Angelus / Foto: Francesco Sforza - © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

“L’amore muove la fede”

Catechesi prima dell’Angelus di domenica 20 agosto 2017 — Testo completo

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“Possiamo dire che è l’amore che muove la fede e la fede, da parte sua, diventa il premio dell’amore.” Lo ha detto papa Francesco nella sua catechesi prima dell’Angelus di domenica 20 agosto 2017, nella quale ha meditato sul brano del Vangelo di oggi (Matteo 15, 21-28), che narra la guarigione della figlia di una donna cananea.
Come ha osservato il Pontefice, Gesù in un primo momento sembra ignorare la richiesta disperata della donna — infatti “una straniera rispetto ai giudei” — di aiutare sua figlia, descritta dalla propria madre come “molto tormentata da un demonio”.
La donna non si perde d’animo di fronte a quello che Francesco ha chiamato “l’apparente distacco” di Gesù, anzi essa, mossa da un “amore struggente” per la figlia, continua ad implorare Gesù.
Neppure il “rifiuto iniziale” da parte del Signore — continua il Papa — riesce a fermare la donna, la quale compie un gesto significativo e si prostra davanti a Gesù, mentre ripete la sua richiesta di aiuto.
“Davanti a tanta perseveranza” da parte della “donna pagana”, Gesù rimane “ammirato, quasi stupito” e perciò acconsente, guarendo la figlia.
In questo modo — spiega il Pontefice — questa “umile donna” diventa “esempio di fede incrollabile” e “per noi stimolo a non scoraggiarci, a non disperare quando siamo oppressi dalle dure prove della vita”.
Infatti, “il Signore non si volta dall’altra parte davanti alle nostre necessità e, se a volte sembra insensibile alle richieste di aiuto, è per mettere alla prova e irrobustire la nostra fede”.
Dobbiamo — ha esortato il Papa — quindi continuare a gridare proprio come ha fatto questa donna, chiedendo “con perseveranza e coraggio” l’aiuto del Signore.
“Questo episodio evangelico ci aiuta a capire che tutti abbiamo bisogno di crescere nella fede e fortificare la nostra fiducia in Gesù”, ha proseguito Francesco, che ha sottolineato l’importanza di “alimentare ogni giorno la nostra fede, con l’ascolto attento della Parola di Dio, con la celebrazione dei Sacramenti, con la preghiera personale come ‘grido’ verso di Lui – ‘Signore, aiutami!’ -, e con atteggiamenti concreti di carità verso il prossimo”.
Riportiamo di seguito il testo completo della catechesi di papa Francesco.
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Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo di oggi (Mt 15,21-28) ci presenta un singolare esempio di fede nell’incontro di Gesù con una donna cananea, una straniera rispetto ai giudei. La scena si svolge mentre Egli è in cammino verso le città di Tiro e Sidone, a nord-ovest della Galilea: è qui che la donna implora Gesù di guarire sua figlia la quale – dice il Vangelo – «è molto tormentata da un demonio» (v. 22). Il Signore, in un primo momento, sembra non ascoltare questo grido di dolore, tanto da suscitare l’intervento dei discepoli che intercedono per lei. L’apparente distacco di Gesù non scoraggia questa madre, che insiste nella sua invocazione.
La forza interiore di questa donna, che permette di superare ogni ostacolo, va ricercata nel suo amore materno e nella fiducia che Gesù può esaudire la sua richiesta. E questo mi fa pensare alla forza delle donne. Con la loro fortezza sono capaci di ottenere cose grandi. Ne abbiamo conosciute tante! Possiamo dire che è l’amore che muove la fede e la fede, da parte sua, diventa il premio dell’amore. L’amore struggente verso la propria figlia la induce «a gridare: “Pietà di me, Signore, figlio di Davide!”» (v. 22). E la fede perseverante in Gesù le consente di non scoraggiarsi neanche di fronte al suo iniziale rifiuto; così la donna «si prostrò davanti a lui dicendo: “Signore, aiutami!”» (v. 25).
Alla fine, davanti a tanta perseveranza, Gesù rimane ammirato, quasi stupito, dalla fede di una donna pagana. Pertanto, acconsente dicendo: «“Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”. E da quell’istante sua figlia fu guarita» (v. 28). Questa umile donna viene indicata da Gesù come esempio di fede incrollabile. La sua insistenza nell’invocare l’intervento di Cristo è per noi stimolo a non scoraggiarci, a non disperare quando siamo oppressi dalle dure prove della vita. Il Signore non si volta dall’altra parte davanti alle nostre necessità e, se a volte sembra insensibile alle richieste di aiuto, è per mettere alla prova e irrobustire la nostra fede. Noi dobbiamo continuare a gridare come questa donna: “Signore, aiutami! Signore, aiutami!”. Così, con perseveranza e coraggio. E questo è il coraggio che ci vuole nella preghiera.
Questo episodio evangelico ci aiuta a capire che tutti abbiamo bisogno di crescere nella fede e fortificare la nostra fiducia in Gesù. Egli può aiutarci a ritrovare la via, quando abbiamo smarrito la bussola del nostro cammino; quando la strada non appare più pianeggiante ma aspra e ardua; quando è faticoso essere fedeli ai nostri impegni. È importante alimentare ogni giorno la nostra fede, con l’ascolto attento della Parola di Dio, con la celebrazione dei Sacramenti, con la preghiera personale come “grido” verso di Lui – “Signore, aiutami!” -, e con atteggiamenti concreti di carità verso il prossimo.
Affidiamoci allo Spirito Santo affinché Lui ci aiuti a perseverare nella fede. Lo Spirito infonde audacia nel cuore dei credenti; dà alla nostra vita e alla nostra testimonianza cristiana la forza del convincimento e della persuasione; ci incoraggia a vincere l’incredulità verso Dio e l’indifferenza verso i fratelli.
La Vergine Maria ci renda sempre più consapevoli del nostro bisogno del Signore e del suo Spirito; ci ottenga una fede forte, piena d’amore, e un amore che sa farsi supplica, supplica coraggiosa a Dio.

© Copyright – Libreria Editrice Vaticana

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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