Predica e punizione dell'anticristo, cappella di san brizio nel duomo di Orvieto. Luca Signorelli - Wikimedia Commons

I giovani cercano il vero Cristo, non la sua controfigura mondana

Una mentalità sincretista e relativista dipinge Gesù come uno dei “tanti profeti”, ma i giovani sanno distinguere il mare inquinato dalla sorgente d’acqua pura

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Tempo fa ho incontrato un giovane che mi ha fatto una domanda interessante: “La storia che ci raccontano i Vangeli è vera? Dobbiamo credere a ciò che ci dice la Chiesa su Gesù? Oppure sono solo favolette e leggende?”
Non è la prima volta che mi capita di dialogare con ragazzi che mostrano certi dubbi.  Bisogna prendere sul serio queste domande, perché sono il frutto di un desiderio sincero di verità e di approfondimento.
I tempi sono cambiati. Un tempo nessuno osava mettere in discussione il Vangelo. Oggi le nuove generazioni sono talmente bombardate di notizie che finiscono per avere dubbi su ogni cosa.
Il mondo di internet, ad esempio, è un grande contenitore dove è possibile trovare tutto e il contrario di tutto. Si alimentano le storie più bizzarre sulla vita di Gesù, basate su presunti documenti segreti o su testi antichi che sarebbero stati ritrovati chissà dove.
Intorno a questa moda si è sviluppato un mercato che frutta denaro, soprattutto attraverso la vendita di libri.
E’ un giro d’affari che punta al pubblico giovanile, rischiando di trasformarsi in una vera e propria forma di indottrinamento. Sfruttando l’innato senso di curiosità dei ragazzi per il mondo del mistero, si cerca di diffondere messaggi di ogni genere, proponendoli come verità storiche nascoste.
Ma come si è arrivati a tutto questo? Perché alcuni giovani sembrano essere attratti da certe correnti di pensiero?
Negli ultimi anni una certa disinformazione ha trovato terreno fertile in una mentalità sincretista e relativista trasmessa attraverso vari strumenti: musica, blog, social network, cinema, telefilm, riviste, trasmissioni televisive.
Non è difficile imbattersi in interviste di cantanti o attori, popolarissimi tra i ragazzi, che dipingono Gesù come “uno dei tanti profeti”, riducendolo al livello di un qualsiasi santone di oggi.
Non dimentichiamo, poi, le varie distorsioni del Cristianesimo che vengono proposte ai giovani attraverso alcuni mezzi di comunicazione. Si cerca di imitare ciò che appartiene alla nostra tradizione, per condurre i ragazzi su strade fuorvianti.
Pensiamo al dilagante commercio di statuine degli angeli portafortuna, che non hanno nulla in comune con quelli cristiani. Si presentano con nomi strani e presunti poteri simili a quelli di talismani e amuleti.
Un altro esempio è la strumentalizzazione di San Francesco D’Assisi, trasformato dagli ambientalisti più estremisti in una specie di precursore dei “figli dei fiori”.
Questi simboli cristiani rielaborati sembrano veri, ma non lo sono. Contribuiscono alla costruzione di un Cristianesimo superstizioso e indebolito, ben lontano dal messaggio del Vangelo.
Ma non bisogna essere pessimisti! Tutta questa opera di disinformazione può rappresentare una preziosa occasione per far riscoprire ai ragazzi il Cristo più vero. Alla distanza, potrebbe produrre frutti completamente opposti rispetto ai suoi obiettivi di partenza.
I giovani hanno sete di verità, non di confusione. Dopo una prima fase di ricerca e di approfondimento sapranno certamente distinguere il mare inquinato dalla sorgente dell’acqua pura. E finalmente dissetarsi.

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Carlo Climati

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