Lettura
Dio domanda ad Abramo una cosa terribile: “Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va’ e offrilo in olocausto”. Abramo non rifiuta, sa che il sacrificio è un atto più di Dio che dell’uomo, perché solo Dio può santificare ciò che è offerto. E parte. Non capisce, non sa come Dio farà, ma ha fiducia in lui, “cammina nella fede”, come dice san Paolo. Un sacrificio – se fosse un’azione umana sarebbe distruzione – è sempre una risurrezione, perché è azione divina. Il brano evangelico ci propone Gesù che “vedendo la loro fede” dice al paralitico: “Coraggio, ti sono perdonati i tuoi peccati”.
Meditazione
Il sacrificio di Isacco è profezia di quello di Gesù, dove Dio ha realmente provveduto l’agnello per l’olocausto. L’agnello non è Isacco, non è l’ariete, è l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Isacco, caricato della legna per il sacrificio, è figura di Gesù caricato della croce, che sale al Calvario, offerto da Dio stesso. “Dio”, scrive san Paolo, “non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi”. L’unico sacrificio gradito al Padre è quello di Gesù. È il grande dono del Padre a noi uomini. Noi dobbiamo inserirci in questo sacrificio, per crescere nell’unione con Dio. Chiediamo la grazia di comprendere il vero significato del sacrificio nella nostra vita, e di riconoscere, con la fede e la fiducia di Abramo, che è Dio stesso che lo realizza: “sul monte Dio provvede”. Noi offriamo, Dio santifica. Quando Dio ci chiama ad un sacrificio, sovente non vediamo bene, ci sembra che la strada non abbia sbocchi. Allora è il momento della massima fiducia: “Dio provvederà”. Nel brano del Vangelo vi è la fede dei portatori del paralitico, che fa dire a Gesù: “Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”. Che insegnamento per noi: Gesù si è caricato dei nostri peccati, e anche noi possiamo farci carico del male altrui per implorare, nella più squisita carità, l’intervento del Signore a favore del nostro prossimo. Gesù privilegia la salvezza alla guarigione. Coloro che però non vivono nell’amore di Dio, non comprendono neanche i suoi migliori interventi misericordiosi, e pensano: «Costui bestemmia». Si arriva a capovolgere tutto, a confondere l’amore che perdona con la bestemmia! Solo la fede fa incontrare la nostra miseria con la Misericordia.
Preghiera
“Su di noi rimangono sempre rivolti gli occhi misericordiosi della Santa Madre di Dio. Lei è la prima che apre la strada e ci accompagna nella testimonianza dell’amore, e raccoglie tutti sotto la protezione del suo manto. Confidiamo nel suo materno aiuto e seguiamo la sua perenne indicazione a guardare a Gesù, volto raggiante della misericordia di Dio” (cfr. Misericordia et misera, 22).
Agire
«A Dio che si rivela è dovuta l’obbedienza della fede» (Dei Verbum 5). Oggi nella preghiera implorerò questo dono di Dio, e voglio vivere un’obbedienza chiestami dalla Chiesa.
Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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La tua fede ti ha salvato — Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Giovedì 6 Luglio 2017, Feria della XIII settimana del Tempo Ordinario | S. Maria Goretti, mf