Papa Francesco alla Via Crucis al Colosseo, Venerdì Santo 2017 - Foto © CTV (Screenshot)

Via Crucis al Colosseo. Papa: "Vergogna per i nostri peccati, ma speranza nella Misericordia di Dio"

Migliaia i fedeli alla tradizionale pia pratica intorno all’Anfiteatro Flavio

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Circa ventimila i fedeli presenti stasera, 14 aprile 2017, alla tradizionale Via Crucis presieduta da Papa Francesco nei pressi del Colosseo di Roma. Imponenti le misure di sicurezza anti-terrorismo, in un clima di raccoglimento e di preghiera reso suggestivo dalle migliaia di fiammelle dei ceri che illuminano la notte. I testi delle meditazioni proposte per quest’anno per le stazioni della Via Crucis sono stati preparati dalla biblista francese Anne-Marie Pelletier.
Poco prima di uscire dal Vaticano, il Pontefice ha lanciato un tweet intriso di speranza: “O Croce di Cristo, insegnaci che l’alba del sole è più forte dell’oscurità della notte, e che l’amore eterno di Dio vince sempre”. Al suo arrivo all’Anfiteatro Flavio, Papa Francesco è stato accolto dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, e dal cardinal vicario di Roma, Agostino Vallini. Con entrambi si è intrattenuto per un breve saluto.
Prelati, laici, religiosi, famiglie non solo italiani hanno portato la croce nelle quattordici stazioni. Nella prima e nella quattordicesima il compito è toccato al card. Agostino Vallini. Gli altri portatori di croce sono una famiglia romana, un disabile in carrozzina con gli assistenti Unitalsi, due studentesse (una polacca e una italiana), due laici di Rimini. Poi tre suore indiane, due suore e due laici provenienti dall’Africa (Burkina Faso e Repubblica Democratica del Congo), e poi ancora persone di Paesi prossime tappe dei viaggi del Papa: una famiglia dall’Egitto, due laici dal Portogallo e una famiglia dalla Colombia. Quindi due coniugi francesi, due laici dalla Cina e due frati francescani, uno argentino e uno israeliano, della Custodia di Terra Santa.
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Di seguito la preghiera di Papa Francesco al termine della Via Crucis.
O Cristo lasciato solo e tradito perfino dai tuoi e venduto a basso prezzo.
O Cristo giudicato dai peccatori, consegnato dai Capi.
O Cristo straziato nelle carni, incoronato di spine e vestito di porpora. O Cristo schiaffeggiato e atrocemente inchiodato.
O Cristo trafitto dalla lancia che ha squarciato il tuo cuore.
O Cristo morto e seppellito, tu che sei il Dio della vita e dell’esistenza.
O Cristo, nostro unico Salvatore, torniamo a Te anche quest’anno con gli occhi abbassati di vergogna e con il cuore pieno di speranza:
Di vergogna per tutte le immagini di devastazioni, di distruzioni e di naufragio che sono diventate ordinarie nella nostra vita;
Vergogna per il sangue innocente che quotidianamente viene versato di donne, di bambini, di immigrati e di persone perseguitate per il colore della loro pelle oppure per la loro appartenenza etnica e sociale e per la loro fede in Te;
Vergogna per le troppe volte che, come Giuda e Pietro, ti abbiamo venduto e tradito e lasciato solo a morire per i nostri peccati, scappando da codardi dalle nostre responsabilità;
Vergogna per il nostro silenzio dinanzi alle ingiustizie; per le nostre mani pigre nel dare e avide nello strappare e nel conquistare; per la nostra voce squillante nel difendere i nostri interessi e timida nel parlare di quelle dell’altrui; per i nostri piedi veloci sulla via del male e paralizzati su quella del bene;
Vergogna per tutte le volte che noi Vescovi, Sacerdoti, consacrati e consacrate abbiamo scandalizzato e ferito il tuo corpo, la Chiesa; e abbiamo dimenticato il nostro primo amore, il nostro primo entusiasmo e la nostra totale disponibilità, lasciando arrugginire il nostro cuore e la nostra consacrazione.
Tanta vergogna Signore ma il nostro cuore è nostalgioso anche della speranza fiduciosa che tu non ci tratti secondo i nostri meriti ma unicamente secondo l’abbondanza della tua Misericordia; che i nostri tradimenti non fanno venir meno l’immensità del tuo amore; che il tuo cuore, materno e paterno, non ci dimentica per la durezza delle nostre viscere;
La speranza sicura che i nostri nomi sono incisi nel tuo cuore e che siamo collocati nella pupilla dei tuoi occhi;
La speranza che la tua Croce trasforma i nostri cuori induriti in cuore di carne capaci di sognare, di perdonare e di amare; trasforma questa notte tenebrosa della tua croce in alba folgorante della tua Risurrezione;
La speranza che la tua fedeltà non si basa sulla nostra;
La speranza che la schiera di uomini e donne fedeli alla tua Croce continua e continuerà a vivere fedele come il lievito che da sapore e come la luce che apre nuove orizzonti nel corpo della nostra umanità ferita;
La speranza che la tua Chiesa cercherà di essere la voce che grida nel deserto dell’umanità per preparare la strada del tuo ritorno trionfale, quando verrai a giudicare i vivi e i morti;
La speranza che il bene vincerà nonostante la sua apparente sconfitta!
O Signore Gesù, Figlio di Dio, vittima innocente del nostro riscatto, dinanzi al tuo vessillo regale, al tuo mistero di morte e di gloria, dinanzi al tuo patibolo, ci inginocchiamo, invergognati e speranzosi, e ti chiediamo di lavarci nel lavacro del sangue e dell’acqua che uscirono dal tuo Cuore squarciato; di perdonare i nostri peccati e le nostre colpe;
Ti chiediamo di ricordarti dei nostri fratelli stroncati dalla violenza, dall’indifferenza e dalla guerra;
Ti chiediamo di spezzare le catene che ci tengono prigionieri nel nostro egoismo, nella nostra cecità volontaria e nella vanità dei nostri calcoli mondani.
O Cristo, ti chiediamo di insegnarci a non vergognarci mai della tua Croce, a non strumentalizzarla ma di onorarla e di adorarla, perché con essa Tu ci hai manifestato la mostruosità dei nostri peccati, la grandezza del tuo amore, l’ingiustizia dei nostri giudizi e la potenza della tua misericordia. Amen

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Federico Cenci

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