Papa & Hilarion, 15 settembre 2016 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Russia: Chiesa ortodossa sostiene i genitori di Charlie Gard

Una crisi profonda della nozione di diritti dell’uomo

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La Chiesa ortodossa russa protesta contro la decisione da parte di tribunali europei di staccare la spina ai macchinari che tengono in vita il bambino inglese di dieci mesi, Charlie Gard, nato con una rara e grave malattia genetica. A riferirlo è martedì 4 luglio 2017 l’agenzia russa Interfax.
“Oggi, il diritto alla vita cede il posto al diritto alla morte”, deplora il metropolita Hilarion, responsabile del Dipartimento delle Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca.
Hilarion qualifica come “mostruosa” la decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) di sospendere l’idratazione e l’alimentazione a Charlie, lasciandolo quindi morire.
Per Hilarion, la sentenza del CEDU “dimostra una crisi estremamente profonda della nozione dei diritti dell’uomo”.
Per il metropolita, la situazione è particolarmente drammatica, perché i genitori non possono prendere una decisione in modo indipendente. “Perché, nel XXI secolo, in uno Stato democratico libero, una famiglia è bloccata in una clinica a causa della decisione di un tribunale e non può rivolgersi ad un’altra clinica?”, così si chiede.
Si tratta — sostiene Hilarion — “della violazione della coscienza dei genitori, di una presa in giro, di sadismo rivestito di colori umanisti”.
Il metropolita sottolinea che ci sono medici negli USA disposti a prendere il bimbo in cura e anche a finanziare il trattamento. Ciononostante, il tribunale ha deciso che era “nel migliore interesse” del bambino di staccare i macchinari.
Concludendo, Hilarion spera che i genitori possano avere un’opportunità per dare al loro bambino la terapia che ritengono necessaria. “Spero — aggiunge il metropolita — che Dio misericordioso non priverà il piccolo Charlie del suo amore e trasformerà le sue sofferenze in una promessa di vita eterna.”
La Corte Europea dei Diritti Umani ha respinto il 27 giugno scorso una richiesta da parte dei genitori di portare Charlie negli USA per tentare una terapia sperimentale.
Domenica scorsa il Papa aveva espresso attraverso il suo portavoce Greg Burke la sua vicinanza ai genitori e ieri l’ospedale pediatrico romano “Bambino Gesù”, che dipende dal Vaticano, si è dichiarato disponibile ad accogliere Charlie.
Anche il presidente USA Donald Trump sostiene la causa di Charlie. “Se possiamo aiutare il piccolo Charlie Gard, come i nostri amici nel Regno Unito e il Papa, saremmo ben lieti di farlo”, ha postato ieri sul suo account Twitter. (pdm)

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Marina Droujinina

Giornalismo (Mosca & Bruxelles). Teologia (Bruxelles, IET).

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