Daily meditation on the Gospel

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Io sono la Luce del mondo — Meditazione quotidiana

Meditazione della Parola di Dio di Domenica 26 Marzo 2017

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Lettura
Gesù si è nascosto ed è uscito dal Tempio, evitando così la lapidazione (Gv 8,59). Eppure eccolo, subito, di nuovo, Egli torna per dare ad un altro quella Luce che a Lui era stata tolta. Gesù sempre ridona ciò che ci chiede e che noi gli neghiamo, come sulla Croce: offre dal suo fianco il sangue e anche l’acqua che ha chiesto poco prima, dicendo: «Ho sete» (Gv 19,28). All’uomo viene a mancare la luce nel momento in cui nega di riconoscerla in Dio, pecca nel momento in cui pretende di essere giusto davanti a Colui che solo è Santo.
Meditazione
Il dono della vista è un segno e per questo basta l’azione di Gesù; la nuova abitudine alla luce è il cammino di una vita e non può avvenire senza la partecipazione della persona risanata. Il vero male degli uomini non è tanto la cecità quanto l’ostinazione a non vedere, a non accorgersi, a nascondere la realtà delle cose e a nascondersi di fronte all’evidenza e alle responsabilità. Più facile girare la faccia dall’altra parte, che prendere atto di ciò che siamo e dovremmo essere. Il cieco a cui sono stati riaperti gli occhi si accorge subito che c’è una tenebra attorno a lui, che deve essere ancora rischiarata: innanzitutto le chiacchiere della gente, poi i timori dei genitori, infine le sicurezze dei farisei e dei Giudei. Sono tre livelli di oscurità: l’indurimento del buon senso, del cuore e della ragione, dove ognuno evita di verificare i propri pensieri alla luce dei fatti. La gente resta al livello di superficialità, i genitori non vogliono affrontare la nuova situazione, i farisei e i Giudei fanno di tutto per costringere la realtà nelle loro convinzioni, piuttosto che verificare i loro pensieri alla luce dei fatti. Sul chiacchiericcio della gente c’è poco da dire, l’inadeguatezza dei genitori non va colpevolizzata troppo, quello che desta stupore è l’ostinazione dei Giudei. Il senso del sabato è che va dedicato un tempo unicamente al Signore, in modo che l’uomo non viva soltanto in vista di ciò che è utile; Gesù non mette in discussione la centralità di questo comandamento. Altro è promuovere ciò che può essere vantaggioso per l’uomo, in vista del suo bene integrale: questo non contrasta con la volontà di Dio espressa nel riposo sabbatico. Certo che guarire un cieco non risolve i problemi del mondo, ma, se visto bene, è un segno dell’inizio del mondo redento.
Preghiera
Padre, hai mandato tuo Figlio, Luce del mondo, noi invece preferiamo l’oscurità: ci fermiamo alle apparenze, ai dissensi, ai giudizi, non siamo mai davvero aperti, evitiamo perfino di vedere. Assopiti, abbiamo smarrito la Luce vera. Riprenda a brillare in noi la speranza della risurrezione.
Agire
Oggi è da prendere a modello il Signore che non resta all’apparenza, ma guarda al cuore. C’è l’imbarazzo nella scelta di situazioni da sottoporre a nuovo discernimento.
Meditazione del giorno a cura di don Marco Simbola, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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