San Pier Damiani

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San Pier Damiani: il monachesimo a servizio dei Papi

Il Santo che la Chiesa ricorda oggi, si rese famoso per la sua attività apostolica e riformatrice

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San Pier Damiani nacque a Ravenna nel 1007 da una famiglia nobile. Rimasto orfano sia di padre che di madre, visse una vita di grande precarietà, potendo contare solo sulla sorella Roselinda, la quale lo trattò come un figlio e sul fratello maggiore Damiano, il quale gli fece da padre adottivo. Il suo fratello maggiore fu determinate per il suo stesso nome che sarebbe stato Pietro Damiano.
La sua formazione umana e spirituale fu fondamentale per il suo ministero. Egli studiò prima a Faenza e poi a Parma, dove acquisì buone competenze nel campo del diritto e nell’arte della composizione letteraria, favorita dalla conoscenza dei grandi autori classici latini. I suoi scritti che ci ha lasciato riguardano differenti generi che comprendevano sia la parte letteraria sia la parte religiosa. Oltre a questo Pier Damiani era affascinato dalla bellezza della natura, dalla quale riusciva a comprendere la vita interiore e la rivelazione biblica.
Questo sua vocazione contemplativa lo spinse nel 1034 a ritirarsi al monastero di Fonte Avellana, dove si dedicò a far conoscere lo spirito del monachesimo eremitico voluta dal fondatore San Romualdo di Ravenna. La dedicazione di questo eremo alla santa Croce condusse Pier Damiani a riflettere e comporre poesie e sermoni sul mistero della croce di Cristo, considerata come fonte di salvezza che abbraccia l’intera umanità ed anche come luce per riconoscere Cristo nelle persone sofferenti.
Pier Damiani scrisse una Regola nella quale invitava ad una vita fatta di assoluto silenzio, una preghiera fervente, una meditazione quotidiana nell’ascolto della Parola di Dio, vivere frequenti digiuni, praticare la carità fraterna e accettare sempre l’obbedienza al priore. Egli fu un insigne teologo, il quale sviluppò il mistero della Santissima Trinità come modello di vita ecclesiale per cercare e vivere la bellezza e la gioia della comunione fraterna. La sua teologia era basata sulla centralità di Cristo e sulla visione della Chiesa come Sposa di Cristo, sempre fedele e vicino al suo Sposo e Signore.
Tutto il suo amore per Gesù Cristo era accompagnato da un desiderio di rinnovamento della Chiesa troppo influenzata dallo spirito di mondanità. La sua opera fu quella di denunziare tutte quelle situazioni che contraddicevano l’insegnamento evangelico: la corruzione dilagante nei monasteri e nel clero, la pratica diffusa del conferimento da parte delle Autorità laiche dell’investitura degli uffici ecclesiastiche, l’atteggiamento da comandante e non da pastore da parte delle gerarchie ecclesiastiche.
La sua integrità fu notata all’interno della Chiesa e per questo fu invitato a lasciare a malincuore la vita monastica ed accettare la nomina di Vescovo Cardinale di Ostia, iniziando una proficua collaborazione con vari Papi per la riforma della Chiesa.
Dopo dieci anni, nel 1067, Pier Damiani rinunciò al suo incarico nella diocesi di Ostia ed ebbe il permesso di ritornare a Fonte Avellana. La sua vita non rimase stanziale. Due anni dopo fu inviato a Francoforte con il tentativo di evitare il divorzio tra Enrico IV e la moglie Berta. Nel 1071 si recò a Montecassino per consacrare l’abbazia, e nel 1072 fu inviato a Ravenna per riconciliare la chiesa locale con il suo Arcivescovo, il quale aveva sostenuto l’antipapa provocando la ribellione da parte di tutta la cittadina.
Durante un viaggio di ritorno all’eremo fu raggiunto da una improvvisa malattia, che lo costrinse a soggiornare a Faenza presso il monastero benedettino di Santa Maria Vecchia fuori porta, dove morì nella notte tra il 22 e il 23 febbraio del 1072.
Quale esempio lascia la vita di questo grande santo? L’amore per Cristo e la Chiesa ha costituito il motore della sua attività apostolica, riformatrice e riappacificante. Il rinnovamento della vita monastica ha costituita da sempre l’inizio di riforma della Chiesa. La Chiesa ha avuto sempre uomini santi che hanno voluto riportarla alla stessa freschezza e autenticità della Chiesa delle origini.
La prima missione del cristiano è quella di portare ad una conoscenza matura del Vangelo coloro che già appartengono alla Chiesa. Lo spirito mondano entra nella vita del fedele, il quale confuso dalle tentazioni, si allontana dalla volontà di Dio che sempre ha bisogno di essere compresa, accettata ed accolta.
Quando ci si affatica per raggiungere i posti di visibilità nella Chiesa, quando coloro che svolgono un servizio nella Chiesa non sono disponibili a fare un passo indietro per lasciare spazio ad altri, quando coloro che frequentano la Chiesa si dimenticano di praticare il messaggio evangelico nella vita quotidiana, questo significa che lo spirito di indifferenza e di egoismo è entrato nel cuore di quella comunità o parrocchia.
L’altro grande insegnamento di Pier Damiani è stato il suo spirito di collaborazione con il ministero petrino. L’amore alla Chiesa si manifesta con la fedeltà alle intenzioni del Santo Padre. Quando si è fedeli al Papa si partecipa al rinnovamento della Chiesa. Oggi cristiano è chiamato a offrire il suo aiuto alla missione petrina, contribuendo a diffondere il magistero del Papa, pregando per le sue intenzioni, seguendolo nelle sue richieste rivolte a tutta la Chiesa e vivendo secondo le sue indicazioni.

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Osvaldo Rinaldi

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