Daily meditation on the Gospel

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Misericordia voglio e non sacrificio — Meditazione quotidiana

Meditazione della Parola di Dio di Venerdì 7 Luglio, Feria della XIII settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
La morte entra nella tenda di Abramo: muore Sara. Abramo è umilissimo, vive nella terra a lui promessa da forestiero. L’unica sua proprietà è ora un sepolcro pagato a caro prezzo. Fermo dinanzi al sepolcro, con la maturità del credente, spera nel Dio della vita che gli ha promesso una discendenza senza numero. Matteo è un pubblicano, non pensa ad altro che a fare soldi. Gesù passa di lì, come passa sulle strade di ogni uomo, nella sua vita di tutti i giorni. Lo vede per primo, gli legge nel cuore il desiderio di vita vera che si porta dentro e lo chiama.
Meditazione
Matteo racconta oggi la storia della sua vocazione. Gesù passa accanto al suo “posto di lavoro”, i suoi occhi cercano lui. In modo perentorio Gesù gli dice: «Seguimi». L’iniziativa di Gesù provoca la risposta immediata: «Ed egli si alzò e lo seguì». Risposta che è rottura con il suo status precedente – era un pubblicano – e dono totale di sé a Colui che lo chiama, per condurre insieme con lui una nuova esistenza. Come è possibile un cambiamento così immediato e radicale? Lo sguardo di Gesù ha guarito Matteo dall’avidità e dalla sete di danaro; pieno di gioia per la libertà ritrovata, egli “festeggia” il suo incontro personale con Gesù, e vuole che i suoi amici, i “pubblicani e peccatori”, condividano la sua esperienza. La comunanza di mensa ci ricorda la nostra comunità domenicale, che non è fatta di perfetti e di puri, ma di peccatori perdonati che sentono la necessità di offrire il perdono. Importante la risposta, articolata in tre parti, che Gesù dà agli scribi e ai farisei che lo criticano. La prima ha il sapore di un proverbio: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati”. I peccatori, di qualunque specie, anche se arroganti, sono dei poveri “malati”, e Gesù li cerca e li guarisce. Il Maestro cita poi un testo del profeta Osèa (6,3-6): “Misericordia io voglio e non sacrificio”.  La “misericordia” che Dio vuole è l’amore sincero e fedele a Lui e l’amore concreto verso i fratelli, a imitazione della misericordia divina. Infine, conclude: Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. È la missione di Gesù, e ad essa egli rimane fedele. I presunti “giusti”, coloro che si sentono già salvati e a posto con Dio, non hanno bisogno di Gesù. In realtà, egli è venuto anche per loro, perché tutti sono peccatori e hanno bisogno di conversione e di perdono.
Preghiera
Gesù, in questa bella pagina vocazionale tu hai detto: “Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. Ora capisco perché hai scelto proprio me. Fa’ che riconosca la mia povertà, perché solo così ti permetterò di operare tramite la mia persona. Grazie per avermi scelto così come sono.
Agire
Oggi, se vengo tentato di escludere qualcuno, di giudicare e condannare senza pietà, farò risuonare nel cuore la tua parola: “Misericordia io voglio”, e compirò un gesto di comprensione e di accoglienza.
Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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