Lettura
«La passione del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo è pegno sicuro di gloria e insieme ammaestramento di pazienza. Che cosa mai non devono aspettarsi dalla grazia di Dio i cuori dei fedeli! Infatti al Figlio unigenito di Dio, coeterno al Padre, sembrando troppo poco nascere uomo dagli uomini, volle spingersi fino al punto di morire quale uomo e proprio per mano di quegli uomini che aveva creato lui stesso. Gran cosa è ciò che ci viene promesso dal Signore per il futuro, ma è molto più grande quello che celebriamo ricordando quanto è già stato compiuto per noi. (…) Confessiamo perciò, o fratelli, senza timore, anzi proclamiamo che Cristo fu crocifisso per noi. Diciamolo, non già con timore, ma con gioia, non con rossore, ma con fierezza» (sant’Agostino).
Meditazione
Il racconto della cena di Betania riportato da Giovanni ci invita ad entrare nel tempo della passione, morte e risurrezione confrontando le nostre opere e i nostri pensieri con il significato del sacrificio che il Figlio di Dio sta per compiere a nostro favore. Nel racconto della cena, infatti, tutti i protagonisti ruotano attorno alla relazione personale con il Figlio dell’Uomo: Lazzaro è colui che è stato risuscitato dai morti, acquisendo con Cristo un debito di esistenza; Maria si cura di ungere Gesù con profumo di puro nardo, segno di riconoscenza per quello che Egli ha fatto per la morte del fratello; Giuda è costretto a confrontare il suo senso di giustizia che, in realtà, vela un senso di ingiustizia: egli è ladro pur ricoprendo la condizione di discepolo. Infine, Giovanni pone a confronto la reazione della folla con chi, i capi dei sacerdoti, ritiene di essere giusto: mentre la folla esalta Gesù, i capi dei sacerdoti decidono di ucciderlo, perché per loro Egli è un concorrente. Vicini alla Pasqua, tutti, chi più chi meno, sono costretti a confrontarsi con la Pasqua di Gesù; e, immancabilmente, ciascuno di loro finirà con il ricevere da essa un plus-valore che non è legato a nessun tipo di merito personale, ma solo al mistero stesso che la Pasqua di Cristo racchiude in sé. Così, ogni singolo personaggio è trasfigurato da Cristo: Lazzaro, che siede alla mensa, prefigura il banchetto nuziale futuro; il gesto di Maria è amplificato dall’interpretazione di Cristo: esso è un gesto in vista della sepoltura del Figlio dell’Uomo; Giuda è smascherato nella sua ipocrisia e i capi dei sacerdoti nella loro empietà. In questo primo giorno della Settimana Santa siamo tutti chiamati a confrontarci con Gesù e la sua Pasqua.
Preghiera:
O Dio, che concedi ogni grazia senza alcun merito, illumina la mia mente perché, confessando umilmente i miei peccati, io possa offrirti in sacrificio un cuore umile e contrito e servirti sempre nella gioia e nella pace.
Agire:
Oggi è bene riservare un tempo sufficiente per un serio, pacato ma salvifico esame di coscienza.
Pixabay CC0 - kloxklox_com, Public domain
La cena di Betania
Meditazione quotidiana della “Parola di Dio”