Lettura
Il Vangelo di oggi ci racconta come Gesù incontra la Cananèa, una donna che invoca pietà per la figlia. Ma Gesù la ignora. Solo l’insistenza della donna e il fastidio che arreca ai discepoli la porta ad essere ascoltata. Ma il rifiuto di Gesù è tassativo: egli è venuto per gli israeliti. La donna non si fa intimorire. Replica a Gesù che, vista la fede mostrata dalla Cananèa, la esaudisce.
Meditazione
Gesù non ascolta le grida della donna, che peraltro non chiede aiuto per sé, ma per la figlia. La ragione di questo rifiuto è che lei è Cananèa, non fa parte del popolo a cui Gesù ha rivolto la sua missione. Quando poi, finalmente, per il gran clamore che essa suscita con le sue urla, Gesù l’ascolta, la risposta del Maestro è però molto fredda, quasi ostile: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Anche se qualche studioso si è preoccupato di relativizzare il termine – “cane” era un insulto usato nei confronti di chi non aveva la stessa fede – facendo notare che si trattava di un diminutivo, e che anche all’epoca esistevano i cagnolini da compagnia, non ci sembra che questo addolcisca troppo le parole del Signore. Esse sono certamente dolorose, che si tratti di un cane o di un cagnolino! Ma questa madre non si lascia turbare, e chiede di nuovo, con insistenza: tanta fede impressiona il Signore, al punto che la preghiera della donna viene esaudita. Non sembra anche a noi che il Signore ogni tanto ci tratti proprio male? Che non solo alle nostre insistenti e giustificate richieste egli opponga un rifiuto, ma, anzi, che tutto il male si accanisca contro di noi? Pochi rimangono fedeli al Signore. Anche santa Teresa d’Avila, lamentandosi con il Signore per qualche tribolazione, si sentì spiegare da Lui che questo era il modo in cui trattava i suoi amici. Come la donna Cananèa, anche santa Teresa ebbe la risposta pronta: “Dio mio, ora capisco perché avete così pochi amici!”. Con Dio dovrebbe esserci questa confidenza: Dio non è un burocrate, ma un Padre. Con il primo non è possibile insistere, con il secondo sì! Anche papa Francesco ci dice: “pregare è negoziare col Signore, anche diventare inopportuno col Signore. Pregare è lodare il Signore nelle sue cose belle che ha e dirgli che queste cose belle ce le mandi a noi. E se Lui è tanto misericordioso, tanto buono, che ci aiuti!” (1 luglio 2013). È questa fede, incrollabile, mai stanca di chiedere, e chiedere, e chiedere ancora – dando persino fastidio! – che il Signore premia.
Preghiera
Niente ti turbi, niente ti rattristi. Tutto dilegua, Dio solo non si muta. Con la pazienza tutto ottieni. Non manchi di nulla, se hai Dio nel cuore. Il suo amore basta (santa Teresa d’Avila).
Agire
Cerchiamo oggi di fare qualcosa “insistendo”: resistendo al peccato, oppure in qualche azione buona, o anche con la preghiera!
Meditazione del giorno a cura di Alexandra von Teuffenbach, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Chiedere con insistenza — Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Domenica 20 Agosto 2017, XX del Tempo Ordinario, A