Papa fa lavanda dei piedi, Giovedì Santo 2017- Foto © Servizio Fotografico L'Osservatore Romano

Papa: "La Lavanda dei Piedi non è folclore, ma un segno"

Nella Messa nel carcere di Paliano, spiega che questo rito ci ricorda che “quello che vuole essere importante, deve farsi il più piccolo e il servitore di tutti”

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Papa Francesco ha celebrato oggi pomeriggio, 13 aprile 2017, la Messa ‘in Coena Domini’ del Giovedì Santo nel carcere di Paliano, dove sono detenuti cinquantotto collaboratori di giustizia.
Canti e suoni di chitarre hanno accompagnato la liturgia che è iniziata intorno alle 16.30. Nel corso della celebrazione Francesco ha svolto la Lavanda dei Piedi a dodici detenuti, tra cui tre donne e un uomo in origine musulmano che riceverà il Sacramento del Battesimo il prossimo mese di giugno.
Prima della Messa, il Papa ha visitato alcuni malati di tubercolosi detenuti in una sezione speciale e due persone recluse in isolamento. In passato questa casa circondariale è stata visitata anche da alcuni giovani che hanno portato la croce del Giubileo dei Giovani.
“Entrando nel carcere di Paliano, il Papa è entrato in tutte le carceri del mondo”, ha osservato don Marcos, parroco di un’altra prigione, commentando la visita di oggi.
Nella sua omelia, Bergoglio ha commentato il Vangelo offerto dalla liturgia odierna, che parla del momento in cui Gesù lavò i piedi ai suoi apostoli e del tradimento di Giuda.
“Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine”, ha commentato il Papa, come riferisce la Radio Vaticana. Del resto, ha aggiunto, “Dio ci ama fino alla fine”, nonostante i nostri peccati. Egli ha rilevato inoltre che tutti siamo peccatori.
“Dio che ama senza guardare le conseguenze, fino alla fine – ha aggiunto -. E’ un esempio. E per far vedere questo, Lui che era ‘il capo’, che era Dio, lava i piedi ai suoi discepoli”. Quello di lavare i piedi, ha sottolineato il Papa, “era un’abitudine che si faceva all’epoca prima dei pranzi e delle cene”, perché non c’era l’asfalto e la gente nel cammino s’impolverava i piedi. “Ma questo – ha ammonito – lo facevano gli schiavi”.
Gesù dunque “capovolge” questa logica e a Simon Pietro che non voleva farlo, Gesù spiega “che Lui è venuto al mondo per servire, per servirci, per farsi schiavo per noi, per dare la vita per noi, per amare sino alla fine”.
A tal proposito ha raccontato il Vescovo di Roma che mentre raggiungeva il carcere, ascoltava persone che commentavano dicendo “Ma, viene il Papa, il capo. Il capo della Chiesa…”. Il Papa ha dunque puntualizzato che il capo della Chiesa è Gesù. “Ma il Papa – continua – è la figura di Gesù e io vorrei fare lo stesso che Lui ha fatto. In questa cerimonia, il parroco lava i piedi ai fedeli: si capovolge”.
Bergoglio ha quindi aggiunto che la Lavanda dei Piedi “non è una cerimonia folcloristica: è un gesto per ricordare quello che ha dato Gesù” e ci ricorda che “quello che vuole essere importante, deve farsi il più piccolo e il servitore di tutti”.
Il Papa ha anche ricordato l’istituzione dell’Eucarestia. Ha detto: “Dopo di questo, ha preso il pane e ci ha dato il Suo corpo; ha preso il vino, e ci ha dato il Suo sangue. E così è l’amore di Dio. Pensiamo all’amore di Dio, oggi, soltanto”.
Prima di procedere con la Lavanda dei Piedi, il Papa ha anche ricordato: “Tutti noi, che siamo poveracci tutti! Ma Lui è grande, Lui è buono. E Lui ci ama così come siamo. Per questo, durante questa cerimonia pensiamo a Dio, a Gesù”.

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Sergio Mora

Buenos Aires, Argentina Estudios de periodismo en el Istituto Superiore di Comunicazione de Roma y examen superior de italiano para extranjeros en el Instituto Dante Alighieri de Roma. Periodista profesional de la Associazione Stampa Estera en Italia, y publicista de la Orden de periodistas de Italia. Fue corresponsal adjunto del diario español El País de 2000 a 2004, colaborador de los programas en español de la BBC y de Radio Vaticano. Fue director del mensual Expreso Latino, realizó 41 programas en Sky con Babel TV. Actualmente además de ser redactor de ZENIT colabora con diversos medios latinoamericanos.

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