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Rabbunì!

Meditazione quotidiana della Parola di Dio

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Lettura
«Era davvero necessario che Cristo soffrisse, e non poteva non farlo, come egli stesso affermò. Per questo chiamò stolti e tardi di mente quanti ignoravano che Cristo doveva in tal modo soffrire ed entrare nella sua gloria. Egli venne per la salvezza del suo popolo. Per lui si privò, in un certo senso, di quella gloria che possedeva presso il Padre prima che il mondo fosse. La salvezza era l’evento che doveva maturare attraverso la passione dell’autore della vita. Lo insegna san Paolo: Egli è l’autore della vita, reso perfetto mediante le sofferenze (cfr. Eb 2,10)» (sant’Atanasio di Antiochia).
Meditazione
«Cosa vi fa perdere sapore celeste? Ciò che è umano. L’umanità è come l’acqua dolce che si mescola alla vostra salsedine celeste. Se per ipotesi si potesse derivare un rio dal mare e immetterlo nell’acqua di questo lago, potreste poi voi ritrovare quel filo di acqua salata? No. Si sarebbe perso in tanta acqua dolce. Così avviene di voi quando immergete la vostra missione, meglio: la sommergete, in tanta umanità. Siete uomini. Sì. Lo so. Ma, e Io chi sono? Io sono Colui che ha seco ogni forza. E che faccio Io? Io vi comunico questa forza poi che vi ho chiamati. Ma che giova che Io ve la comunichi se voi la disperdete sotto valanghe di senso e di sentimenti umani? Voi siete, dovete essere, la luce del mondo. Vi ho scelti, Io, Luce di Dio, fra gli uomini, per continuare ad illuminare il mondo dopo che Io sarò tornato al Padre» (dagli scritti di Maria Valtorta). La parola guida di oggi è: rabbunì-maestro. Il vero discepolo del Risorto è colui che elegge Cristo come suo maestro. Chiediamoci: perché Cristo è il Maestro del vero discepolo? Per almeno tre motivi: perché le verità che lui ci consegna sono reali e divine allo stesso tempo, non ricavabili da discutibili logiche umane; perché per rendere operative queste verità Egli ha dato la sua vita; perché tali verità sono le uniche in grado di cambiare i corsi distorti della storia che creiamo noi con la nostra superbia e il nostro destino. E il vero discepolo corre ad annunciare il nocciolo di queste verità senza esitazione: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. Con il Risorto c’è un mio – quello del Figlio – che è diventato un nostro. Così il comando del Risorto: “Va’ dai miei fratelli e di’ loro” è divenuto un “va’ dai tuoi fratelli e di’ loro”. La missione pasquale sta nel facilitare questo passaggio dal mio al nostro, che, in termini concreti, significa che il battezzato è veramente discepolo del Risorto, solo se opera per costruire la Chiesa così come Cristo l’ha concepita e donata all’uomo.
Preghiera:
O Gesù Maestro, santifica la mia mente ed accresci la mia fede. Gesù, docente nella Chiesa, attira tutti alla tua scuola. O Gesù Maestro, liberami dall’errore, dai pensieri vani e dalle tenebre eterne.
Agire:
Leggo e medito la vita di un Santo.

Meditazione del giorno a cura di Don Emilio Bettini, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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