Lettura
Per la Pasqua la Chiesa accoglie nel suo seno tutti gli uomini, e ne fa un unico popolo e un’unica famiglia. Gli adoratori dell’unica sostanza e onnipotenza divina, e del nome delle tre Persone, cantano con il Profeta il salmo della festa annuale: «Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso» (Sal 117,24). “Quale giorno?”, mi chiedo. Quello che ha dato il principio alla vita, l’inizio alla luce. Questo giorno è l’artefice dello splendore, cioè lo stesso Signore Gesù Cristo. Egli ha detto di se stesso: “Io sono il giorno: chi cammina durante il giorno non inciampa” (cfr. Gv 8,12); cioè: “Chi segue Cristo in tutto, ricalcando le sue orme, arriverà fino alle soglie della luce eterna”. È ciò che richiese al Padre quando si trovava ancora quaggiù con il corpo: “Padre, voglio che dove sono io siano anche coloro che hanno creduto in me: perché come tu sei in me e io in te, così anche essi rimangano in noi” (cfr. Gv 17,20 ss.)» (Anonimo).
Meditazione
La vita del discepolo è un vero proprio cammino. Il rischio è che lo sconforto lo configuri sempre più come un allontanarsi da Gerusalemme, facendo del ritorno un pio desiderio. Luca lascia volutamente innominato il secondo discepolo di Èmmaus, perché in lui si possano identificare tutti i discepoli di tutte le condizioni e le età. Clèopa e il suo compagno si stanno dirigendo verso Èmmaus, sconfitti nel loro sconforto; forse stanno ritornando a casa; in famiglia, potremmo concludere. Essi, assieme, formano certamente una comunità – per piccola che sia – ma ugualmente si accorgono che la comunione tra loro non è perfetta: manca qualcuno; ma questo qualcuno sembra essere stato sconfitto. Se, però, Cristo si mette in cammino con loro, e se i discepoli lo accolgono nella loro comunità, ecco che allora scoprono la bellezza del mistero della Chiesa: solo in essa, comunione perfetta tra Cristo e i suoi discepoli, il cuore torna ad ardere e gli occhi e gli orecchi si aprono al mistero del Crocifisso-Risorto. In questo contesto, il cammino non solo riprende vigore, ma anche la giusta direzione: con Cristo è tempo di tornare a Gerusalemme, perché lo sconforto è trasformato in gioia, e ora bisogna annunciare al mondo che potrà rivedere e riconoscere Cristo solo nello spezzare il pane, ossia nel mistero eucaristico celebrato e vissuto.
Preghiera
O Dio, che nella liturgia pasquale ci dài la gioia di rivivere ogni anno la risurrezione del Signore, fa’ che l’esultanza di questi giorni raggiunga la sua pienezza nella Pasqua del cielo.
Agire
Dedico un po’ del mio tempo all’adorazione eucaristica.
Meditazione del giorno a cura di Don Emilio Bettini, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Stolti e lenti di cuore a credere — Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Mercoledì 19 aprile 2017 — fra l’Ottava di Pasqua