E’ una sensazione unica, dopo una lunga salita impegnativa, arrivare sulla cima, sedersi su un picco di roccia e avere davanti un vertiginoso strapiombo: mille metri di abisso.
Da quella cima godevo la vista d’uno splendido panorama che mi liberava dal lieve senso di vertigine che affiorava in qualche momento.
Assestato bene in quel breve spazio, mi imbottisco con la pesante giacca a vento per ripararmi dall’aria gelida.
Superata la stanchezza, arriva anche la fame. Dallo zainetto estraggo un panino prezioso che dal mattino aspettava il suo turno assieme ad una lattina di the.
Non faccio in tempo a scartocciare il panino che un corvo arriva e si piazza in volo davanti a me. Io, con le vertigini solo a guardare lo strapiombo; lui, sullo strapiombo, sorretto dal vento contrario, fermo e stabile con le ali aperte a chiedere un bocconcino.
Se l’è guadagnato con la sua incredibile posizione che mi ha dato lo spunto per scrivere queste righe.
Il corvo in volo sull’abisso. Abisso!? Si, per me; ma, quel vuoto immenso, quell’abisso… grazie alle sue ali, per lui è più che roccia, più sicuro e più stabile che la terra ferma. Vuoto vertiginoso trasformato in indiscussa stabilità grazie a due ali spalancate.
E’ abissale il vuoto del mondo, ma la nostra vita è fondata sulla pietra più solida di ogni certezza umana. Stabile, sulle ali della fede in Gesù; Lui la roccia su cui è costruita la sua Chiesa.
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Großvenediger / Pixabay CC0 - Didgeman, Public Domain
In volo sull’abisso
“Pillola quotidiana” di padre Andrea Panont