La valigia con le ruote, detta trolley, è una compagnia leggera che mi permette di spostarmi agevolmente trainando oggetti più o meno pesanti.
Armato proprio d’un trolley, due giorni fa, ho potuto trasportare un peso considerevole di libretti richiesti dagli operatori sanitari di Bassano che mi aspettavano riuniti in una sala del loro ospedale per un ritiro in preparazione alla Pasqua.
Con Antonio, che mi accompagnava, siamo arrivati in quell’ambiente silenzioso trascinando sulle ruote il pesante bagaglio. Abbiamo avvertito, però, che la valigia disturbava la quiete d’un luogo tranquillo facendo un “rumore –commentava Toni – da Jumbo in decollo”.
Però dove il pavimento si presentava meno sconnesso, il bagaglio diventava meno rumoroso, tanto che nel corridoio interno, dove le mattonelle erano perfettamente levigate, le ruote potevano scorrere in perfetto silenzio. Allora, colpevoli del chiasso, non erano le ruote del trolley, ma l’attrito provocato dalla ruvidezza del sentiero su cui dovevano passare.
Anche accanto a me – ho confidato a Toni – passa qualche fratello fragorosamente disturbatore. Ma ora mi astengo dal fargliene una colpa perché – penso – forse sono io per lui quel pavimento ruvido su cui deve passare e l’attrito incontrato lo può rendere rumoroso.
Quando tratto il mio prossimo con tenerezza e soavità, presento le mie asperità levigate e silenziose. Come risposta, avverto la soavità d’un sorriso, un silenzioso fruscio di gabbiano in volo.
Ciao da padre Andrea.
luggage - Pixabay
Jumbo o gabbiano
“Pillola quotidiana” di padre Andrea Panont