Daily meditation on the Gospel

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Non per condannare, ma per salvare — Meditazione quotidiana

Meditazione della Parola di Dio di Mercoledì 10 maggio 2017, della IV Settimana di Pasqua, Feria (bianco)

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Lettura
Gesù è ormai giunto alla fine del suo ministero pubblico. Ha già compiuto il suo ingresso messianico a Gerusalemme, ed è giunto all’amara constatazione che “sebbene avesse compiuto tanti segni davanti a loro i Giudei non credevano in lui” (cfr. Gv 12,37). Di fronte a questa durezza, egli continua ad affermare la sua volontà salvifica: «Non sono venuto per condannare, ma per salvare il mondo». Il brano degli Atti descrive l’azione della Chiesa, che ha raccolto questo desiderio del Signore e lo annuncia al mondo con l’azione di Barnaba e Saulo, a partire dalle sinagoghe dei Giudei che non avevano creduto.
Meditazione
Di fronte all’esperienza di un annuncio non accolto, il Signore precisa di aver parlato con l’unico scopo di far conoscere e far credere in Colui che lo ha mandato. In secondo luogo, ricorda che lo strumento essenziale di questa conoscenza è proprio lui, in quanto è “venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in lui non rimanga nelle tenebre”. Infine, egli afferma che il suo amore non viene meno di fronte al rifiuto: Gesù non condanna chi “rifiuta le sue parole”. Piuttosto, le conseguenze vitali di questo rifiuto sono già di per sé stesse un castigo. La Chiesa oggi vive a sua volta l’esperienza del rifiuto, soprattutto quando propone un’etica finalizzata al bene dell’uomo e della società. In modo particolare, penso all’impegno per una famiglia unita, per un matrimonio stabile, duraturo e fecondo, che si scontra con una vera “guerra mondiale per distruggere il matrimonio” (papa Francesco, 1 ottobre 2016). Qualcuno parla di una Chiesa che condanna, ma la Chiesa, come Gesù, non agisce per condannare, ma per salvare. Le vere condanne per la società sono costituite da una famiglia sfasciata, una denatalità che si risolve in una povertà grande, anche dal punto di vista economico: un mondo sulle sabbie mobili del divorzio, dell’aborto, delle unioni cosiddette civili. Non occorre neppure attendere la condanna dell’ultimo giorno, perché queste forme di autentica immoralità sono un vero flagello per l’umanità. Se la Chiesa vi si oppone, è soltanto perché desidera salvare il mondo. Oggi più che mai è necessario far conoscere Gesù Cristo, “venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in Lui non rimanga nelle tenebre” ma, guidato dalla sua luce, eviti ai fratelli derive morali troppo pericolose.
Preghiera
O Signore, che sei venuto non per condannare, ma per salvare il mondo, dona alla tua Chiesa lo stesso amore disinteressato, che non si ferma di fronte alle resistenze e al rifiuto. Aiutaci a comprendere che solo in Dio l’umanità può trovare la salvezza e la via per una convivenza fondata su comportamenti virtuosi.
Agire
Voglio collaborare con la Chiesa, che si impegna a indicare con il suo insegnamento comportamenti di salvezza. Approfondirò la consapevolezza del bene che i comandamenti di Dio arrecano agli uomini.
Meditazione del giorno a cura di Mons. Francesco Guido Ravinale, Vescovo di Asti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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