Rossella sembrava ormai sfuggita alle cure della medicina.
“Rossella è in fin di vita”. Queste parole è corso a dirmele sommessamente Gianni, amico della famiglia.
Mi lascio prendere dall’urgenza di questa espressione. Corro, come sempre in questi casi, a portare ciò che è più importante e ciò che mi pare più prezioso di ogni medicina, di ogni intervento chirurgico.
Entro nella stanza dell’ammalata. La vedo infin di vita, bianca, cadaverica, immobile…Ciò che stride in quella stanza è il chiasso, comprensibile, dei presenti e le espressioni ,senza speranza, soffocate nel pianto di parenti e amici.
In quel frastuono, con più delicatezza possibile, invito tutti ad uscire e di lasciarmi solo con la sua mamma, affranta ma serena. Mi avvicino all’orecchio dell’ammalata per sussurrarle la salute del mondo con queste parole: “Rossella, Dio è tuo papà e ti ama immensamente così come sei”. Dopo un attimo, la mamma mi invita a ripeterlo: “Rossella, Dio è tuo papà e ti ama immensamente così come sei”.
E sono tornato a casa.
Dopo un mese, me la rivedo in chiesa: “Andrea, grazie di quello che mi hai sussurrato alle orecchie. Sapermi amata da Dio, mi ha dato la pace e la salute dell’anima”.
Ogni prossimo, se badiamo bene, è o può essere in fin di vita: per qualsiasi incidente e in qualsiasi momento può morire. Urge allora assisterlo in ogni momento, con l’amore fatto di mille gesti concreti che gli danno la certezza di essere amato immensamente da Dio. È la Salute.
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In fin di vita
“Pillola quotidiana” di padre Andrea Panont