Invitato a pranzo da Nani, ho la possibilità di manifestargli liberamente la mia preferenza per l’insalatina verde. “Non la coltivo nel mio orto; devi purtroppo accontentarti dei miei pomodorini, sai, quelli dolci; bocconcini veramente prelibati.”
A distanza di pochi giorni, sono stato invitato anche da suo fratello Nino che abitava a poche centinaia di metri. Con in bocca ancora il sapore del piatto gustoso di Nani, anche al fratello manifesto il mio desiderio di “pomodorini”, quelli dolci che mi piacciono molto. “Non li coltivo nel mio orto, mi spiace. Devi accontentarti dell’insalatina verde, quella tenera che a me piace molto”.
A ciascuno dei due fratelli, separatamente confesso la mia gola per un bel piatto di insalatina verde, tenera, accompagnata, però, arricchita da un’abbondante porzione di pomodorini, quelli dolci.
La risposta immediata di tutti e due, pur in sede separata e in momenti diversi: “Quello si che è un piatto…; è l’insalata ricca; magari!”
Passò un mese abbondante. E prima ancora che io domandassi una cenetta con a base “l’insalata ricca” avvenne un fatto “straordinario”: prima Nani e poi Nino, a breve distanza l’uno dall’altro, mi invitano con vera soddisfazione a “farmi” un bel piatto di “insalata ricca”.
E’ chiara la mia meraviglia: “Spiegami, Nani; mi dai l’insalatina verde, tu che non ce l’hai e coltivi solo pomodorini?” – “Mi sono accorto – confida commosso – che se non offro il mio perdono a Nino, il mio piatto sarà sempre povero; ma nell’accordo con mio fratello, il mio cuore è straripante e il mio piatto avrà assicurata l’ “insalata ricca”.
Era veramente prelibato il piatto d’insalata ricca che ho gustato quella sera. Ma il clima di famiglia e di fraternità è il “gusto” da prediligere a tavola, anche su una mensa povera.
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Insalata / Pixabay CC0 - anestiev, Public Domain
Insalata ricca
“Pillola quotidiana” di padre Andrea Panont