Camminavo su una vasta distesa di cemento e d’asfalto, l’area degli ex supermercati della città. Quella mattina il sole decisamente estivo era rinfrescato da un sensibile venticello.
Con le dita enumeravo le “ave Maria” che componevano i misteri del rosario. Avvertivo quel senso di spensieratezza che scaturisce dalla fiducia in Dio e ciò riempiva di serenità la mia mente.
I miei occhi erano attenti a quanto, in quel deserto asfaltato, si muovesse intorno a me. In uno dei miei andirivieni, all’ombra refrigerante d’una lunga tettoia, noto abbandonate per terra alcune bottigliette di plastica vuote che, mosse dal vento, correvano allegramente qua e là.
Una di esse improvvisamente prende una lunga corsa talmente veloce da riuscire a superarmi; un’altra, fatti pochi metri, si arena.
La prima bottiglietta vuota correva esattamente con la velocità del vento a cui si era completamente abbandonata.
L’altra si è subito arenata, non solo perché appesantita da un po’ d’acqua che ancora tratteneva nel fondo, ma anche perchè, riparata da un piccolo dosso, non poteva sentire su di sé la spinta del vento.
Esposti al suo vento, vuoti di noi stessi, rimaniamo in balia di quel soffio che ci dona la Sua velocità.
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In balia del vento
“Pillola quotidiana” di padre Andrea Panont