Daily meditation on the Gospel

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Sei capace di stupirti? — Meditazione quotidiana

Meditazione della Parola di Dio di Mercoledì 19 Luglio 2017, Feria della XV Settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Mosè scopre la sua vocazione e missione nel deserto perché ha un cuore giovane, è capace di stupirsi: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo», un fuoco che brucia ma non consuma. È qui che percepisce di essersi incontrato con il Dio dei suoi padri. Per Mosè, Dio è “Colui che sta nel roveto”, ma è anche Colui che ha ascoltato “il grido” del suo popolo perché “ha visto” la sua sofferenza. Egli ora gli comanda di liberare Israele e lo rassicura: “Io sarò con te”. Gesù dopo i “guai a voi”, esulta nello spirito perché vede una folla di piccoli, poveri, peccatori che si aprono alla Rivelazione del Padre.
Meditazione
“Nessuno ha mai visto, il Figlio unigenito, sempre rivolto verso il Padre, lui ce lo ha rivelato” (cfr. Gv 1,18). E non ce lo rivela come un ulteriore comandamento, ma nell’esultanza dell’intimità divina, per stimolare così in noi il desiderio di conoscere Dio non solo “per sentito dire”, ma in un incontro personale che ci introduce nella Trinità. “Nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”. Conosciamo Dio “per sentito dire”, da tante letture. Ma altro è avere la stessa coscienza che Gesù aveva di essere Figlio e del fatto che tutto ciò che egli aveva gli proveniva dal Padre come dalla fonte. È possibile? Sì, perché siamo tra coloro “ai quali egli lo vuole rivelare”. Solo per questa rivelazione congiunta del Padre e del Figlio entriamo nella figliolanza divina e nella fraternità con il Figlio. Figliolanza e fraternità costituiscono l’esperienza cristiana fondamentale, da cui spontaneamente, e non per doveri e obblighi, viene tutta la vita nuova. Entriamo in questa profondità aiutati da altri testi: “Quando colui che mi scelse mi chiamò si compiacque di rivelare a me suo Figlio, perché lo annunciassi” (cfr. Gal 1,15-16).  “Che io ti conosca, Dio, e che io mi conosca!”. “Tu, fratello Gesù, fammi sentire che Dio è Padre, così come per te anche per me. Donami la coscienza di essere figlio”. «O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio!» (Rm 11,33). Con umiltà chiediamo questa grazia: “Crea in me un cuore nuovo!”. Comunicami la vera Sapienza, la “conoscenza amante” e intima del Padre e del Figlio, come frutto non del “sentito dire”, ma dell’azione dello Spirito Santo in me.
Preghiera
Signore Gesù, invia su di noi il tuo Spirito; solo Lui può farmi entrare nella profondità del tuo mistero, e solo se divento uomo mosso dallo Spirito potrò conoscerti in profondità e attuare quanto afferma san Paolo: “Chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo” (cfr. 1Cor 2,16).
Agire
Oggi con fede e con calma reciterò il Padre nostro e mi soffermerò sull’aggettivo “nostro”. Se nella mia vita vi è qualcuno che ho scartato, mi ripeterò: “È mio fratello”, e compirò un gesto di tenerezza nei suoi confronti.
Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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