Salvatore Martinez - http://www.rns-italia.it/

Conclusa la Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito

Interventi del card. Bagnasco e dell’on. Tajani. Salvatore Martinez: “La preghiera è l’antidoto agli stravolgimenti dell’umano”

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Si è conclusa la quarantesima Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo che ha riunito 15mila persone dal 22 al 25 aprile presso la Fiera di Rimini sul tema “Esultate: il Signore ha Agito! Giubilate: il Signore ha manifestato la sua gloria” (cf Is 44, 23). Una Convocazione speciale, nel corso della quale è stato anche presentato alla stampa il programma del Giubileo d’oro del Rinnovamento Carismatico nel mondo.
Un calendario ricco di esperienze, testimonianze, incontri di preghiera e ospiti d’eccezione. Alla giornata conclusiva della 40a Convocazione hanno preso parte, tra gli altri, l’On. Antonio Tajani, Presidente del Parlamento Europeo, e il Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, Presidente della CEI e del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa, che ha presieduto la Concelebrazione eucaristica.
«È un anniversario di grazia e di responsabilità davanti alla Chiesa e al mondo – ha dichiarato nel corso dell’omelia il card. Angelo Bagnasco–. Sono lieto di esultare e di giubilare con voi, perché il Signore continua ad agire nella storia, continua a manifestare in modi sinfonici la sua gloria. Da questo memoriale, il Movimento ripartirà confermato e rinnovato nel culto a Dio e nel servizio ai fratelli. Quanto più le nostre braccia saranno tese verso il roveto ardente, tanto più si allargheranno verso i bisognosi nell’anima e nel corpo. Il miracolo che lo Spirito del Signore opera attraverso l’umiltà e la docilità umana è la comunione della fede, che genera la comunione dei cuori e così nasce il Corpo di Gesù nella storia, la Chiesa».
«L’Europa non vive la migliore delle situazioni, ma la soluzione non è chiudersi in se stessi – ha sottolineato l’On. Antonio Tajani, Presidente del Parlamento Europeo, nel suo saluto alla Convocazione –. La ricetta per guarire l’Europa è riscoprire l’anima che ci unisce e che si fonda sulla libertà. Le radici cristiane non riguardano solo chi è credente: la bandiera europea è formata da dodici stelle, come quelle della corona della Madonna, su uno sfondo azzurro come il suo manto. Le tante persone qui presenti rappresentano l’identità europea più profonda, perché questa è la nostra storia. Qui, alla Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, vivete anche voi l’anima dell’Europa perché credete nei valori e negli ideali su cui è fondata».
«Stanno venendo meno tutte le nostre forze spirituali, forze che sono rintracciabili solo nella nostra fede e in nessun altro luogo – ha commentato il Presidente Salvatore Martinez nel corso della sua relazione conclusiva, sul tema «Custodisci ciò che ti è stato affidato» (1 Tm 6, 20a). “Rinnovamento nello Spirito: deposito di grazie per un giubileo permanente nella Chiesa e nel mondo” –. Lo Spirito, in questo Giubileo del Rinnovamento, ci sta chiedendo di tornare all’essenziale. E la consegna ce la diede proprio san Giovanni Paolo II nella storica udienza del 2002, in occasione dell’approvazione dello Statuto RnS: “Continuate ad amare e a fare amare lo Spirito Santo!”. Se è in crisi la vita spirituale non è in crisi lo Spirito Santo. Non è in crisi l’esperienza dello Spirito Santo. In questa Convocazione si  è potuto toccare con mano in che modo l’ordine soprannaturale scenda nel naturale, entri nel sociale, possa fecondare la vita della gente. Non c’è modo migliore di definire la nostra cristianità se non a partire dalla preghiera, è questo il grande segreto del Rinnovamento nello Spirito. L’unità di un popolo, di una nazione, di una città, è sempre un fatto spirituale. La preghiera è l’antidoto a tutte le nostre solitudini, a tutti gli stravolgimenti dell’umano. Chi prega governa la storia, perché la preghiera svela l’uomo portatore di gloria e non di miseria. Pregare nello Spirito apre alla missione, provoca “l’invasione di Dio” nelle anime, e non “l’evasione di Dio” dalla vita degli uomini. Chi prega ha un linguaggio nuovo, è più capace di verità, sa dire le parole fondamentali dell’umano, non tace più di fronte al tentativo di banalizzare, di irridere la fede, di sconvolgerne la sua portata umanizzante. Occorre rieducare all’interiorità questo nostro mondo, in special modo i figli e nelle famiglie, riordinarlo secondo lo Spirito di Dio. Tanti, troppi sono i muri di incomunicabilità che si stanno innalzando, specie quando non vogliamo guardare la storia con gli occhi dello Spirito. Il lavoro dello Spirito è inquietudine profonda di fronte ai poveri che bussano e invocano aiuto. Dopo l’operazione “mani pulite”, il nostro Paese e l’Europa hanno bisogno di “cuori puliti”, di ritrovare un’anima, di un nuovo dinamismo evangelico».

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ZENIT Staff

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