Lettura
Il lungo discorso di commiato di Gesù presenta alcune frasi sorprendenti. Meraviglia, ad esempio, che dopo tre anni di insegnamento completo ed esaustivo egli affermi che non tutto è stato detto e che molto dovrà essere affidato allo Spirito di verità. L’esperienza di verità e di vita che Egli propone non è questione che si può racchiudere in discorsi conclusi una volta per sempre, perché la vita prevede sempre nuovi sviluppi e sfide sempre nuove. Anche Paolo agli Ateniesi, orgogliosi della propria cultura, spiega che i misteri di Dio, della vita e della morte sono più ampi delle limitate possibilità umane.
Meditazione
All’Areòpago di Atene, Paolo incontra persone di buon livello culturale, forse desiderose di confronto, ma esclusivamente nell’ambito di dispute accademiche fra posizioni acquisite e poco aperte ad approfondimenti successivi. Gli Ateniesi avevano catalogato tutte le divinità, lasciando persino uno spazio per un eventuale “dio” ancora ignoto. In questa cultura vasta, ma rigida, era difficile accogliere un «Signore del cielo e della terra» trascendente. Legati alle loro espressioni culturali, essi erano istintivamente portati a “pensare la divinità simile all’oro, all’argento e alla pietra, impronta dell’arte e dell’ingegno umano”, in un’ottica limitata dall’orizzonte umano, e stentavano a comprendere che “noi siamo stirpe di Dio” e che Dio “non è lontano da ciascuno di noi”. In un simile contesto, il discorso della risurrezione dei morti risultava semplicemente risibile. La nostra cultura contemporanea tende a ripetere questo atteggiamento, con il pregiudizio che esista solo ciò che può essere verificato dall’esperienza, precludendo così la possibilità di conoscere un Dio ben superiore a qualunque possibilità di esperienza. A fronte di una cultura umana convinta di sapere già tutto, Gesù offre il suo insegnamento, lasciandolo aperto a completamenti successivi, guidati dallo Spirito di verità che insegna a coniugare le verità oggettive della fede con le sempre diverse sollecitazioni dell’esperienza soggettiva. Ai suoi discepoli propone la libertà del dialogo e della ricerca, nella convinzione di non avere ancora raggiunto la meta, e nella disponibilità a lasciarsi guidare dallo Spirito nell’affrontare le continue evoluzioni della vita. «Lo Spirito della verità vi annuncerà le cose future. Egli prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà», per insegnarvi ad amare il Dio delle sorprese e condurvi a una luminosa testimonianza di vita.
Preghiera
Donami, Signore, un grande desiderio di conoscerti e l’umile convinzione che tu sei molto al di sopra delle nostre capacità di conoscenza. Fa’ che io conosca me e che io conosca te, senza lasciarmi limitare dai confini dell’incapacità e, soprattutto, della presunzione.
Agire
Chiederò al Signore di farmi comprendere quanto poco lo conosco, e approfondirò la mia conoscenza mediante lo studio e la meditazione.
Meditazione del giorno a cura di Mons. Francesco Guido Ravinale, Vescovo di Asti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Molte cose ho ancora da dirvi — Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Mercoledì 24 maggio 2017, della VI Settimana di Pasqua, Feria (bianco)