
Il Papa, prosegue il sotto-segretario, pone l’accento sull’importanza di proteggere i migranti sin dalla loro partenza in patria, “offrendo loro tutte le informazioni necessarie per decidere se partire o no, dove e come andare”, e poi nel Paese di arrivo, “provvedendo a dare informazioni perché possano permanere in situazione regolare o regolarizzare la loro posizione”.
Il messaggio, così ricorda p. Baggio, chiede anche “il riconoscimento delle capacità e delle competenze dei migranti con la convalida di titoli di studio e professionali, perché queste persone possano offrire il meglio”, “approfondire la loro istruzione” e costituire “un contributo e una opportunità di sviluppo per i Paesi che li ricevono”.
Per i migranti e i rifugiati non si tratta solo di avere “un passaporto” in regola, ma anche di “prendersi un impegno con un luogo, con un territorio”. Quindi, “non è dire: ‘Puoi o non puoi’, ma: ‘Se vuoi, tieni presente che c’è una certa responsabilità da assumere’”, ricorda il prelato.
Nell’intervista, p. Baggio affronta anche il tema della “paura dell’invasione”, frutto della “non conoscenza e ignoranza rispetto a quelli che bussano alle porte”. “Bisogna — così afferma — lavorare moltissimo sull’educazione, sulla cultura dell’incontro, fornendo dati reali.”
“L’andare verso l’altro non è necessariamente naturale: nel bambino è molto più presente ma nell’adulto c’è spesso una remora perché nell’incontro con l’altro teme di perdere qualcosa”, continua p. Baggio. L’esperienza della storia ci insegna infatti “che le civiltà sono nate proprio dall’incontro tra diversi popoli: nel momento in cui si sono aperti, non quando si sono chiusi”. (pdm)

Share this Entry

Anne Kurian-Montabone

Laurea in Teologia (2008) alla Facoltà di teologia presso l'Ecole cathedrale di Parigi. Ha lavorato 8 anni per il giornale settimanale francese France Catholique" e participato per 6 mese al giornale "Vocation" del servizio vocazionale delle chiesa di Parigi. Co-autore di un libro sulla preghiera al Sacro Cuore. Dall'ottobre 2011 è Collaboratrice della redazione francese di Zenit."

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione